domenica 28 giugno 2020

" DR. MASSIMO CITRO : CORONAVIRUS E INGANNO GLOBALE "


Pubblico volentieri questa intervista al Dr. Massimo Citro, Medico estremamente preparato di Torino. Dal sito Macrolibrarsi, si legge sulla sua biografia: il Dr. Massimo Citro lavora come Medico e psicanalista a Torino. Dottore in Medicina e Chirurgia, Dottore in Lettere Classiche a indirizzo storico, specialista in Psicoterapia, è autore di saggi letterari e scientifici. Ricercatore scientifico e scopritore del TFF (Trasferimento Farmacologico Frequenziale), dirige l'Istituto di Ricerca "A. Sorti".  Ha pubblicato: Gli Dèi e i Giorni (Ecig, 2003, con prefazione di Marco Columbro), Vietato studiare (Macro Edizioni, 2008, con prefazione di Gabriele Mandel), The Basic Code of the Universe (Inner Traditions, Rochester, USA, 2011, con prefazione di Ervin Laszlo). Co-autore, con Masaru Emoto, de La Scienza dell'Invisibile (Macro Edizioni, 2011).

Avevo pubblicato il video su Facebook ma è stato, immediatamente, censurato. E' presente, tuttavia, ancora su youtube a questo link https://www.youtube.com/watch?v=Zqnudur-B1g , almeno fino a quando non lo censureranno anche lì. 

Ascoltatelo con attenzione perchè tutto ciò che dice il Dr Massimo Citro, lo dice con cognizione di causa e con elevata preparazione medico-scientifica, citando addirittura il lavoro da noi pubblicato su questo blog sull'emoglobina http://dralbano.blogspot.com/2020/04/covid-19-attacca-la-catena-1-beta.html ( fummo i primi in Italia a parlare di Sars-Cov2, Eme ed idrossiclorochina ) e sulla vitamina D3  http://dralbano.blogspot.com/2020/05/prove-che-lassunzione-di-vitamina-d.html

domenica 21 giugno 2020

" CIOCCOLATO "




Un po' di storia



Le origini del cacao sono antichissime. Si pensa che le prime piante di cacao fossero già presenti oltre seimila anni fa in America centrale. Sulla base di ricostruzioni storiche attendibili, furono addirittura i Maya, i primi a coltivare e consumare il cacao. Anche nella civiltà Azteca, d’altra parte, troviamo informazioni interessanti; secondo una loro leggenda, i semi di cacao, sarebbero stati donati al popolo della terra, dal Dio serpente piumato Quetzalcóatl, affinché alleviasse la fatica degli Uomini. Non a caso il termine cioccolato potrebbe essere ricondotto alla parola azteca "Xocoatl", che stava ad indicare il nome di una bevanda amara, a base di semi di cacao. Questo, d’altra parte, era il modo in cui il cioccolato, veniva consumato prima che i conquistadores spagnoli, arrivassero in sud America.

Secondo la Smithsonian Institution, in diverse società latinoamericane precolombiane, i semi di cacao erano usati come valuta di scambio. I Maya e gli Aztechi credevano che i semi di cacao avessero proprietà magiche e li usavano durante importanti rituali. Quando arrivarono i conquistadores spagnoli, nacque il cioccolato zuccherato. La leggenda narra che il re azteco Montezuma, diede al conquistatore Hernán Cortés un amaro drink al cioccolato, che gli antichi testi scritti riportano come disgustoso. Gli uomini di Cortés aggiunsero zucchero di canna e miele e lo riportarono in Spagna, dove divenne ben presto, una bevanda molto diffusa e gradita.



Nel 1847, un'azienda di cioccolato di Bristol, in Inghilterra, la J. S. Fry & Sons, meglio conosciuta semplicemente come Fry's, creò la prima barretta di cioccolato prodotta in serie. Questo avvenne quando Joseph Fry aggiunse burro di cacao al cioccolato e lo trasformò in una pasta modellabile. Il cioccolato al latte fu inventato poco dopo con l'aiuto di Henri Nestlé, il fondatore dell’attuale colosso multinazionale. Anche i principali marchi europei di cioccolato Lindt e Cadbury iniziarono proprio nel 1800.



Ad ogni modo, sin dalla sua scoperta, il consumo del cacao non ha mai smesso di aumentare. Nel solo anno 2019, nel mondo, abbiamo consumato all’incirca 7,7 milioni di tonnellate di cacao,  generando un indotto di oltre 100 miliardi di dollari. Uno dei Paesi al mondo più conosciuti per la produzione del cioccolato e anche il più grande consumatore al mondo è la Svizzera, dove ogni abitante ne consuma in media 8,8 kg. A seguire troviamo l’Austria e la Germania rispettivamente con 8,1 kg e 7,9kg  procapite. L’Italia, ben lontana, ne consuma in media fra i 2,5Kg e 4 Kg pro-capite.


Che cos'è il cioccolato ?


Il cioccolato è un alimento ottenuto dai frutti di una pianta tropicale il cui nome latino “Theobroma Cacao” (cibo degli dei)  fu dato da Carl von Linné, naturalista svedese, nel 1753. In sintesi, potremmo dire che il cacao è una pianta. Il cioccolato è un alimento che si ottiene dalla lavorazione della polvere di cacao con lo zucchero, mentre la cioccolata è una bevanda al cacao.


Le piante di cacao, sono originarie dei bacini fluviali dell'Amazzonia e dell'Orinoco, in Sud America. Ampiamente distribuite dal Messico sud-orientale al Rio delle Amazzoni, successivamente alla diffusione della popolarità del cioccolato, le piantagioni si estesero anche in altre regioni, come l'Africa occidentale e il sud-est asiatico. Oggi, Ghana, Costa d'Avorio, Nigeria, Indonesia e Brasile rappresentano circa l’80%  della produzione mondiale di cacao.


Gli alberi di cacao danno frutti molto simili per forma e dimensione alla papaya. Queste bacche irregolari, chiamate cabosse, contengono all’interno, dai 20 agli 80 semi, la cui fermentazione, successiva essiccazione, torrefazione e macinatura, porta alla formazione del cacao in polvere. Successivamente dal cacao in polvere si ottengono, in base alle miscele, le diverse varietà di cioccolato, utilizzate nell’industria dolciaria e quindi anche in gelateria. I semi di cacao contengono dal 30% al 45% di materie grasse, dalle quali si ricava inoltre, il burro di cacao molto usato in farmacia e in cosmetica


Cioccolato e salute cardiovascolare


Diversi studi scientifici hanno indagato il ruolo che il cioccolato può avere sulla salute cardiovascolare e ne hanno certificato una correlazione per consumi moderati. Il cacao, infatti, è ricco di fitonutrienti, i quali agiscono come forti antiossidanti. Inoltre, i chicchi di cacao sono ricche fonti di ferro, rame, magnesio, zinco e fosforo. Il cioccolato fondente contiene 2-3 volte più flavonoidi del cioccolato al latte poiché la concentrazione di cacao nel cioccolato al latte è diluita con latte e zuccheri. In genere, tanto maggiore è la percentuale di cacao nel cioccolato e tanto superiore è la presenza di flavonoidi. In media, 100 grammi di fondente ne contengono 50-60 mg, mentre in un'analoga quantità di cioccolato al latte ne ritroviamo soltanto 10 mg; addirittura nulla è invece la percentuale di flavonoidi nel cioccolato bianco.



Una meta-analisi del 2017 sugli effetti del cioccolato sulla cardiopatia coronarica, l'ictus e il diabete, pubblicata sulla rivista Nutrients, ha concluso che il maggior beneficio era associato all'assunzione moderata di cioccolato. Gli autori hanno riscontrato scarsi benefici nelle malattie cardiache o nella riduzione dell'ictus tra le persone che consumavano cioccolato più di tre volte a settimana. Gli effetti protettivi contro il diabete sono emersi a due porzioni a settimana, ma questo beneficio è scomparso se le persone avevano più di sei porzioni a settimana.



D'altra parte, i risultati di uno studio su larga scala di oltre 150.000 cittadini statunitensi di sesso maschile che non avevano una coronaropatia all'inizio dello studio, suggeriscono che mangiare 30 grammi, di cioccolato almeno cinque volte a settimana può aiutare prevenire il rischio di eventi correlati alla malattia coronarica come infarto e insufficienza cardiaca.



Il cioccolato può anche aiutare a prevenire lo sviluppo della fibrillazione atriale, un tipo di battito cardiaco irregolare che aumenta il rischio di insufficienza cardiaca, ictus e altro ancora. Uno studio, pubblicato sulla rivista Heart nel 2017, ha dimostrato che gli adulti che mangiavano cioccolato almeno una volta al mese avevano un tasso di fibrillazione atriale inferiore del 10-20% rispetto a quelli che non mangiavano mai o raramente cioccolato.



Cioccolato e salute cerebrale



Il cioccolato può essere un ottimo coadiuvante anche per il mantenimento della salute cerebrale. Alcuni studi si sono concentrati sulla capacità del cioccolato di migliorare la funzione cognitiva. In particolare uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease nel 2016, ha dimostrato che il consumo di cioccolato potrebbe ridurre il rischio di declino cognitivo nelle terza età. Lo studio ha esaminato quasi 400 cittadini portoghesi di età superiore ai 65 anni e ha visto che coloro che mangiavano una moderata quantità di cioccolato - in media, uno spuntino a settimana; lo studio non ha fatto distinzione tra latte e cioccolato fondente - ha diminuito il rischio di declino cognitivo del 40 % in due anni.

Cioccolato e tono dell’umore



Secondo il Dartmouth Undergraduate Journal of Science, il cioccolato contiene sostanze che stimolano il cervello mimando il ruolo della cannabis, come la anandamide e sostanze che hanno effetti simili all'anfetamina, come la tiramina e la feniletilamina (PEA). Il cioccolato può inoltre interagire con i neurotrasmettitori preposti alla regolazione del tono dell'umore, come la dopamina, la serotonina e le endorfine. Uno studio del 2013 pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, ha confermato questa ipotesi sottolineando, tuttavia, che suddetti effetti potrebbero avere più a che fare con il gusto ed il profumo del cioccolato, che con le sue proprietà nutrizionali.


Come molti alimenti, il cioccolato è quindi salutare se consumato con moderazione. Il cacao in polvere, ovvero il cacao amaro, apporta mediamente 228 Kcal per 100 grammi di prodotto. Gli zuccheri e i grassi che vengono aggiunti al cioccolato lo rendono ricco di calorie, il che può portare ad un eccessivo introito calorico e quindi ad incremento ponderale, tuttavia la gratificazione e i benefici nutrizionali associati ad un bel gelato al cioccolato, mangiato anche due o tre volte a settimana, ci spingono a dare un bel pollice in su a questo meraviglioso dessert.


giovedì 11 giugno 2020

" ELENCO DEGLI STATI EUROPEI CONTRIBUTORI NETTI E BENEFICIARI NETTI PER IL BILANCIO UE "

In un'ottica prospettica di una ormai sempre più probabile no-deal-Brexit, questa slide mostra, in parte, il peso che quest'ultima avrebbe sulle casse dell'Unione e quindi dei suoi paesi membri.