venerdì 28 settembre 2018

" LA TRUFFA DEL DEBITO PUBBLICO E DEL PAREGGIO DI BILANCIO FOR DUMMIES "


TOGLIERE IL PAREGGIO DI BILANCIO DALLA COSTITUZIONE E RIACQUISIRE LA SOVRANITA' MONETARIA USCENDO DALL'EURO !

Questo ragazzo, in maniera eccezionalemente semplice, spiega la truffa del debito pubblico !".

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"PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE" 

L'8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri varò, su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, un disegno di legge costituzionale che prevedeva di introdurre il principio del pareggio di bilancio nella Carta Costituzionale. La Commissione Affari Costituzionali e la Commissione Bilancio della Camera dei deputati iniziarono ad esaminare il disegno di legge costituzionale il 5 ottobre 2011 e licenziarono il testo il 10 novembre. 
 
Il 12 novembre 2011 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rassegnò le dimissioni. Il giorno seguente (13 novembre 2011) il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nominò Presidente del Consiglio Mario Monti (che varò tramite decreto-legge una manovra correttiva da 63 miliardi di euro e avviò una serie di politiche molto più restrittive sui conti pubblici).
In coerenza con i nuovi indirizzi del Governo, il Parlamento scelse di esaminare più velocemente il disegno di legge costituzionale sul pareggio di bilancio, tanto più che i suoi contenuti furono generalizzati, mediante l'adozione del Fiscal compact, per tutti gli Stati membri dell'UE che scelsero di aderirvi, all'inizio del 2012. 

La norma venne infatti approvata in soli sei mesi, un periodo di tempo alquanto breve, se si considera che una legge costituzionale necessita di quattro letture parlamentari e di una pausa di tre mesi tra la seconda e la terza. In tutte e quattro le letture parlamentari il disegno di legge venne approvato a larghissima maggioranza, ricevendo il voto favorevole sia della maggioranza che dell'opposizione. Dato che i voti favorevoli al disegno di legge superarono i due terzi dei membri di entrambi i rami del Parlamento, non fu necessario ricorrere ad un referendum confermativo. 

COME VOTARONO I PARLAMENTARI LA LEGGE SULL'INTRODUZIONE DEL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE ?

A questo link https://parlamento16.openpolis.it/votazione/camera/pareggio-di-bilancio-in-costituzione-ddl-n-4205-4205-abb-a-voto-finale/37608 i dettagli delle votazioni con relativo voto dei singoli parlamentari.

CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA:" E' UFFICIALE, CI HANNO PRESO IN GIRO ! "



Il 26 settembre scorso, ovvero due giorni fa, la Procura di Genova ha rilasciato un secondo video, privo di dissolvenze e tagli ( ...ma poi perché effettuare dei tagli sul primo video ? Che motivo c'era ? ), in cui si mostrano gli attimi prima del crollo del Ponte Morandi. 

Stranamente, anche in questo video, non si riesce a cogliere il momento esatto del crollo, a causa - ci dicono - dell'aumento improvviso della pioggia, che avrebbe offuscato l'occhio della telecamera.

Ancor più stranamente però, sembrerebbe che esista un altro video, molto più completo e dettagliato di questo e che la Procura, però, non vuole mostrare pubblicamente, in quanto "influenzerebbe le testimonianze dei testimoni oculari diretti".  

Video che non si vuole mostrare al pubblico italiano e neppure al Ministero dei Trasporti che lo avrebbe richiesto. 

A quanto pare però, quello stesso video, sembra sia stato passato ai colleghi del New York Times, come ben testimoniato in questo loro articolo https://www.nytimes.com/interactive/2018/09/08/world/europe/genoa-italy-bridge-italian.html


Capite ? A quanto pare la Procura di Genova, avrebbe mostrato ai giornalisti del quotidiano americano, quelle stesse prove video che nega al nostro Ministero dei Trasporti ed al popolo italiano.
No comment !

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Vorrei aggiungere, a latere, una piccola nota complottista.

Ricordate il camion della ditta genovese di supermercati, rimasto miracolosamente indenne a pochi metri dal baratro e diventato, suo malgrado, il simbolo di quel disastro ?


Ebbene, sul sito della ditta Basko https://www.basko.it/p/chi-siamo/ si legge: " Basko fa parte del gruppo Sogegross. Il Gruppo Sogegross nasce a Genova nel 1920 a partire da un negozio di bar-drogheria nel quartiere di San Martino...". 


La sua firma, sembra sia dappertutto. Scherziamo ovviamente ! :-) 



martedì 18 settembre 2018

" IL MODELLO GENDER NELLA SOCIETA' FLUIDA CAPITALISTICA "

Il gender è un individuo unico e l'individuo unico è l'ideale per ogni mercato. Cancellata l identità, il gioco è fatto. Inoltre vi è il lato "fragilità interiore", solitamente connaturato con i gender per ovvi motivi; ergo, perfetti per una società fluida predisposta ed "addomesticata" a subire senza ribellarsi.

lunedì 17 settembre 2018

SOLITUDINE:" DATI EUROSTAT, GLI ITALIANI SONO I PIU' SOLI D'EUROPA !"


L'altro giorno mi è capitato di leggere un interessante articolo de "Il Sole 24 Ore " in cui si dimostrava, dati alla mano Eurostat, come gli italiani, siano il popolo più solo d'Europa

Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e persone sole. Ad aggiungere la quarta categoria al noto refrain è Eurostat. Istituto europeo di statistica che ha diffuso i risultati di una survey sulla solitudine delle persone, relativi al 2015, che vedono l’Italia in testa alla classifica. E per cercare di capire quali possano essere le cause di questo fenomeno, Infodata li ha incrociati con alcuni altri indicatori, sia economici che sociali. Risultato? È la povertà che ci rende soli.
 
Intanto, il dato generale. Il 13,2% degli italiani over 16 non ha una persona alla quale chiedere aiuto. Si tratta della percentuale più alta a livello continentale, con un valore medio che si attesta al 6%. Ancora, l’11,9% di chi vive in Italia non ha qualcuno con cui parlare dei propri problemi personali. In questo caso va peggio in Francia, dove si arriva addirittura al 17,7% della popolazione, contro una media europea del 6,1%.

In buona sostanza, un italiano su otto si sente solo. Vuoi perché non può rivolgersi a nessuno per chiedere aiuto, vuoi perché non ha un amico o un familiare con cui parlare dei problemi più intimi. Una quota di solitudine doppia, in termini percentuali, rispetto alla media europea. Al di là delle facili battute su quanto possa essere socievole un popolo di poeti e navigatori, Infodata ha provato ad incrociare i numeri sulla solitudine con altri indicatori. Anche questi relativi al 2015. Obiettivo, cercare di capire quale possa essere la causa di questo sentimento.

Il primo elemento riguarda le persone a rischio di povertà o di esclusione sociale. Quelle cioè che hanno un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale. Il risultato, rappresentato in questa infografica, dice che col crescere della povertà aumenta anche il numero di persone che dichiarano di essere sole.

Utilizzando il filtro in alto è possibile muoversi tra i due indicatori. Ovvero concentrarsi su chi non ha persone a cui chiedere aiuto o su chi non ha amici con cui confidarsi. In entrambi i casi, con un andamento più marcato nel primo, l’aumento del numero di persone a rischio povertà si accompagna ad un incremento di quelle sole. E una tendenza simile si ha prendendo in considerazione il tasso di disoccupazione:

Anche in questo caso, una crescita della quota di persone senza lavoro corrisponde ad un incremento di quella delle persone senza amici cui chiedere aiuto o con i quali confidarsi. Certo, non mancano gli estremi, che peraltro si “toccano”: Macedonia e Grecia hanno entrambe un tasso di disoccupazione intorno al 25%. Ma nel primo caso una persona su dieci afferma di non avere persone alle quali chiedere aiuto. Nella patria della filosofia, invece, questa percentuale scende al 3,8%. E poi c’è un aspetto curioso, che emerge guardando al reddito mediano:

La crescita del reddito si accompagna infatti ad un leggero incremento della quota di persone che si definiscono sole. Una piccola conferma empirica del detto secondo il quale i soldi non fanno la felicità? O, almeno, la socialità? Sia come sia, quando manca il denaro è più facile che le persone finiscano per ritrovarsi nella solitudine. Senza cioè amici con cui parlare o ai quali rivolgersi in caso di bisogno.

Amici che più facilmente sono quelli incontrati sui banchi di scuola e che si conoscono da una vita. E che magari, con gli anni, si rischia di perdere per strada. Col risultato che più cresce l’età mediana della popolazione, più aumenta la quota di persone che si dichiarano sole:


Anche in questo caso l’Italia, Paese più vecchio dopo la Germania, rappresenta l’esempio più lampante. Popolazione più anziana, popolazione più sola. C’è però un elemento che sembra invece correlare positivamente con la solitudine. Nel senso che, quando cresce, riduce la quota di persone che si dichiarano sole. Si tratta del titolo di studio:


L’aumento della quota di laureati si accompagna infatti con una riduzione delle persone “affette” da solitudine. Caso tipico, l’Italia: una percentuale di cittadini che hanno concluso l’università tra le più basse d’Europa e una di quelli che si dichiarano soli tra le più alte. Per finire, Infodata ha provato ad incrociare i dati anche con un indicatore relativo alla salute. Il risultato è questo:


La quota di persone che affermano di percepire il proprio stato di salute come cattivo non porta alcun cambiamento sul fronte della solitudine. Che sembra invece dipendere in negativo dalle condizioni economiche e in positivo dal titolo di studio. Quasi a dire che la povertà ci rende soli, ma la cultura no.

LA PROPOSTA
 
 

Lancio un progetto:" Creare delle case dell'amicizia, sul modello delle case cantoniere, magari proprio nello stesso colore rosso pompeiano, dislocate capillarmente sul territorio", dove uno entra e sa che non verrà criticato, non verrà avversato ma troverà amici veri, pronti ad aiutarlo/a ed a supportarlo/a. Dei veri e propri " Centri di ascolto e di amicizia ". Secondo me funzionerebbe, la domanda c'è.

giovedì 13 settembre 2018

" CENTRI COMMERCIALI APERTI LA DOMENICA ? SI MA SOLO A CERTE CONDIZIONI ! "


A Sydney come a Londra a Tokyo, New York etc. etc. ci sono negozi come 7-Eleven ed altri Convenience Store, aperti SEMPRE H24 e vi assicuro che sono una enorme comodità. 

Ovviamente, "venendo all'Italia", la soluzione non è obbligare i centri commerciali a chiudere di notte o nei week end, perché "sfruttano i lavoratori", come qualcuno, forse troppo semplicisticamente, può pensare, quanto semplicemente, obbligare i proprietari dei centri commerciali, con uno striminzito emendamento al DL presentato in parlamento, ad assumere per i week end e per le notti, "nuovi lavoratori disoccupati". Semplice no ?

Così hai preso due piccioni con una fava:" Da un lato i lavoratori "storici" del negozio, possono rilassarsi nel week.end e stare con le famiglie, dall'altro dai un minimo stipendio ai nuovi assunti (sebbene solo per il fine settimana e/o per le notti) che sarebbero ben lieti di occupare almeno due giorni la settimana o qualche notte, piuttosto che starsene a casa tutto il tempo disoccupati.

P.s. *  La formazione dei cassieri etc.  si può fare benissimo in out-sourcing sulle agenzie interinali, mettendo a frutto i fiumi di fondi UE non utilizzati. Il costo d'assunzione dei nuovi lavoratori sarà compensato con l'incremento d'entrate dei giorni di apertura addizionali. 

* Si lasci al titolare del negozio la libertà di scegliere. Chi vuole restare chiuso resta chiuso, mentre chi vuole aprire si assuma il rischio d'impresa ed assuma nuovi disoccupati formati. 

* Si imponga, nell'emendamento al DL, l'OBBLIGO documentato di assumere nuovo personale part-time fra i disoccupati presenti su suolo nazionale. L'imprenditore che vorrà tenere chiuso il fine settimana, sarà altresì libero di poterlo fare.  

" DIRETTIVA UE 2018 SUL COPYRIGHT. COSA CAMBIA ? "

NE PARLA BYOBLU