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sabato 18 giugno 2016

" NUOVO MILLENNIO: PERCHE' GLI ITALIANI EMIGRANO ! "


Quando parliamo di "Qualità della vita" in un determinato paese, dobbiamo tenere conto di numerosi fattori. Certamente come prioritaria vi è l'assistenza sanitaria, mentre al secondo posto, troviamo il rapporto fra il reddito medio pro capite (Rmp) ed il costo della vita. Il bilancio fra le entrate e le uscite del cittadino medio, determina infatti, non soltanto la qualità della vita nel presente, ma anche la sua capacità di risparmio e di guardare, quindi, con maggiore o minore fiducia al futuro.

Una recente analisi statistica pubblicata sull’ Atlante Geopolitico della Treccani, da cui è tratto il grafico sopra riportato, mostra come il reddito medio pro capite in Europa, sia pari a 1.904 euro netti mensili (fonte: DestinazioneLavoro.com). Il costo della vita è stato invece quantificato in 39,7 euro al giorno, che si traduce in una percentuale del 68% di incidenza sull’intero reddito del singolo cittadino dell'unione.

Gli stessi dati mostrano come il paese con il miglior rapporto fra Rmp e costo della vita, sia la Germania, dove i cittadini guadagnano in media 2580 euro netti al mese e ne spendono mediamente 37,2 euro giornalieri, con una incidenza pari al 43,2%  sul reddito medio complessivo.

Al secondo posto vi è il Regno Unito con un ingresso medio di 2570 euro su base mensile, ben 50,6 euro di spesa giornaliera per un consuntivo finale d'incidenza sul reddito del 58,8%.

Ancora una volta, purtroppo, tocca segnalare la nota dolente relativa all'Italia che, ormai da diversi anni, si attesta sempre ai primi posti per tutto ciò che riguarda i primati negativi. Il "Bel Paese" di una volta, infatti, segna un netto distacco rispetto ai paesi più industrializzati dell'Unione Europea, con appena 1410 euro di entrate medie pro-capite e ben 39,4 euro di costi medi giornalieri. Il tutto tradotto in una incidenza del costo della vita dell'83,8%. 

Persino la Spagna, che pure a seguito del crollo del settore costruzioni, ha subito un pesantissimo contraccolpo durante gli anni d'inizio crisi, sembra mantenere un passo migliore dell'Italia con 1850 euro di entrate pro capite mensili a fronte di 39,4 euro di costi giornalieri, per una incidenza di appena il 58,3% sul reddito individuale netto complessivo.

Alla luce dei dati sopra riportati, risulta evidente che una percentuale d'incidenza delle uscite sulle entrate, che superi di ben il 20% la media europea e che si attesti addirittura al di sopra dell'80%, evidentemente risulterà insostenibile per moltissime famiglie italiane, in particolare quelle mono-reddito e con figli a carico.

L'incremento dei flussi migratori di tante famiglie italiane, giovani, aziende, pensionati verso l'estero, trova spiegazione, proprio in questo contesto. Arrivare a fine mese, in Italia, con questi numeri è pressochè impossibile, per una famiglia nella media. Cresce così l'indebitamento ed i fenomeni di strozzinaggio.

Il Prof. Francesco Daveri, ordinario di Economia presso l’università degli Studi di Parma, durante un’intervista a L’Espresso ha dichiarato: “Arrivare a fine mese in Italia è più difficile che in altre nazioni ugualmente colpite dalla crisi, come la Spagna, perché lo Stato pesa troppo sulle spese del Paese”. Tra le spese che gravano più delle altre sul portafogli degli italiani vi sono acqua, corrente elettrica e gas, aumentate notevolmente a causa della privatizzazione delle imprese erogatrici. Gli stessi aumenti incontrollati hanno coinvolto anche le imposte indirette come l’IVA e le accise statali sui beni come la benzina), parallelamente a una diminuzione generale degli stipendi. Coprire i costi esagerati della burocrazia statale italiana per assestare i conti pubblici, fa aumentare drasticamente il costo della vita, penalizzando soprattutto i cittadini i cui guadagni rientrano nella fascia medio-bassa, costretti ad acquistare prodotti e servizi a prezzo maggiorato, spendendo le stesse cifre dei lavoratori benestanti. Ecco spiegato perché i nostri connazionali faticano ad arrivare alla fine del mese e l’economia nazionale stenta a riprendersi". 

Come se non bastasse, ad aggravare questa - già di per sé - pesantissima situazione, vi sono stati i tagli alla sanità d'inizio anno. Con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 Gennaio 2016 è entrato in vigore, il DL Lorenzin sulla cosiddetta "Appropriatezza Prescrittiva" e che taglia di fatto dal SSN ben 203 prestazioni diagnostiche (Analisi di Laboratorio, Radiografie, Medicina Nucleare, Genetica etc.) rendendole a pagamento e quindi completamente a carico del cittadino italiano.

Come dire: "Piove sempre sul bagnato... poi ci si chiede perché gli italiani emigrano...".

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