sabato 10 febbraio 2018

TINTINNAR DI SCIABOLE, MINACCIA NUCLEARE O UNA GUERRA ANCOR PIU' DEVASTANTE ?

di Peter Koenig


Il World Economic Forum (WEF) a Davos è iniziato e finito, e niente è cambiato per davvero. I meravigliosi nel mondo hanno colpito ancora – spargendo aria fritta ai quattro angoli del mondo. Quando in realtà il povero diventa più povero, il ricco più ricco, guerre e conflitti sono in aumento – e l’umanità, almeno nel mondo occidentale, è sempre più esposta alle bugie della propaganda e alle manipolazioni della mente di cui il WEF è solo un piccolo, miserabile campione.

Per esempio, c’era qualcuno ad ascoltare ancora le pompose sciocchezze che arrivavano dalle bocche di Trump e di Macron? – è una versione soft di “Fire and Fury” — per confermare al Mondo dei Nobili chi è al potere, e per assicurare all’élite che niente, ma proprio niente, cambierà nei rapporti di forza. Questo è il Club neoliberale di Davos di sempre. E loro, questa élite di bella gente, certamente non vorranno una guerra nucleare “pesante” per distruggere le loro proprietà e i loro lussuosi yacht e località confortevoli.

Quindi, state pur sicuri, il tintinnio di sciabole riguardo all’Armageddon nucleare è solo una cortina fumogena, una manovra evasiva per nascondere un’atrocità molto peggiore. Un’atrocità, o piuttosto un insieme di atrocità da cui la maggior parte di quelli che affollavano il WEF non saranno molto probabilmente neanche toccati; Trump, per il momento, è il miglior venditore e portavoce che lo Stato Profondo è riuscito a rimediare per la loro manovra. È pomposo, pretenziosamente egocentrico, e un bullo pazzesco. I suoi “America First” e “Make America Great again”, continuamente ripetuti – suonano così stupidi, ma detti con sufficiente frequenza, mettono radici e diventano reali nella mente delle persone.

Il discorso di Trump a Davos è stato così semplice, da essere addirittura attraente: l’America sarà sempre la prima; e ognuno di voi, rivolgendosi agli uomini di stato nel pubblico, dovrebbe fare lo stesso per il proprio Paese. Dopo, possiamo lavorare assieme. Questa suona come una dichiarazione completamente anti-globalista. Il mondo adesso deve credere che la globalizzazione – che la maggior parte dell’universo ha capito essere un disastro, svegliandosi – è finita, una cosa del passato. Un’altra cortina fumogena per consentire all’apparato delle corporation di spingere più forte per globalizzare l’ultimo angolo di Madre Terra – spremere l’ultima goccia di succo dai poveri, la gente eliminabile che vive nei “paesi cesso”.

Dal 2008 al 2016 Obama è stato l’ideale bugiardo credibile – al punto da ottenere un Premio Nobel per la Pace ancora prima di iniziare la propria presidenza. Ettolitri di lacrime di speranza sono stati versati durante il suo discorso inaugurale al Washington Mall. Il suo sorriso caldo e affascinante convinceva chiunque, i suo discorsi eloquenti e articolati seducevano il mondo al punto da far credere che il cambiamento stesse per arrivare, che dopo gli anni orribili di Bush, gli Stati Uniti volessero soltanto il bene per la gente del mondo. Con questa falsa immagine, Obama è riuscito a lasciare la presidenza con sette guerre in corso (di cui due ereditate) di propria responsabilità – e un record di omicidi eseguiti con droni – tutti approvati dal Comandante-in-capo, Obama stesso – inimmaginabile. Decine di migliaia di persone innocenti sono state assassinate o rese storpie – tutti omicidi extragiudiziali. Questo era in quel momento l’Uomo di Pace.

The Donald, in effetti è di razza, stile e colore differenti. Esattamente lo stile che serve ai suoi padroni per i prossimi 4 anni. Forse 8; ancora non lo sappiamo. Il suo controverso e assurdo personaggio, che continua sempre a gridare al lupo e far tintinnare la sciabola, ha il compito di distrarre l’attenzione della maggior parte del pubblico – negli Stati Uniti, come in tutto il mondo, affinché possa essere sviluppata, portata avanti e rapidamente estesa una guerra molto più sinistra.
L’élite oscura che tira le fila, gli aspiranti egemoni e quelli al potere, credo onestamente che non abbiano intenzione di distruggere se stessa, il ‘loro’ pianeta, con le loro proprietà, i loro paradisi fiscali, castelli, yacht e casinò, sì casinò come le banche centrali che dominano tutto l’Occidente. Sono i casinò dei ricchi. Vivono troppo bene per volere che le loro vite da feudatari siano distrutte da un’apocalisse nucleare.

Essi, i nuovi feudatari, potrebbero pensare che sia giusto utilizzare delle armi nucleari “leggere” e di precisione – destinate ad eliminare specifici obiettivi, ma sanno anche – quelli che controllano il Pulsante Rosso Nucleare (il ‘Pulsante Più Grosso’ di Trump) – che non sanno quale potrebbe essere la reazione dei nemici colpiti o dei loro alleati. Forse il totale annientamento. Non improbabile – l’occulta élite oscura potrebbe sopravvivere. Ma cos’è la vita nei bunker e l’aria, l’acqua e la terra contaminate, forse per decenni o per secoli? – Vita da “Fire and Fury” nella realtà non va bene. Giusto urlare e vociare per spaventare la gente e farla sottomettere. Quello va sempre bene.
Questi tetri padroni dell’universo sono troppo furbi per fare una guerra nucleare. Hanno un’altra guerra, più silenziosa, in mente, una distruzione graduale ma costante dell’umanità inutile e sacrificabile, che lasci al loro posto le infrastrutture e i loro paradisi fiscali, incrementando il loro spazio di opulenza.

È una guerra già in pieno svolgimento, non una guerra fredda – una guerra calda, un’esecuzione a medio-lungo-termine di una condanna a morte per l’umanità. Questa strategia lavorerà come una piovra con molti tentacoli che operano simultaneamente nel mondo. Se un tentacolo si guasta, gli altri faranno il loro lavoro, finché quello danneggiato non è riparato. È un combattimento, da cui difficilmente chi è attaccato riesce a sfuggire.

Pensate alla guerra biologica come a uno dei tentacoli. Esistono già più di 100 laboratori segreti di armi biologiche controllati da CIA – Pentagono in tutto il mondo. Spesso, la loro facciata commerciale è quella di laboratorio di “ricerca scientifica”, in cui si studiano cure per malattie che colpiscono gli uomini o gli animali, o strumenti biologici per eradicare i parassiti agricoli. Sono solo coperture. In realtà questi laboratori, sviluppano nuovi ceppi biologici, virus e batteri, o anche nuove generazioni di vaccini – da sperimentare sulle popolazioni locali, naturalmente senza informazione o consenso. Tra questi centri di ricerca c’è il Richard E. Lugar Centre a Tbilisi, Georgia, noto per essere un laboratorio in cui si sviluppano armi biologiche. Guardate https://www.globalresearch.ca/body-of-evidence-suggests-new-us-biological-warfront-opening-up/5626593 [in inglese].

Oltre che sviluppare nuove armi biologiche, il laboratorio investiga i collegamenti tra i gruppi del DNA e le armi biologiche, mirando alla Russia e magari altre regioni etniche e geografiche, come il Medio oriente. Kamens, l’autore dell’articolo qui sopra, cita il Senatore russo Klintsevich che dice, “Non è un segreto che differenti gruppi etnici reagiscano in modi differenti alle armi biologiche, ed è per questo che l’Occidente sta meticolosamente raccogliendo materiale in tutta la Russia.” – Nessun dubbio che questo o altri simili laboratori in tutto il mondo facciano ricerca sulle popolazioni dell’Asia Orientale, con speciale attenzione alla Cina. L’America Latina, il cortile di casa di Washington, non verrà risparmiata.

Lo scoppio di ebola nell’Africa Occidentale – tra il 2014 e il 2016 – che ha coinvolto Sierra Leone, Liberia e Guinea, è stato molto probabilmente un test biologico “fatto dall’uomo”. Ebola oggi può essere contenuto. Ufficialmente ne sono stati registrati 30.000 casi, e secondo le statistiche ufficiali, ha ucciso più di 11.000 persone. Stime non ufficiali pongono il conto delle vittime a più di 20.000. Inoltre ha impattato le economie di questi Paesi. Sierra Leone e Liberia sono state quelle che hanno più sofferto dal suo scoppio. È un perfetto esperimento di cosa fare per soggiogare questo tipo di paesi in via di sviluppo. E vale per la maggior parte dell’Africa, tanto ricca di risorse.

Un altro tentacolo della piovra mostruosa sono gli organismi geneticamente modificati (OGM). Monsanto sin dalla fine degli anni ‘60, inizio ‘70, è nota per la sua collaborazione con Henry Kissinger, la mente del Gruppo Bildeberg, il cui principale obiettivo è la riduzione drastica della popolazione mondiale. Quasi tutti i ceppi di malattie biologiche possono essere impiantati in semi OGM. Non se ne accorgerà, né lo saprà nessuno. Negli anni ’90, Monsanto ha sperimentato un frumento OGM in India che rendeva le donne sterili. Le sperimentazioni sono state condotte su donne povere, le intoccabili. Vi immaginate, OGM che mirino a specifiche popolazioni con malattie genetiche? – I poveri sono i più vulnerabili e senza difese – non solo per la sterilità, ma contro qualunque genere di malattie o insufficienze cerebrali o neurologiche di lungo termine. Alcuni di questi problemi di salute si sviluppano soltanto con il tempo, quindi nessuno può farli risalire agli OGM.

La guerra climatica è un altro nefasto tentacolo dell’aspirante imperatore, o di chi lo controlla. La tecnologia per la manipolazione climatica ha almeno 50 anni. https://www.globalresearch.ca/the-ultimate-weapon-of-mass-destruction-owning-the-weather-for-military-use-2/5306386 [in inglese]. Tecniche di modifica ambientale – ENMOD – è l’arma di distruzione di massa definitiva del Pentagono. È una sofisticata arma elettromagnetica attivabile dall’atmosfera esterna.

La tecnologia è stata sviluppata negli anni ’90 dall’High-frequency Active Auroral Research Program (HAARP), di base in Alaska, e consente selettivamente di cambiare le condizioni climatiche, causando eccessive precipitazioni, alluvioni, siccità, uragani e altri fenomeni climatici di alta intensità, distruggendo quindi infrastrutture, produzioni agricole, intere economie di un Paese o di una regione senza che vengano impiegate bombe, soldati o carrarmati. Nel 1977 l’Assemblea Generale dell’ONU ha messo al bando ‘l’uso militare o altrimenti ostile di tecniche di modifica ambientale, che abbiano effetti estesi, duraturi o gravi.’ Nel 2014 il centro HAARP è stato ufficialmente chiuso. Eppure questa tecnologia segreta è viva e in salute – e pronta ad essere applicata ovunque Washington voglia costringere a un ‘cambio di regime’, con misure quali la distruzione o l’indebolimento di una popolazione al fine di avere facile accesso alle risorse naturali di un Paese.

Una versione iniziale delle modifiche climatiche è stata utilizzata alla fine degli anni sessanta e all’inizio dei settanta in Vietnam. L’inseminazione di nuvole, l’Operazione Popeye, consentì di prolungare la stagione dei monsoni, bloccando o rendendo in tal modo le vie di rifornimento dei Vietcong sul Sentiero di Ho Chi Minh più accidentate. A questo si accompagnò il Napalm defogliante che avrebbe dovuto stanare, storpiare e uccidere gli insorti Vietcong e le popolazioni alleate.
Anche se nessun teorico del cambiamento climatico parla di questa tecnologia segreta, è possibile, anche se non è dimostrato, che le modifiche al clima siano già in corso in Africa, per esempio in Somalia e in Etiopia, importanti per la loro posizione strategica, causando grandi siccità e carestie, e in Afghanistan con inverni estremamente freddi e umidi, che in questo modo indeboliscono e magari sterminano intere fasce di popolazione. Forse, sebbene neanche questo sia dimostrato, come risultato non voluto, da parte di Madre Natura che tende sempre all’equilibrio, anche l’Occidente affronta fenomeni climatici eccessivi – il freddo record negli Stati Uniti orientali, gli incendi boschivi provocati dalla siccità seguiti da piogge pesanti e frane in California, oltre che uragani sempre più forti e frequenti nell’area del Golfo dei Caraibi.

Mentre parliamo di modifiche climatiche indotte dall’uomo – Le foreste pluviali una volta ricoprivano il 14% delle terre emerse del pianeta; adesso ne coprono appena il 6%. Secondo il Guardian, ogni anno viene perduta un’area di circa 180.000 Km2 di foresta pluviale, equivalente alle dimensioni di Inghilterra e Galles. Di questo passo, in 40 anni, 10 milioni di Km2 – le dimensioni dell’Europa, saranno rasi al suolo. Al tasso attuale, espanso linearmente, tutta la foresta pluviale del pianeta potrebbe andare perduta in 100 anni. La buona notizia è che la linearità non è applicabile alle proiezioni a lungo termine: quest’orribile tendenza alla distruzione può quindi ancora essere fermata dal risveglio della gente.

La foresta pluviale amazzonica nel 1970 si estendeva per 4,1 milioni di Km2 e nel 2015 per 3,3 milioni di Km2, una riduzione di 800.000 Km2 in 45 anni. La ragione principale è l’allevamento di bestiame, il commercio di carne di manzo e di pellame, ma anche di carburanti bio e di legname –  in gran parte illegale. L’impatto del disboscamento dell’Amazzonia si può già sentire sotto forma di aumento della siccità nella Patagonia argentina, che danneggia l’agricoltura e l’industria delle carni bovine argentine. La deforestazione come arma climatica? – Il capitalismo, se lasciato libero distrugge tutto, non solo l’ambiente, ma l’intero tessuto sociale dell’umanità.

La privatizzazione dell’acqua è un’altra arma del mostro. Viene promossa silenziosamente e spesso in modo clandestino, spinta e forzata dalle banche di sviluppo multilaterale, il FMI e spesso dagli stessi governi. La privatizzazione dell’acqua è già in corso su vasta scala, e non mi riferisco in prima battuta al ripugnante imbottigliamento di acqua da parte di Nestlé, Coca Cola e migliaia di altri, che distrugge l’ambiente e spesso deruba dell’acqua, o la rende inaccessibile alla popolazione povera. Il caso in questione è la Nestlé. Nestlé India con la sua marca di acqua in bottiglia “Pure Life” è stata alla fine costretta a lasciare l’India, a causa di molteplici conflitti sociali con le popolazioni locali, laddove il massiccio pompaggio da parte di Nestlé delle falde acquifere ha abbassato i livelli dell’acqua così drasticamente che i poveri locali non avevano più accesso alle loro fonti tradizionali, ma erano costretti a comprare la costosa acqua imbottigliata “Pure Life”.

Nestlé è incorsa in simili problemi in Africa e anche negli Stati Uniti. A Flint, in Michigan, dove l’acqua non inquinata potabile è poca, Nestlé pagava una tariffa annuale di soli 200 $ per pompare da una delle sorgenti rimaste, a finalità di utilizzo privato anziché pubblico dell’acqua. Nella California colpita dalla siccità nel 2015 e nel 2016, Nestlé nel 2017, ha sovra-estratto acqua dal Parco Nazionale Forestale di San Bernardino, circa 40 milioni di galloni e con una licenza scaduta dal costo di circa 500 $ all’anno, mentre l’acqua era razionata per gli agricoltori a causa della siccità. Le autorità di regolamentazione alla fine hanno costretto Nestlé a interrompere il pompaggio.
Guardatevi il documentario pluri-premiato “Bottled Life” http://bottledlifefilm.com/index.php/home-en.html [in inglese].

L’ex Amministratore Delegato di Nestlé, Peter Brabeck ha detto “L’acqua deve essere la nostra priorità principale”, a cui Maude Barlow, ex Consigliere Senior per l’Acqua alle Nazioni Unite ha replicato, “Nestlé è un predatore, un cacciatore d’acqua”. Coca Cola, Pepsi e altri imbottigliatori percorrono le stesse vie anti-etiche, fondamentalmente derubando la gente comune delle falde acquifere, costringendole ad acquistare la loro costosa acqua imbottigliata.

Ma i veri predatori d’acqua e quelli che stanno massicciamente privatizzando le ultime risorse incontaminate di acqua, per esempio, le enormi falde dell’Amazzonia e le falde fossili del Guarani, forse le più grandi riserve di acqua dolce del mondo, sono le gigantesche corporation dell’acqua come le francesi Veolia e Suez: seguite dalla statunitense ITT Corporation; dalle britanniche United Utilities and Severn Trent e Thames Water; la statunitense American Water Works; e un sempre crescente numero di corporation che vedono il futuro nella privatizzazione delle sorgenti prima, dei rifornimenti d’acqua delle mega-città dopo, dove già oggi i poveri e gli abitanti delle favelas sono privati dell’acqua corrente, perché non possono più permettersi l’acqua potabile fornita privatamente – cosa che fa aumentare le malattie intestinali e la mortalità infantile in tutto il mondo. E il peggio deve ancora venire, visto che la privatizzazione dell’acqua sta diventando una potente arma in tutto il mondo.

Sono numerosi gli enormi giganti dell’acqua che si installano tramite compagnie o agricoltori di facciata, a monte della falda del Guarani, costituita quasi completamente da acqua fossile (non rinnovabile), e ricevono licenze di sfruttamento a vita. Si dice che la falda del Guarani abbia la capacità di rifornire la popolazione mondiale per i prossimi 200 anni con circa 100 litri pro capite al giorno. Gli abitanti di Francoforte usano circa 120 litri di acqua a testa al giorno. Immaginate, quest’enorme falda acquifera non rinnovabile, nelle mani di corporation private che potranno aprire e chiudere a loro piacimento il rubinetto – o secondo i principi di ‘massimizzazione dei profitti’. Un’arma potente. Se rimarrà senza controllo, è chiaro chi sarà a vincere e chi a perdere.

Oggi, RT riferisce che il Presidente greco Tsipras ha appena lanciato una vendita alla popolazione greca, dicendo che sarebbe una buona idea privatizzare i rifornimenti idrici greci.  Potete immaginarvelo? Dopo tutto quello che questo despota criminale ha già fatto alla Grecia – adesso la privatizzazione dell’acqua.

Studi, condotti dalla stessa Banca Mondiale, l’istituzione che come nessun’altra spinge per la privatizzazione dell’acqua, FMI escluso, hanno dimostrato che in parallelo con la privatizzazione dell’acqua in Sud Africa – malattie intestinali e mortalità infantile sono aumentate nelle townships. Dopo che Nelson Mandela è stato eletto Presidente di un Sud Africa libero nel 1994, gli avvoltoi della finanza internazionale, come BM, FMI, FED via Wall Street, sono discesi su Pretoria per convincere lui e il suo governo a privatizzare quasi tutto. “È stato un bene per la restituzione del debito accumulato dal Sud Africa.” Sì, certo. La gente non ha avuto scelta. I poveri nelle township non possono più permettersi l’acqua potabile fornita alle loro modeste case o ai loro campi – ma hanno dovuto fare ricorso alle fonti tradizionali, come stagni e ruscelli inquinati. – Come se la caveranno i greci con l’acqua privatizzata?

La Francia, patria delle due più grandi corporation dell’acqua, Veolia e Suez, nel 2010 ha iniziato a riportare sotto la responsabilità dei comuni il controllo dell’acqua, partendo con la città di Parigi, seguita da tutte le città più impostanti in Francia. Le autorità si sono rese conto che il costo dell’acqua era sin troppo alto per la qualità del servizio fornito. Ragioni simili hanno spinto Berlino ad andare nella stessa direzione.

L’Acqua è vita. E la vita non si rinchiude semplicemente in caverna. Lotterà per la sopravvivenza. Ma il nemico, le corporation delle privatizzazioni, come le compagnie minerarie che distruggono irreparabilmente la natura e i tessuti sociali delle popolazioni, è spalleggiato da interi eserciti – le forze armate americane, britanniche, tedesche e della NATO – per difendere i diritti delle corporation… e lo sconfitto è… o sarà, se la popolazione non si risveglia in tempo per difendere il proprio diritto all’acqua, il proprio Diritto Umano all’Acqua.

La digitalizzazione del denaro e dell’economia è un altro tentacolo di questa malvagia piovra. Avanza molto rapidamente, con le criptovalute che tracciano la strada. La digitalizzazione del denaro è un mezzo per il governo o per qualunque forza di oppressione con cui controllare le popolazioni trattenendo o confiscando la le loro risorse vitali per sostenere la vita, il loro reddito. Il denaro delle blockchain come i Bitcoin, dicono gli ‘specialisti’, è più sicuro di qualunque sistema bancario che il mondo abbia conosciuto fino ad oggi. Questo mito sembra essere crollato. La CNBC il 29 gennaio ha riferito che l’exchange di criptovalute giapponese era stato violato da hacker che hanno rubato l’equivalente di circa 535 milioni di dollari in Bitcoin. Questo è il colpo più grosso nella storia relativamente breve, appena 9 anni, del Bitcoin. Con tanti saluti alla sicurezza.

A gennaio 2018, ci sono quasi 1.400 criptovalute diverse sul mercato, e sono in crescita. Le criptovalute sono altamente volatili e speculative, e pertanto sono le valute preferite da truffatori e speculatori. Uno dei centri maggiori per le criptovalute e la loro ‘mercatizzazione’ è – avete indovinato – la Svizzera, il centro bancario di qualunque cosa, anche dello ‘smart banking’. Le valute che usano la blockchain sono così complesse e difficili da capire per il cittadino comune che perfino un esperto di informatica incontra delle difficoltà nel seguire il proprio percorso nel labirinto intricato delle tecnologie delle criptovalute. – Il che è un bene. Perché la propaganda di sicuro farebbe in modo che un sufficiente numero di persone che non hanno idea di cosa stiano facendo venga abbindolato e convinto a fare dei rapidi acquisti. Si è visto che succede. Il prezzo dei Bitcoin è pubblicato quotidianamente, assieme alle fluttuazioni del mercato azionario regolare. I Bitcoin sono aumentati in valore da zero nel 2009 a più di 20.000 $ al loro picco di dicembre 2017.  Nel frattempo, il valore del Bitcoin è caduto a circa 10.000$ (30 gennaio 2018), ma domani potrebbe essere molto differente.

Ma la digitalizzazione non riguarda soltanto le criptovalute. Anche questa è una piccola piovra, che avanza su molti fronti, di cui le valute che usano la blockchain sono solo un tentacolo. C’è almeno un’altra minaccia potenzialmente dannosa per il cittadino comune, come la graduale eliminazione del contante e la sua sostituzione con valute digitali [in inglese].

Sta già succedendo, quasi clandestinamente – in tutta Europa, iniziando con i Paesi scandinavi, dove alcuni grandi magazzini non accettano più contante. Immaginatevi – cosa significherà quando non potrete più andare al vostro bancomat all’angolo e prelevare i soldi per fare la spesa?  Sarete resi schiavi degli gnomi delle banche, cioè dal sistema bancario digitale. È un’altra arma potente per soggiogare le persone e far fare loro quello che viene loro ordinato, pena sanzioni sotto forma di conti bloccati o addirittura confiscati, le “nuove sanzioni”.  Questi modelli di punizione possono creare ammanchi di cibo, espropriazione di proprietà e risparmi, povertà, anche malattie e riduzione dell’aspettativa di vita, come risultato delle miseria sempre crescente – si veda la Grecia, che è stata resa povera attaccandola a una falsa moneta, l’euro, che è come una moneta digitale, e derubando i beni del Paese tramite il debito.

Se, alla fine ci trovassimo a vivere in un’economia digitale, significherebbe che ogni valore è elettronico, la tangibilità del duro lavoro e del prodotto fisico, la produzione del lavoro, vale solo quanto dei bit permetteranno che valga. Se il sistema neoliberista vuole risparmiare sul costo del lavoro – il valore del prodotto del lavoro può essere ridotto quasi a zero. Dunque, ogni valore sociale, ogni statistica sociale diventa una potenziale farsa, manipolabile come già succede con le cifre della disoccupazione, dell’inflazione e della ‘crescita’ – la crescita economica. Per esempio, nel nostro mondo occidentale lineare, la distruzione è crescita. Richiede la produzione di armi (crescita) ed eventualmente la ricostruzione – ancora crescita. E tutto quello che sta in mezzo, come l’industria nata attorno alle ferite e ai morti in guerra, è crescita. Tutto quanto mosso dal profitto – e dalla motivazione dominante dell’assoggettamento delle popolazioni all’egemonia di Washington.

Questo ci porta ad un ulteriore tentacolo – La Propaganda – propaganda che avvolge tutto, controllata da sei giganti mediatici anglo-sionisti che controllano circa il 90% delle news che l’occidente riceve a tutte le ore, tutti i giorni. I notiziari vi vendono tutto il male possibile riguardo a Russia, Siria, Iran, Venezuela, Cuba, Cina – e chiunque altro non voglia sottomettersi alle regole dell’impero. La propaganda in Occidente non è niente di meno che propaganda dell’inganno. Vi vende l’idea che la guerra sia buona per la pace – da cui una guerra interminabile contro il terrore.  La propaganda inventa il terrore e i terroristi facendovi credere che tutti quelli che non sono d’accordo con questo sistema dispotico sono terroristi e devono essere combattuti. La propaganda vi vende per vere tutte le false flag.

La propaganda in stile occidentale è una delle peggiori è più mortali armi per egemonizzare il mondo, dato che rende il comune cittadino fissato con la guerra, fissato con la Corea del Nord, un paese il cui solo obiettivo è difendersi, non di minacciare il mondo, come la propaganda occidentale vi fa credere. Propaganda è anche l’omissione di fatti – fatti importanti, cioè che le potenze occidentali, gli Stati Uniti e i loro burattini europei, l’UE e la NATO sono le nazioni canaglia ed organizzazioni più pericolose che in questi giorni popolano Madre Terra, e lo sono state almeno da 200 anni a questa parte. Ma nonostante gli interminabili assassinii da parte di questi mostri, che costituiscono la testa della piovra malvagia con i suoi molteplici tentacoli, la gente non capisce chi sia loro nemico – grazie all’inganno-propaganda occidentale.

Prendete le Olimpiadi. Dopo aver escluso gli atleti russi dalla partecipazione ai Giochi di Rio in seguito al famigerato Rapporto McLaren sul doping, il quale è stato molte volte oggetto di critiche in quanto artefatto, lo stesso Rapporto McLaren è dietro alla proibizione per la Russia di partecipare ai giochi invernali in Corea del Sud, questo mese a Pyeongchang. Questa è pura politica, propaganda per denigrare la Russia. E adesso l’esclusione addirittura della maggior parte di circa 600 “atleti russi puliti” grazie agli argomenti più ridicoli, non è solo un ingiusto danno per i singoli atleti, che non hanno mai avuto niente a che fare con il doping, è una ripetizione di un attacco alla Russia.

Il presidente dell’agenzia mondiale anti-doping (WADA) in una recente intervista ad RT, ha dichiarato che non c’erano prove sufficienti a dimostrare un sistema di doping sponsorizzato dallo stato in Russia. Cionondimeno, ovviamente è andato avanti – ha dovuto andare avanti – con la decisione di escludere la Russia. Non sappiamo cosa c’è in gioco per questi funzionari, se loro devono seguire il loro giudizio, il buon senso e degli standard di moralità interni. Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) è totalmente corrotto e comprato da Washington. Questo, comunque, vale per tutte le corti internazionali e le organizzazioni delle Nazioni Unite. Sono diventate tutte una farsa.
Niente impedisce alla Russia di convocare e organizzare i propri Giochi Olimpici, le Olimpiadi Russe. Sarebbe interessante vedere quanti paesi occidentali oserebbero prendervi parte. Scommetto che in tanti si sveglierebbero, perché amerebbero stringere legami con la Russia, non fosse altro che per affari, ma si spaventano a farlo con le spada del bullo di Washington che dondola sopra il loro collo. Lo sport è sempre una buona ragione per ricomporre screzi, che in realtà sono ‘screzi’ imposti. – Per quanto tempo ancora la paura prevarrà sulla ragione? – La luce in fondo al tunnel è in vista.

Tuttavia, è un peccato ed è sorprendente che il mondo semplicemente resti a guardare. Le persone non possono essere così idiote da non riconoscere che tutto ciò sia propaganda per ritrarre la Russia come malvagia in tutto il mondo. Questo genere di propaganda, aggiunta alla minaccia militare che la Russia si dice rappresenti per il mondo, quando il vero pericolo viene dagli USA e dai suoi alleati NATO, è propaganda mortale, che provoca la guerra. Il Presidente Putin la mette sul “Tao” – è relativamente tranquillo, non-aggressivo – il non-aggressore vincerà sempre alla lunga.
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Il colpo finale, però, il tentacolo finale è la guerra convenzionale, seminare conflitti e guerre per delega – cosa che noi sappiamo fin troppo bene – è ciò che ha dominato gli ultimi vent’anni. Quando nessuno degli altri tentacoli svolge il proprio compito illegale in modo abbastanza radicale, subentra la tradizionale macchina omicida, il Cambio di Regime rafforzato, tramite le Rivoluzioni Colorate, tramite gli assassinii false flag, le invasioni della NATO o di mercenari, le “guerre civili” impiantate – p. es. Ucraina, Siria, Yemen, Afghanistan – e adesso perfino l’Iraq. Prendete l’esempio di Falluja, dove è stato deliberatamente fatto uso massiccio di armi all’uranio impoverito da parte dell’esercito statunitense, lasciando la città e i dintorni sfregiati per decenni, per le generazioni a venire.

Questi sono omicidi di massa perpetrati da Washington e dai suoi oscuri invisibili controllori che ne tirano le fila. Queste uccisioni hanno proporzioni da genocidio. Eppure, il genocidio quasi mai è menzionato quando gli omicidi più atroci vengono commessi dagli Stati Uniti. Mi chiedo, come mai?
Se non ci svegliamo, non vi sfuggiremo. Io faccio poco, noi possiamo. Mancano cinque minuti a mezzogiorno. Sarà l’inferno, non l’inferno nucleare, ma ‘l’inferno della piovra’, quando saremo circondati da differenti tecniche di assassinio o dai tentacoli del mostro – e non sapremo dove andare e piangeremo chiedendo aiuto. Di sicuro non ai nostri leader occidentali, non a quelli che noi crediamo di avere eletto per fare il nostro bene, il bene del Popolo. No, questi leader sono tutti corrotti, venduti, hanno il loro piccolo spazio riservato in paradiso, per fare quello che fanno, aiutare la minuscola élite a dominare tutto – letteralmente a raggiungere la Full Spectrum Dominance [“Dominio Totale”]. – Questo è quanto il PNAC (Progetto per un Nuovo Secolo Americano) dichiara essere l’obiettivo finale dell’egemone. – Alla fine, loro – i nostri bei leader marionette – potrebbero avere la sensazione di una doccia fredda, quando avranno eseguito il compito che gli è stato dato – e scopriranno che anche loro sono eliminabili come la spazzatura; come Noi, la Gente Comune. Nessuno scrupolo da parte degli autonominati manovratori oscuri di razza occidentale. Vivete solo una volta.

LA STORIA E' CICLICA MA LA PROSSIMA DITTATURA SARA' DIVERSA DALLE ALTRE !


Lo scorso 5 febbraio la borsa di Wall Street ha subito uno dei peggiori tracolli che la storia ricordi, bruciando circa 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il "lunedì nero" è coinciso con l’insediamento di Jerome Powell ai vertici della Riserva Federale: al nuovo governatore della banca centrale spetta adesso, il compito di “sgonfiare la bolla” che le politiche monetarie ultra-espansive hanno alimentato sin dal 2008. Il rialzo dei tassi della FED, coordinato con la "City sulle sponde del Tamigi", innescherà un crollo che supererà per magnitudo il crack di Lehman Brothers: dall’area euro alla tenuta dei sistemi democratici, passando per un probabile sbocco bellico. Comunque vada l'Italia e il mondo occidentale così come lo conosciamo oggi, non ne usciranno indenni e soprattutto non ne usciranno con la stessa classe dirigente e lo stesso assetto "democratico". 

Gli squilibri economici e finanziari che verranno, saranno il colpo di maglio definitivo ad una "edificio" già traballante e fortemente compromesso dalla lunga crisi iniziata nel 2008. 

Come ne uscirà l'Italia da questo secondo duro colpo ? Malissimo ! La tenuta dell'euro non sarà più in forse, ma molto probabilmente, sarà definitivamente spazzato via, con un ritorno alle valute nazionali. Gli assets immobiliari, ritorneranno ad acquistare valore, mentre i capitali in banca subiranno un definitivo impulso alla volatilizzazione e alla perdita di potere di acquisto. 

La gestione di tali profondi cambiamenti e disequilibri, come la storia insegna, spingerà alla nascita di regimi totalitari, tuttavia diversi da quelli del passato. Perché diversi ? Semplice, perché in passato non esisteva "memoria". Molti lacchè, approfittatori, opportunisti di professione, una volta certi di chi fosse il "nuovo uomo vincitore al comando", non facevano altro che saltare sul suo carro e rinnegare il passato. Chi poteva dire e dimostrare, che quello era un sostenitore dei "traditori della patria" al governo, fino al giorno prima ? Nessuno ! Non vi era memoria collettiva ! Oggi esistono internet, i socials network ed ogni pensiero, riflessione, critica viene astutamente memorizzata e non servirà a niente cancellarla, in quanto essa rimarrà indelebilmente impressa nei cervelloni elettronici dei server.

Alla Dittatura che andrà al potere prossimamente in Italia, che sia di destra o di sinistra, basterà accedere ai server, per avere la possibilità di conoscere "esattamente" da che parte stava, qualunque cittadino internauta e questo renderà il totalitarismo che verrà, un qualcosa di completamente  diverso da quelli avvicendatisi nel passato.

MANICOMIO ITALIA

di Roberto PECCHIOLI


Una vecchia barzelletta narra di un matto che si sporge dal cancello del manicomio e chiede a un passante: come si sta là dentro?  Uno dei meccanismi del comico è l’inversione rispetto alla realtà, ma, nello specifico, ci sentiamo di fornire noi la risposta a quel matto, che è forse il più savio di tutti: nel Manicomio Italia si sta malissimo.

Abbiamo toccato in altre occasioni il tema del rovesciamento di significati, valori e giudizi che caratterizza il nostro tempo. Diventiamo forse ripetitivi, ma i fatti dell’ex Bel Paese possono ormai essere interpretati solo in chiave di follia o di ribaltamento totale. Nel primo atto di Macbeth le tre streghe, deus ex machina della tragedia, escono di scena pronunciando la frase “bello è il brutto e brutto è il bello”, poi scompaiono “su per la nebbia e l’aria unta”. Tale ci sembra la condizione presente, riassunta dal sommo Shakespeare in una famosa battuta del vecchio Re Lear: sono tempi maledetti quando i pazzi conducono i ciechi.

La cronaca sgomenta: una povera ragazza di 18 anni viene fatta a pezzi e nascosta in varie valigie, i trolley simbolo di un tempo nomade, da uno spacciatore di droga nigeriano il cui permesso di soggiorno è scaduto. Il giudice convalida il fermo per occultamento e vilipendio di cadavere, ma non per omicidio. I resti della povera Pamela sono talmente straziati, brandelli di essere umano massacrati tanto da rendere difficile capire se è morta a seguito di un’overdose di droga o se il buon Innocent – si chiama proprio così- l’ha ammazzata. Presto potrebbe persino uscire dal carcere. Nello stesso palazzo, il ragazzo che ha sparato contro gli immigrati che incontrava sulla sua strada per vendicare la sventurata è stato denunciato per strage aggravata dall’odio razziale, pur non avendo ucciso nessuno. Il coro mediatico si sta accanendo su Luca Traini e sul fascismo di ritorno (?!?) e Pamela è dimenticata, un fastidioso incidente sulla via dell’integrazione e, ça va sans dire, delle magnifiche sorti e progressive della società multirazziale.

Immaginiamo che se la ragazza romana fosse stata vittima di un carnefice connazionale si sprecherebbero pensose analisi sociologiche sul caso: una giovanissima già presa nel vortice della droga, il dramma di famiglie sfasciate e adolescenti allo sbando, i cinquanta euro della dose racimolati vendendo il suo corpo in un incontro casuale. A Pamela, alla sua generazione chiamata millennials, dovremmo chieder scusa e implorare perdono. Che mondo hanno trovato, per colpa nostra? Denaro unico Dio, libertà come scatenamento di qualunque pulsione, madri e padri assenti, nessun principio condiviso, nessuna educazione morale, civile, non diciamo spirituale. Lei ha pagato un prezzo terribile, milioni di altri vivono come lei, sulla strada, senza una bussola, una massa di primitivi di ritorno, come suggeriscono anelli al naso, tatuaggi e capelli dipinti.

Pagherà un conto salto il suo improbabile vendicatore, il giovanotto rasato che tiene in casa il Mein Kampf. Giusto così, non si spara nel mucchio, ma che splendido esemplare di malvagio da telegiornale! Solitario, litigioso, si manteneva con lavoretti da buttafuori, radicalizzato da poco, come si usa dire degli islamisti, una runa tatuata sul capo. Eppure, ha avuto, a differenza di Innocent, almeno un gesto di pietà, quel lumino acceso per Pamela. Ma i pazzi guidano i ciechi, per davvero. Macerata, piccolo capoluogo di provincia dell’Italia profonda, brava gente laboriosa, era considerata una delle città più tranquille del nostro Paese: scarsa criminalità, un benessere conquistato con il sudore e l’intelligenza, una vivace vita culturale, simboleggiata dalla presenza dell’università e da una famosa stagione di teatro e melodramma allo Sferisterio.

La città di Laura Boldrini è stata sfigurata in pochi anni, come mille altre località italiane, da un’immigrazione folle, incontrollata, sulla quale lucrano troppi, in denaro, potere, politica. Insieme con poveri cristi alla ricerca di pane – che non c’è, purtroppo – una marea di persone di ogni risma invade le nostre strade, ma che volete che sia, non è successo nulla, il Male Assoluto è Luca Traini, che mediterà in galera sul gesto criminale che ha commesso.

Tutti gli altri, innocenti e benefattori virtuosi, le ONLUS, le cooperative, le società create per lucrare sugli immigrati, anche quelli che pagano un euro per cassetta di raccolto a braccianti tenuti in condizioni subumane. Non è strano che molti di loro preferiscano la malavita: si guadagna molto, si rischia poco. Gli avvocati e non pochi magistrati sono sempre pronti a trovare giustificazioni ed attenuanti se sei straniero, anzi migrante. Un rom – zingaro è parola vietatissima – è stato scarcerato dopo soli quattro anni a seguito dell’omicidio di un uomo durante un furto d’auto. Se l’è cavata con meno di nove anni di condanna, adesso gira per le strade del manicomio Italia.

Il punto è che tutto si rovescia, o forse siamo gli ultimi a pensarlo, e siamo noi i pazzi che chiedono come si sta “là dentro”. Il tribunale di Genova ha assolto un giovanotto (qui la vicenda è tra italiani) la cui compagna minorenne è morta dopo un party a base di droga acquistata da lui. Il suo brillante avvocato, un professionista noto per le sue idee di destra, ha spiegato che fornire droga per consumarla in gruppo non è reato. Obiezione accolta; il tribunale, bontà sua, trasmetterà gli atti alla procura affinché, eventualmente, proceda per omissione di soccorso. Chi muore giace, con quel che segue nel detto popolare.

Tutto appare così invertito che viene da pensare che siamo noi a camminare a testa in giù e vedere tutto in negativo, un ordine che diventa contrordine. Jorge Luis Borges avvertì che spesso gli uomini credono di vivere nel peggiore dei mondi possibili, dunque pigliamo fiato e cerchiamo di prendere le distanze dal nero che vediamo. Magari hanno ragione quei giornalisti, influencer e utenti delle reti sociali che hanno celebrato come una vittoria la morte di una sventurata malata di SLA che ha, come si dice, staccato la spina. Dinanzi a situazioni di questo tipo, conviene il silenzio, chinare la testa e, per chi si ostina a credere in Dio, pregare per la signora sarda. Ma il trionfo della morte no, l’esultanza ostentata perché ha potuto farla finita no, non possiamo accettarla.

Sarà saggio l’avvertimento dell’autore di Aleph e di Fervor de Buenos Aires, ma ci sentiamo morire leggendo della sentenza di un tribunale che ha riconosciuto un risarcimento in denaro a un padre che non voleva la figlia, nata per un aborto non andato a “buon” fine. Per lo stesso motivo, la madre aveva già ottenuto 125.000 euro, tratti dalle tasse pagate anche da chi scrive. Un’unica domanda: la bambina, almeno, è stata affidata a qualcuno che la ama e sa apprezzare quella vita tanto indesiderata da chi l’ha generata per istinto incontrollato, non-genitore 1 e non-genitore 2?

Gli enormi problemi dell’Italia, in questi mesi, si vanno riducendo a uno: criminalizzare chiunque dubiti della bontà dell’accoglienza indiscriminata di stranieri. Si va dalle accuse più semplici, quasi banali per quanto sono scontate di fascismo e razzismo, sino al moralismo d’accatto della litania politicamente corretta. Un uomo politico è stato crocifisso per aver pronunciato la parola “razza”. Quando lo stesso, dopo le scuse farfugliate davanti al mondo intero (ricordate l’autocritica pubblica pretesa nei regimi comunisti ai compagni poco fedeli alla linea?) ha osservato che il vocabolo razza è scritto nella costituzione, apriti cielo. E’ assai curioso che il testo dell’articolo 3, relativo alla non discriminazione, sia dovuta ad un costituente comunista, Renzo Laconi, membro della Commissione dei Settantacinque che scrissero la Carta.

Si è ora aperto un dibattito sull’opportunità di espungere, abolire dal testo costituzionale il termine razza diventato cattivo. Sessanta milioni di residenti dello Stivale non attendono altro. Eliminata la parola, risolto il problema. Gridare integrazione, accoglienza fa scomparire il fatto che l’immigrazione, se incontrollata e non selettiva, diventa una bomba sociale, un dramma per chi arriva e un trauma per chi è nato qui. E’ il sistema di Mary Poppins: supercalifragilistichespiralidoso, anche se ti sembra che abbia un suono spaventoso, se lo dici forte avrai un successo strepitoso.

Più seriamente, la dittatura del politicamente corretto ha effetti devastanti. Si è deciso che le razze non esistono, con sprezzo del ridicolo, dunque è sospetto chiunque turbi la nuova verità con il suono della parola interdetta. Gli appassionati di calcio di una certa età ricorderanno l’elogio che si faceva di certi calciatori veneti provvisti di prestanza fisica e doti di carattere: sono “razza Piave”. Vietato, ma adesso nel campionato di calcio nostrano un giocatore italiano è così raro come un dì senza vento a Catanzaro. Non ci è chiaro se sia ancora permesso discutere di razze canine o se anche il migliore amico dell’uomo non debba essere più distinto tra barboncino, cocker o pastore tedesco.

Abolito, vietato o nascosto il significante, svanirebbe il significato. Un’ottima idea, se fosse vera. Dovremmo chiedere a un sordo se ci sente meglio da quando è chiamato non udente, ma temiamo si tratti di grave scorrettezza politica.

Tuttavia, poiché il Manicomio Italia è sempre aperto, la nostra modesta proposta è di abolire per legge, insieme con la razza, anche il cancro e la morte. Tre al prezzo di uno e avremo rimosso tutte le tragedie umane. E’ un’idea da pazzi, quindi ha molte probabilità di essere accolta. Nel Faust di Goethe, Mefistofele, il diavolo, espresse sottovoce una verità assai dura: alla fine, dipendiamo da quelle creature a cui noi stessi abbiamo dato vita. I fantasmi di questa folle post modernità.