mercoledì 28 novembre 2018

" LO STATUS E' UN FATTO MENTALE ! "





Quando ero in Germania, un giorno nel dipartimento di Biologia dell'Università, entrò un gruppo di una decina di ragazzi e ragazze ben vestiti. Li ricordo come se fosse oggi:

" I maschi indossavano un completo scuro in giacca e cravatta. Camminavano con passo allungato e sicuro, petto in fuori e pancia in dentro. Con il volto ben rasato e lo sguardo sicuro, reggevano nella mano destra una valigetta di pelle nera che faceva pendant con le scarpe lucide dello stesso colore. 

Le donne, belle come valchirie, vestivano un talleur scuro che faceva contrasto con il biondo dei capelli e l'azzurro degli occhi. Anche loro, come i maschi, camminavano con passo sicuro e fare altezzoso, mentre sull'avambraccio, piegato quasi a simulare un involontario "gesto dell'ombrello" rivolto verso i comuni mortali chje le ammiravano, reggevano delle borsette firmate, dall'apparente inestimabile valore.

Il gruppetto, senza guardarsi intorno, dopo avere attraversato, con rapido passo, il corridoio che dava sui nostri laboratori, entrò nell'ufficio del Prof. responsabile del nostro dipartimento.

Dopo circa una mezzoretta, la porta del Prof. si riaprì e dall'interno della stanza fuoriuscì il gruppo di ragazzi, preceduto da risate, pacche sulle spalle ed un vociare alto che si mescolava ad un gradevole profumo di qualche marca d'alta moda.

Quando si furono allontanati, incuriosito, mi rivolsi al mio collega teutonico biologo. 

Il ragazzo si chiamava Peter e la sua immagine era a dir poco antipodale rispetto a quella dei ragazzi appena usciti. Perennemente incurvato sullo schermo del computer, più grasso che lungo, da quando lo conoscevo vestiva sempre gli stessi abiti:" Un maglione di lana verde, comprato forse ai mercatini di seconda mano della domenica ed un jeans sdrucito che fungeva anche da salvietta puliscimani, dopo i frequenti spuntini che il buon Peter ingurgitava tutto d'un fiato così come una foca inghiotte un pesce lanciatogli dall'istruttore. Per non parlare dell'olezzo che emanava e che non era affatto un profumo d'alta moda come quello dei ragazzi appena usciti, quanto un misto di mostarda, ketchup e forse wrustel ben cotto".

Come stavo dicendo, mi rivolsi a lui e gli chiesi:

" - Scusa Peter, chi erano quei ragazzi appena usciti dalla stanza del Prof. ? Sono forse ispettori ?

- No, no! Rispose Peter, accennando un sorriso sotto i baffi leggermente unti dal probabile companatico dell'ultimo panino ingurgitato. Quelli sono studenti della facoltà di Odontoiatria. Si vestono così perchè hanno già acquisito lo status di Dentisti. Sai...sono prossimi alla laurea ed il nostro Prof. è coordinatore interfacoltà !".

La sua risposta mi lasciò basito ed alquanto perplesso. 

Mentre mi guardavo intorno e vedevo i miei colleghi Biologi, già laureati, il paragone con i "quasi dentisti" appena usciti fu inevitabile. Sembrava la saga dei "ricchi e poveri". Da una parte c'eravamo noi biologi, pingui o smunti e malvestiti e dall'altro c'erano loro.

La riflessione fu inevitabile ed allora capii che volente o nolente, esistono facoltà di serie A e facoltà di serie B e non è un fatto solo italiano. Anche nell'avanzata Germania, lo "status" è più un fatto mentale che un traguardo fisico, economico, concreto raggiunto. 

Ciò che da sicurezza ad un Uomo non è tanto quello che sta facendo in quel momento, ma le possibilità e le prospettive che quello che sta facendo potranno garantirgli in termini di crescita personale futura. 



In altre parole, vale più intraprendere un cammino difficile ma che sai un giorno ti condurrà sulla vetta della montagna, piuttosto che incamminarsi per una pianura dove sai già che, nonostante l'impegno ed i chilometri che potrai accumulare alle spalle in decenni di carriera, ti condurrà sempre in un altro punto di quella piatta ed insignificante pianura.

giovedì 1 novembre 2018

CATASTROFE ITALIA:" TUTTI I DATI REALI SU MATRIMONI E DIVORZI ! "


"Give me liberty, or give me death!" ("Datemi la libertà o datemi la morte"), sentenziava, in un suo storico discorso, l'americano già primo governatore dello stato della Virginia fra il 1776 e il 1779, Patrick Henry

Vero, noi italiani, abbiamo perso la "grande guerra" e di fatto, d'allora siamo un paese occupato, tuttavia nessuno, avrebbe mai potuto immaginare, che gl' italiani avrebbero seguito, a distanza di circa due secoli e mezzo, forse un po' troppo alla lettera, le parole di Henry. 

La libertà è senza ombra di dubbio un valore fondamentale nella vita di un Uomo e oggi, gl' italiani, sia uomini che donne, sembrano volerla ricercare ed applicare in ogni ambito della propria esistenza, matrimonio incluso.

Gli ultimi dati Istat, a proposito di connubi, fotografano la situazione di un paese in radicale e profonda trasformazione. Basti pensare che negli ultimi 20 anni le unioni di lunga durata in Italia sono diminuite quasi di un quarto; per la precisione, la quota di divorzi, relativa ai cosiddetti matrimoni di lunga durata (vale a dire quelli uguali o superiori a 17 anni) è passata dall’11,3 per cento del 1998 al 23,5 per cento registrata a fine 2017.

Per quanto riguarda i divorzi, infatti, si nota una spinta molto forte, grazie anche all’approvazione della cosiddetta legge del “divorzio breve” approvata nel corso dello stesso 2015, con la quale si riducono in maniera drastica i tempi che devono intercorrere obbligatoriamente tra il provvedimento di separazione e quello effettivo di divorzio, dai 52.355 divorzi riscontrati nel 2014 si è giunti nel 2015 alla registrazione di 82.469 casi.
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In pratica, in un solo anno 2014-2015, le pratiche di divorzio sono aumentate di 30.000 unità. Questi dati, relegano ovviamente, agli ultimi posti nel ranking mondiale delle unioni matrimoniali, il nostro paese. In sostanza l'Italia non è solo un paese, dove ci si sposa di meno ma anche dove i matrimoni, durano di meno in assoluto. Diciamo che le parole del buon vecchio Henry, agl'italiani, gli fanno un baffo.
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Per non parlare dei dati sui single, ovvero dei celibi e nubili, insomma dei fortunati, volendo utilizzare un neologismo applicabile ai tempi moderni e all'indirizzo "ammeregano",  che il nostro paese, inevitabilmente, sembra avere intrapreso ormai da anni.

Il verdetto è di quelli inappellabili e che non lasciano adito ad interpretazioni di sorta:" Nella classe di età fra i 45 e i 54 anni, quasi un uomo su quattro, non si è mai sposato mentre è nubile quasi il 18% delle donne. 
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Nella fascia d'età fra i 55 e i 64 anni, i divorzi rispetto all'anno 1991, sono più che quadruplicati.


Al 1° gennaio 2018 i celibi hanno in pratica raggiunto i coniugati (15-64 anni): 47,7% contro 49% della popolazione totale; Le coniugate, invece, continuano a prevalere sulle nubili (55% contro il 39%).
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Insomma se è vero che il matrimonio è un artefatto creato dall'uomo e mai voluto dal creatore, almeno in Italia, siamo sulla buona strada per portarlo a completa estinzione.
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Il dubbio, a questo punto, che è lecito porsi è:" Siamo proprio sicuri che l'incremento dei single nella società, sia un fenomeno casuale e non voluto ? ".

SpeedDate.it, il portale che offre ai single, il modo per incontrare nella vita reale gente nuova e potenziali partner, ha diffuso uno studio in cui emerge che, rispetto a chi è in coppia, le persone che scelgono di vivere senza l'altra metà, affrontano un costo della vita superiore in media del 69%. 

Per i single il costo per l'abitazione è doppio: in media 700 euro mensili contro i 350 euro di chi vive in coppia, anche perché gli appartamenti di piccolo taglio sono proporzionalmente più costosi di quelli più grandi. Così come spendono di più per il cibo e per le bevande: in media 540 euro mensili contro i 250 euro di chi vive in coppia.

Sostanzialmente, diciamocela tutta, i single , sono funzionali alla società del capitale. Una coppia, infatti, ha bisogno di un solo frigorifero, di una sola TV, di una sola lavatrice, di un solo appartamento etc. Una coppia scoppiata, ovviamente avrà bisogno di due frigoriferi, due TV, due lavatrici, due appartamenti etc.

Non solo, la spinta a far sposare i cittadini, dovrà essere accompagnata, negli anni successivi al matrimonio, ad una altrettanta spinta a favorire i divorzi. Solo in questo modo si massimizzeranno le spese, i costi e quindi l'indotto economico, apportato al bilancio della società.

Direi a questo punto di terminare con una frase di Confucio: “ Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine, Per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale, Per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori.”