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venerdì 7 agosto 2015

TSO :" OMICIDIO DI STATO ! "


Con trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O.), in Italia si intendono procedure sanitarie normate e con specifiche tutele di legge, che possono essere applicate in caso di motivata necessità e urgenza clinica, conseguenti al rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica o infettiva non altrimenti gestibile, a tutela della sua salute e sicurezza e/o della salute pubblica.

Il trattamento sanitario obbligatorio, istituito dalla legge n. 180/1978 (legge Basaglia) e attualmente regolamentato dalla legge 23 dicembre 1978 n. 833 (articoli 33-35) è un atto composito, di tipo medico e giuridico, che consente l'effettuazione di determinati accertamenti e terapie ad un soggetto affetto da malattia mentale che, anche se in presenza di alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, rifiuti il trattamento (solitamente per mancanza di consapevolezza di malattia).


Il concetto di T.S.O. basato su valutazioni di gravità clinica e di urgenza e, quindi, inteso come una procedura esclusivamente finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza del paziente, ha sostituito la precedente normativa del 1904 riguardante il "ricovero coatto" (legge n. 36/1904), basato sul concetto di "pericolosità per sé e per gli altri e/o pubblico scandalo", concetto maggiormente orientato verso la difesa sociale.


Il T.S.O. viene disposto dal sindaco del comune (il sindaco è la massima autorità sanitaria di un comune) presso il quale si trova il paziente, su proposta motivata da due medici, di cui almeno uno appartenente alla ASL territoriale del comune stesso. Il T.S.O. può essere eseguito sia in ambito ospedaliero che presso l'abitazione o altra sede. La procedura impone, infine, la convalida del provvedimento del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza.
Il T.S.O. ospedaliero viene disposto quando:
  • una persona affetta da malattia mentale necessiti di trattamenti sanitari urgenti;
  • rifiuti il trattamento;
  • non sia possibile prendere adeguate misure extraospedaliere.
Il T.S.O. ha una durata massima di sette giorni, ma può essere eventualmente rinnovato su richiesta di uno psichiatra nel caso in cui persistessero i requisiti richiesti per l'attuazione, quindi, prolungato.

Durante il T.S.O., che si svolge nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione, e può essere trasformato, in qualunque momento, in ricovero volontario su richiesta del paziente, viene mantenuto anche, per quanto possibile, il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura.

Per quanto riguarda il T.S.O., la legge indica la scelta del luogo di ricovero nei Centri di Salute Mentale (CSM) o, dove assenti o per diversa valutazione, nei reparti di psichiatria esistenti negli ospedali generali (i cosiddetti Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, o SPDC). La Conferenza delle regioni e delle province autonome, insieme a chiarimenti su caratteri giuridici e procedurali nell'applicazione del T.S.O., nell'aprile 2009 ha proposto alcune indicazioni tese alla possibilità di effettuare Trattamenti (o Accertamenti) Sanitari Obbligatori extraospedalieri, qualora sussistano i due criteri sopra citati ma non il terzo.

Il TSO non può essere attivato se lo stato di alterazione è dovuto a demenza, alcol, droghe, infezioni e neoplasie cerebrali, nonostante il pericolo evidente per le cose e le persone altrui. Può essere richiesto se la persona è affetta dachizofrenia e disturbi dell'umore, gravi disturbi della personalità.

Le terapie e trattamenti eseguibili in via coattìva non consistono solamente nella somministrazione di farmaci. Nei non rari casi di depressione catatònica, in cui vi è un'insufficiente risposta ai farmaci, è ancora praticata la terapia con elettroshock.

L'Italia è uno dei pochi Paesi che non prevede per il TSO nè la forma scritta a pena di nullità, nè un referto di esami (quali test psicometrici a risposta multipla) specialistico e documentato di almeno due psichiatri, e consente una restrizione della libertà personale con la generica "proposta", anche non documentata, di due medici di base. Il giudice non interviene subito, ma dopo 48 ore dalla firma del sindaco, a TSO già avvenuto.

La legislazione non prevede un mdello di certificato medico standardizzato, nè le informazioni minime che la richiesta dei medici o la decisione di TSO deve contenere a pena di nullità, sebbene questa sia sottoposta alla convalida di un Giudice Tutelare.

Un secondo elemento di incostituzionalità è dato dal fatto che il TSO in Italia non è qualificato giuridicamente come una pena, ma di fatto è una privazione coatta della libertà personale, al pari della reclusione, e questa si applica anche a cittadini incensurati e senza pendenze processuali in corso, per cui vale la presunzione di innocenza fino a prova contraria, ovvero si applica per reati contro lo Stato e contro il patrimonio per il quale le ragioni del TSO vengono meno.

Altro elemento è la genericità della norma. Sebbene la Costituzione vieti esplicitamente i trattamenti sanitari obbligatori, la legge 183/1980 si limita a circoscriverli al solo ambito psichiatrico,ad una generica malattia mentale, senza definire tassativamente nè le tipologie di malattia o disordine psichiatrico, nè le terapie eseguibili in via coattiva.

In altri Paesi europei, come la Germania, il TSO si applica solo a chi ha condanne definitive per reati gravi.

In Italia, il TSO può essere disposto sia se il paziente è violento e socialmente pericoloso, sia se la violenza è rivolta contro se stesso fino al rischio di suicidio. Le due fattispecie di malattia psichiatrica sono nettamente distinte, ovvero in rari casi la violenza contro se stessi può essere rivolta ad altri e diventare penalmente rilevante.
Il TSO ha l'obiettivo di prevenire reati e comportamenti socialmente pericolosi, laddove elemento basilare di qualsiasi ordinamento penale è il fatto che- per quanto riguarda la violenza contro terzi- il reato debba essere consumato prima di essere punibile e punìto, e che la violenza contro se stessi fino al suicidio non costituiscono profilo di reato.


In Germania: La Corte Federale tedesca è stato il primo organismo in Europa a bandire completamente nel 2012 i tratattamenti sanitari obbligatori, quale misura socialmente irrilevante e lesìva della dignità dell'uomo. La legge prevede manicomi chiusi solo per le persone condanante in via definitiva per reati contro la persona. Vi sono altri istituti in cui sono i tribunali sociali, con gli assistenti sociali e un medico, a decidere il ricovero, che va condiviso dai familiari.


"LA CRONACA"



Lo scorso 29 Luglio 2015, nella frazione di Carmignano, a Sant'Urbano, nella Bassa padovana, Mauro Guerra, 32 anni, laureato in Ecomonia Aziendale, ex Carabiniere ausiliario, sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, viene freddato con un colpo di pistola al fegato da un Carabiniere, intervenuto a supporto dei sanitari nel TSO.

Carabiniere spara a Carmignano Sant'Urbano e uccide Mauro Guerra oggi 29 luglio 2015
 
La sorella della vittima, Elena, in preda alla disperazione, si è lamentata di non aver potuto nemmeno vedere il cadavere del fratello appena freddato, "ammazzato come un animale". 


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7 Agosto 2015, Andrea Soldi, 45 anni, definito da tutti "Un gigante buono" di 150 chili di peso, era seduto tranquillamente, a detta dei testimoni, sulla panchina di un giardinetto pubblico a poca distanza dal centro di Torino. Giungono, in un attimo, i Vigili Urbani al seguito di sanitari, per eseguire un TSO a suo carico, ordinato dal Medico di base ed evidentemente convalidato dal sindaco. Un testimone dichiara:"Il Vigile lo ha afferrato al collo, finché è diventato nero". Ammanettato, Andrea viene portato al Pronto Soccorso di un vicino Ospedale, dove giunge già in arresto cardiaco. Solo allora i Vigili, a quanto pare, gli tolgono le manette. 


Il padre della vittima, in preda alla disperazione, ha dichiarato: "Lo hanno ammazzato con cattiveria".

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Come sottolineato sul Forum di Beppe Grillo  affinché si si possa parlare di Democrazia, bisogna valutare, anche per quello che è accaduto al Magistrato Paolo Ferraro, l'ABOLIZIONE del TSO, che mette nelle mani di Rappresentanti Eletti, la possibilità ,anche se remota, di togliere la libertà ad un cittadino innocente, magari non indagato ed incensurato. A prima vista sembrerebbe un piccolo problema, ma pensate se capitasse a voi. Affinché si possa valutare l'importanza reale di questa abolizione vi invito a guardare cosa è accaduto al maestro elementare Francesco Mastrogiovanni  

In una mattina di fine luglio del 2009, un vasto spiegamento di forze dell'ordine è andato a prelevarlo, letteralmente, nelle acque della costiera del Cilento (Salerno), Francesco Mastrogiovanni e lo ha portato al centro di salute mentale dell'ospedale San Luca, a Vallo della Lucania, per un trattamento sanitario obbligatorio. Tso, in sigla.

Novantaquattro ore dopo, la mattina del 4 agosto 2009, Mastrogiovanni è stato dichiarato morto. Durante il ricovero è stato legato mani e piedi a un letto senza un attimo di libertà, mangiando una sola volta all'atto del ricovero e assorbendo poco più di un litro di liquidi da una flebo. La sua dieta per tre giorni e mezzo sono stati i medicinali (En, Valium, Farganesse, Triniton, Entumin) che dovevano sedarlo. Sedarlo rispetto a che cosa non è chiaro, visto che il maestro non aveva manifestato alcuna forma di aggressività prima del ricovero.

Aveva sì cantato, a detta dei Carabinieri, canzoni di contenuto antigovernativo, come si addice a un "noto anarchico", sempre secondo la definizione dei tutori della legge locali. E poi, sì, aveva mostrato disappunto al ritrovarsi imprigionato. Aveva urlato, addirittura, e sanguinato in abbondanza dai tagli profondi che i legacci in cuoio e plastica gli avevano provocato sui polsi. Aveva chiesto da bere, tentato di liberarsi, pianto di disperazione e, alla fine, rantolato nella fame d'aria dell'agonia.


Quasi tre anni di udienze hanno confermato che un cittadino italiano, entrato in ospedale in buone condizioni fisiche e senza avere commesso reati, ne è uscito morto dopo pochi giorni senza che ai parenti fosse consentito di visitarlo. «Dopo tre anni», dice Manconi, «la famiglia di Mastrogiovanni ha deciso, con grandezza civile, che il suo dolore intimo diventi pubblico affinché la crocifissione del loro congiunto non si ripeta».

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27 Maggio 2015,  Massimiliano Malzone, 41 anni, residente nel comune di Sant'Arsenio viene sottoposto ad un TSO.  Ricoverato, forzatamente presso il vicino nosocomio di Polla, avrebbe dovuto restarci solo una settimana, ma i tempi si erano prolungati fino a quando, improvvisamente, per cause in via di accertamento il giovane è deceduto.


 “Nel giorno del decesso, – racconta la sorella – ho parlato con un dottore e mio fratello stava bene. Dopo tre ore, invece, ci chiamano per annunciare il decesso. A mio fratello hanno fatto una terapia da cavallo. Vi sembra normale ?"

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Macerata, 12 luglio 2015, Amedeo Testarmata, imprenditore di 49 anni vive con la madre e la sorella. Sabato sera, la sorella si accorge che Amedeo non sta bene e chiama il medico curante al quale però il quarantanovenne vieta di entrare in camera. Il sanitario allora chiede l’intervento dei carabinieri e del 118 per sottoporre il suo paziente a TSO. Amedeo cerca d'impedire anche l’ingresso delle Forze dell'Ordine in camera. I momenti sono concitati ma qualcosa di terribile accade. Amedeo è a terra in arresto cardiaco. Si  cerca di rianimarlo anche con l'arrivo dell'eliambulanza ma tutto è inutile. Il paziente muore Per chiarire la vicenda e le cause certe della morte, il pm Luigi Ortenzi ha avviato le indagini contro ignoti per omicidio colposo.


I familiari del 49enne, un uomo tranquillo, alto e dal fisico robusto, sono distrutti dal dolore e vogliono la verità.

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Torino 25 Settembre 2014, un uomo di 64 anni,  sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio TSO, muore per arresto cardiaco. Gli erano state somministrate due dosi di sedativo. I sanitari ed i Carabinieri, erano intervenuti a seguito di una telefonata della sorella Medico del paziente.

 

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1 Gennaio 2013, Campobello di Licata, donna muore a seguito di un TSO. La Procura della Repubblica di Agrigento a seguito delle indagini preliminari del GIP ha chiesto l'archivazione a carico dei sanitari coinvolti nel trattamento sanitario obbligatoro dell donna, poi deceduta.



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15 Giugno 2006:  in piazza IV Novembre a Quartu sant'Elena il signor Giuseppe Casu, accanto alla sua ape parcheggiata, come ogni giorno vendeva un poco della frutta e verdura contenuta nel cassone. In tarda mattinata, il dramma. Tutto avviene molto rapidamente, intervengono i carabinieri con le guardie municipali, spunta fuori anche un'ambulanza. Gli agenti lo afferrano con la forza, di fronte a tutti, lo sbattono a terra, lo immobilizzano. Giuseppe Casu viene caricato, ammanettato, alla barella e portato via. È in atto un ricovero coatto in psichiatria,  ovvero un TSO. Dopo una settimana il signor Giuseppe Casu muore, all'improvviso, sempre legato a quel letto da cui nessuno lo ha ancora liberato. 


Aveva 60 anni e non soffriva di nessuna malattia che lo potesse portare ad una fine così rapida ed improvvisa.


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 In tutta onestà, credo che la misura sia colma. Non si può tollerare che in un paese civile, esistano forme di privazione della libertà personale, così gravi ed allo stesso tempo così "arbitrarie". Il TSO và abolito o quantomeno ristretto - come in Germania - a quei casi in cui ci siano già dei precenti penali gravi per reati contro la persona, perpetrati dal soggetto. Non si può lasciare nelle mani di un Medico di base o di un Sindaco, uno strumento che possa prevedere con tanta facilità, la privazione della libertà personale ed in alcuni casi  l'elettroshock. 

Anche perché, diciamocela tutta, in Italia, nel paese dei poteri occulti, delle mafie, della corruzione, degli intrighi nascosti, delle stragi di stato, entrare nel mirino di qualche "potere forte" ed essere eliminato attraverso queste "forme subdole" di privazione della libertà, non la vedrei come una evenienza troppo improbabile, per nessuno.




IL TSO VA ABOLITO





3 commenti:

  1. "Le leggi sul ricovero forzato sono state utilizzate in tutto il mondo per giustificare vari tipi di soprusi: finanziario, sessuale, politico, per profitto commerciale, eredità e addirittura per la sicurezza del governo. Come CCDU credamo che esse siano una privazione dei Diritti Umani e Costituzionali.

    Nota: Da segnalare che, nel giugno 2012, il Tribunale Federale tedesco ha vietato il Trattamento Sanitario Obbligatorio in psichiatria".

    https://www.ccdu.org/tso/trattamento-sanitario-obbligatorio

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  2. Zwangsbehandlung in der Psychiatrie verboten

    Ärzte dürfen gegen den Willen der Patienten keine Medikamente verabreichen

    Von Simone Miller



    http://www.deutschlandradiokultur.de/zwangsbehandlung-in-der-psychiatrie-verboten.954.de.html?dram:article_id=225328

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  3. Intervista ad Alberto Brugnettini del CCDU - Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani https://www.youtube.com/watch?v=qf2WLzZclJE

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