lunedì 22 luglio 2019

ROSA DI MAGGIO 2019


Questa rosa l'ho trovata incastrata nella maniglia d'ingresso della casa dei miei anziani genitori, esattamente così come si vede nella foto, un giorno di maggio 2019 !

lunedì 15 luglio 2019

" LA RICCA SIGNORA E IL POVERO VENDITORE DI UOVA ! "


Una ricca signora chiede ad un vecchio venditore di uova, accovacciato all'angolo di una strada:
 

" A quanto vendete le vostre uova ? "

Il vecchio venditore risponde:


" A 0.50 centesimi un uovo, signora !" 


La signora dice:


"Prendo 6 uova per 2.50 euro o me ne vado !".


Il vecchio venditore le risponde:


"Acquisti al prezzo che desiderate, signora. Questo è un buon inizio per me, perché oggi non ho venduto un solo uovo ed ho bisogno di questo per vivere ! ".

La signora acquista le sei uova a prezzo scontato, dopodiché va via con un sorriso stampato in volto e la sensazione di aver vinto.


Entra nella sua auto elegante e con una sua amica vanno a mangiare in un noto ristorante del centro. Lei e la sua amica ordinano un pranzo costoso. Mangiano un po' e lasciano buona parte di quello che avevano ordinato, nel piatto. Pagano il conto di 400 euro, con la somma di 500 euro, dicendo al proprietario di tenere il resto come mancia.


Questa storia potrebbe sembrare abbastanza normale nei confronti del titolare del ristorante di lusso, ma molto ingiusta per il venditore di uova:

La domanda, a questo punto, è:

Perché dobbiamo sempre dimostrare che abbiamo "potere" quando compriamo dai bisognosi ?
E perché siamo generosi con quelli che non hanno nemmeno bisogno della nostra generosità ?

Una volta ho letto da qualche parte:

"Mio padre aveva l'abitudine di acquistare beni ai poveri a prezzi elevati, anche se non aveva bisogno di quelle cose.
A volte li pagava di più'.
Un giorno gli chiesi:"Perché lo fai, papà?"
Così mio padre rispose:
"E' una carità avvolta nella dignità, figlio mio !"

*Cerchiamo di essere sempre grati alla vita !".

domenica 14 luglio 2019

" RIMINI:" LA MIA AFRICA ! "


SALUTI DA TERRA STRANIERA A DUE PASSI DA RAVENNA

Arriva la sera a Rimini e la cittadina della Riviera Romagnola si mostra in tutto il suo splendore. Lascio le valige in albergo ed esco in strada per godermi la fresca brezza marina. Alloggio in un Hotel in viale Mantova a Rimini Miramare, così dopo pochi passi sono sul lungomare. Una miriade di negozi, bar, ristoranti, hotel si sussegue per chilometri in entrambe le direzioni. Il viale pullula di turisti di ogni nazionalità, anche se prevalentemente provenienti dal nord-Europa. Decido di passeggiare verso Marina Centro, tenendo la costa sulla destra. 

Rivazzurra, Marebello, Bellariva sono un crogiolo di umanità. Concerti per la "Notte Rosa", bancarelle, sale ballo improvvisate e karaoke, mi strappano un sorriso.  Sulla mia sinistra i negozi di alimentari, souvenir, si susseguono l'un l'altro, senza soluzione di continuità. Entro in un negozio a caso per comprare una bottiglietta d'acqua e cerco di spiegarmi a gesti al ragazzo, probabilmente pakistano che ci lavora dentro. Pago, esco e proseguo a camminare. Qualche chilometro più avanti ho voglia di un'aranciata. Entro in un'altro negozio di alimentari, mi spiego a gesti con il commesso del bangladesh che non parla italiano ed a stento capisce l'inglese, pago ed esco. Più avanti ho voglia di un gelato. Entro mi spiego a gesti con la commessa dell'Ucraina, pago ed esco. Sulla strada del ritorno verso Miramare, decido di acquistare delle pile. Entro mi spiego a gesti con il commesso indiano, pago ed esco. Il mio subconscio mi comunica che c'è qualcosa che non quadra. Questa non è la Rimini che avevo conosciuto venti anni addietro. Comincio a focalizzare la mia attenzione sul personale dei negozi e mi rendo conto che non è italiano, come dovrebbe essere in una città italiana, ma è tutto straniero. Guardate non parliamo di un negozio ogni tanto e neppure di un negozio su due, ma di nove negozi su dieci gestiti da immigrati.


DECIDO D'INFORMARMI 


Inquadrata l'anomalia, decido di scavare a fondo sul fenomeno e di capire il perché in pochi lustri, un intero asset commerciale strategico, come quello dei negozi di alimentari e souvenir di Rimini ( parliamo di centinaia e centinaia di negozi ), sui viali di lungomare, sia passato in mani straniere. Intanto la prima cosa da capire è quella, se il personale straniero è solo impiegato, oppure è proprietario del negozio. Decido così di cambiare l'approccio. Entro nei negozi presentandomi come Biologo Consulente in Igiene degli Alimenti e Haccp ( cosa peraltro vera). Chiedo di parlare con il proprietario se possibile e chiedo se il titolare è italiano e parla quindi italiano. Tutti mi rispondono che il titolare è straniero e al momento non è in negozio. Saluto e dico che magari ripasso.

Bene ! Accertato questo punto, passo alla verifica successiva. Vedo un piccolo supermercato con una commessa alla cassa, con una faccia simpatica ed un accento inconfondibilmente romagnolo. Entro compro un pacchetto di caramelle e una volta giunto alla cassa, attacco bottone, portando il discorso sui negozi passati in mani straniere. Lei mi dice:" Guarda è proprio così. In pochi anni sono stati tutti ceduti a stranieri !". Io chiedo, come mai e lei mi risponde:" Vorremmo capirlo pure noi!".


CERCHEREMO DI CAPIRE !

Riguardo alla cessione dei negozi di alimentari e souvenir di Rimini agli stranieri, cercheremo d'indagare a fondo e di capire cosa sia successo e cosa stia succedendo. Possiamo dire che non siamo i soli ad aver percepito l'anomalia in atto http://www.ilgiornale.it/news/politica/rimini-citt-dimmigrati-dove-comanda-lillegalit-1157730.html e non sembra neppure cosa di poco conto https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/2007/03/17/1052-lunghe_mani_dell_sulla_nostra_Riviera.shtml .

Anni addietro, quando la riviera romagnola sopperiva alla carenza di personale fra i disoccupati del sud-Italia, con gli "stagionali italiani", le liquidità erogate rimanevano entro i confini nazionali e contribuivano ad incrementare i consumi nazionali e stavamo meglio tutti. Oggi con le attività in mani straniere e le "rimesse" vanno verso i paesi di provenienza dei lavoratori stranieri e la perdita di liquidità circolante sul territorio è evidente.

Nessuno, d'altra parte, venga a raccontarci la solita menzogna che gli stranieri servono a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare o che non si trovano italiani stagionali da impiegare nella Riviera Romagnola. Pochi sanno, ad esempio, che gli Uffici di Collocamento in Italia, tuttora nel 2019, nell'era di internet, non comunicano fra di loro. Ergo se un ragazzo, bravo, volenteroso, cameriere titolato, che parla magari pure cinque lingue, si iscrive all'Ufficio di collocamento di Canicattì, l'ufficio di collocamento di Rimini, non verrà mai a saperlo e non solo. Neppure gli Uffici di Agrigento o Caltanissetta, sapranno dell'esistenza di quel lavoratore, proprio perchè manca (volutamente), una interazione fra gli uffici di collocamento sul territorio nazionale ed in particolare manca un DATABASE UNICO che noi già proponemmo tempo addietro su questo blog http://dralbano.blogspot.com/2016/05/e-necessario-il-ripristino-dei-vecchi.html

Molto probabilmente i politici italiani, proni e genuflessi alle direttive comunitarie, si rifanno alla curva di Phillips, che prevede un aumento dell’inflazione quando diminuisce la disoccupazione e quindi, volutamente, mantengono chiusi i canali di comunicazione fra gli uffici di collocamento della Riviera Romagnola e quelli della bassa Italia, di modo da mantenere, volutamente alto, un tasso di disoccupazione nazionale a due cifre. Questo impedisce l'aumento dei prezzi ed in definitiva impedisce che la moneta circolante perda potere d'acquisto su beni, merci e servizi, favorendo, ancora una volta,  le grandi corporazioni economiche e finanziarie europee.


Intanto passeggiando sulla strada per il ritorno, comincio a far caso alle facce di chi mi sta intorno. La città e strapiena di nord-africani e africani in quantità smisurata. Vendono monili, braccialetti, forse qualcuno pure droga. Questa non è la mia Rimini ma la mia Africa, penso. Prestando attenzione all'accento, mi rendo conto che non sono i soli. Rumeni, albanesi, polacchi, ucraini, moldavi, turchi sono numerosissimi anche se non li noti, perché si confondono con gli italiani. 

Quello che possiamo dire è che Rimini non è più la stessa città di quindici o venti anni addietro, ma è peggiorata in termini di sicurezza http://www.ilgiornale.it/news/cronache/rimini-i-residenti-denunciano-cos-spacciatori-africani-1407331.html e credo di non sbagliarmi se dico che alla base di questo degrado ci sono, come sempre, scelte politiche sbagliate https://voxnews.info/2018/07/17/rimini-il-pd-trova-lavoro-a-30-africani-italiani-snobbati/

LE ANALOGIE CON QUANTO E' ACCADUTO IN GRECIA

Chiudo con uno stralcio dell'intervista che la collega Tiziana Alterio ha fatto a Giorgia Bitakou, giornalista e leader del movimento popolare “Exit Greek” che si batte per l’uscita della Grecia dall’UE. Le parole di Bitakou sono terribili e sono un monito per tutti noi italiani, in quanto ci fanno capire che il protocollo attuativo è quello ed è identico per tutti i paesi, entrati nel mirino dei criminali, apolidi della globalizzazione finanziaria, senza regole né scrupoli. La Grecia non è altro che l'avamposto dell'esercito di predatori che verrà a depredare anche il nostro paese. Facciamoci, almeno, trovare pronti !
***

(T. Alterio ) - Il 51% dei greci non è andata a votare, chiaro segno della sfiducia nei confronti del sistema politico ma come mai il restante elettorato si è spostato su Nuova Democrazia?
( G. Bitakou ) - Ti rispondo con i numeri. In Grecia siamo 11 milioni e hanno votato soltanto 3 milioni di persone direzionando i loro voti verso i tre partiti di sistema, il Pasok cioè i socialisti che pure nel 2010 ci hanno portato nel primo memorandum, poi Syriza e poi Nuova Democrazia. In più, bisogna considerare che negli ultimi anni è stata data la nazionalità ad un milione di stranieri per avere nuovi elettori. Non siamo razzisti ma a loro sono state date le case pignorate ai greci. Hanno fatto entrare manodopera a basso costo e ora siamo noi costretti a lasciare il nostro Paese mentre gli stranieri entrano senza problemi. La gente non può più di un Paese con le frontiere aperte e con i greci costretti invece ad emigrare, di una politica contro la dignità dei greci.