mercoledì 28 settembre 2016

ITALIA 2016: "SERVE UNA LEGGE CHE GARANTISCA LA PRIORITÀ NELLE ASSUNZIONI, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, DEI CITTADINI ITALIANI RISPETTO AGLI IMMIGRATI "

Recentemente, la Svizzera ha indetto un Referendum, al fine di "ancorare" alla Costituzione Elvetica e Ticinese in particolare,  la "preferenza autoctona" al momento dell'assunzione. Nell'istanza, in pratica, veniva chiesto alle autorità del Cantone, di garantire che sul mercato del lavoro ticinese "vengano privilegiati, a parità di qualifiche professionali, i residenti, ovvero "i cittadini svizzeri, rispetto agli immigrati.



Il Referendum è stato approvato dai cittadini elvetici, con il 58% di voti favorevoli. La Svizzera, si prepara quindi, a tutelare la cittadinanza locale, i disoccupati elvetici in particolare ed a porre un freno agli oltre sessantamila transfrontalieri italiani, che tutti i giorni passano il confine, per andare a lavorare nel Cantone. 

Fin qui, nulla di strano, visto che si tratta di uno stato sovrano, libero d'indire un qualsivoglia Referendum e di accettarne l'esito delle urne. Se non fosse per i politici italiani che hanno iniziato, da subito, a stracciarsi le vesti. "Come osa, la vicina Svizzera, ad indire un Referendum al grido di Prima i nostri e poi gli immigrati ?". Il Ministro degli esteri Gentiloni, ha minacciato conseguenze sul piano europeo. Il Segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, ha convocato l`ambasciatore della Confederazione svizzera Giancarlo Kessler, per esprimergli la viva preoccupazione italiana per le misure introdotte dalle autorità cantonali ticinesi a sfavore dei lavoratori trans-frontalieri italiani. I principali mass-media italiani, come al solito, hanno eretto un "fronte unico" a sostegno delle ragioni di Gentiloni.

Eppure varrebbe la pena ricordare che la Svizzera non ha mai aderito all'UE, benchè nel giugno del 2005, risulta abbia aderito agli accordi di Schengen, negoziandone l'attuazione pratica di modo da mantenere controlli saltuari alle frontiere, e reclamando un eventuale diritto di rescissione. La "priorità nelle assunzioni" dei cittadini rispetto agli immigrati, inoltre, è una realtà che esiste in quasi tutti i paesi occidentali avanzati, fra l'altro con estremo successo. Basta informarsi sulla giurisprudenza vigente in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Panama e perfino Dubai, tanto per citarne alcuni. Siamo noi italiani, o meglio, gli incompetenti che hanno gestito il fenomeno immigratorio italiano, che hanno capovolto ciò che è "normalità" nel resto del mondo.

La  questione Svizzera diventa, quindi, nient'altro che un pretesto per gettare l'ennesimo "drappo nero" sugli occhi dei cittadini italiani e capovolgere la realtà, facendo credere "anomalo ciò che invece rientra nell'assoluta normalità". 

La tutela dei propri cittadini, da parte di uno stato sovrano, non solo è la normalità ma è anche un dovere preciso.  L'integrazione di diversi popoli, culture e religioni funziona solo laddove la popolazione locale viene protetta, salvaguardata e privilegiata dal proprio governo. Dove l'ospite deve fare un piccolo sforzo per adeguarsi e non viceversa. Dove il locale mantiene qualche diritto in più. Dove a tutti si chiede di rigare dritto. Nei posti dove funziona cosí il locale non si sente invaso ed accoglie di buon grado l'ospite e l'ospite tiene la "cresta bassa" e accetta la sua condizione di leggero svantaggio, riconoscendo di non essere a casa propria e di dovere comunque gratitudine e rispetto ad un Paese che gli offre una possibilità. Quando dopo qualche anno, l'ospite raggiungerà la condizione di "cittadino di quello Stato" allora potrà godere, anch'egli degli stessi diritti dei cittadini locali. 

Da noi, in Italia, funziona esattamente al contrario. E infatti stanno tutti male, italiani ed immigrati.

La questione Svizzera a causa della sua vicinanza, rischia di aprire gli occhi agli italiani. Ecco perchè tanto ardore, da parte dei politici nostrani, nel demonizzare la scelta elvetica.

A supporto di quanto sopra detto, vorrei brevemente elencare le misure adottate da alcuni dei paesi occidentali avanzati, al fine di garantire la tutela della propria cittadinanza ed in particolare dei disoccupati interni, nei confronti degli immigrati. 

I privilegi elencati sono ad appannaggio esclusivo della "cittadinanza locale" e vengono estesi all'immigrato, solo nel momento in cui, quest'ultimo, matura la cittadinanza e diventa, quindi, a tutti gli effetti, "cittadino residente permanente" di quello stato.

Australia :

Il cittadino australiano ha diritto a:

1) Votare alle elezioni federali, statali o territoriali e
ai referendum

2) Fare domanda di lavoro nella pubblica
amministrazione australiana o nelle forze armate
australiane

3) Presentarvi come candidato in parlamento

4) Richiedere il passaporto australiano ed entrare
liberamente in Australia

5) Ottenere aiuto all’estero da un funzionario
australiano

6) Registrare i figli nati all’estero come australiani per
discendenza

7) Diritto alla Sanità gratuita

8) Alle ferie per maternità/paternità

9) Ha un peso minore sul bilancio dell'azienda che lo assume ( Ad es. sui Corsi Tafe)

10) Diritto alla "Priorità nelle assunzioni sia pubbliche che private", rispetto agli immigrati. Si tratta dei "Requisiti per la nomination di un dipendente straniero rispetto ad un cittadino australiano".  In pratica una qualsivoglia impresa australiana che intenda assumere uno straniero è tenuta a dimostrare al Governo di avere cercato, senza successo, lo stesso dipendente, sul mercato locale. L'impresa australiana deve quindi dimostrare, ad esempio, di essersi attivata con annunci, con contatti ai centri per l'impiego e di non aver trovato nessun cittadino australiano con le caratteristiche ricercate. Solo allora, può assumere uno straniero.

Nuova Zelanda e Canada, prevedono, grosso modo, le stesse misure, adottate dall'Australia, a favore e tutela della cittadinanza locale "Permanent Resident", rispetto agli immigrati.











Panama :

Il cittadino panamense ha diritto a:

1) Alla priorità nelle assunzioni sia pubbliche che private. Esiste un elenco pubblico di 27 Professioni, stilato dal Governo, alle quali può accedere, ovvero esercitare sul territorio, solo un cittadino Panamense. Un immigrato, quindi, non può fare lavori professionali come avvocato, notaio, medico, ingegnere ecc.

2) Le imprese panamensi possono assumere, per legge, in determinati ambiti (finanziario,call center, informatica ecc) solo il 10% del personale straniero. Il restante 90% deve essere panamense, ovvero locale.

3) Un immigrato,  non puo fare vendita al dettaglio, ma solo vendita all'ingrosso e servizi. Solo il cittadino Panamense ha diritto, quindi, ad esercitare la "vendita al dettaglio".

***

Alla luce, di quanto sopra esposto è lecito chiedere che anche l'Italia si doti di una legge che  tenda a livellare il nostro paese a quelli più avanzati ed a ristabilire un equilibrio sociale in un ottica di una migliore convivenza fra italiani ed immigrati. Urge, quindi, una legge che garantisca, la priorità nelle assunzioni, sia pubbliche che private, ai cittadini italiani, rispetto agli immigrati. In fin dei conti, si tratta solo ed esclusivamente di Giustizia sociale.

lunedì 26 settembre 2016

" COSA E' LA FELICITA' ! "


La vera felicità non consiste necessariamente nella soddisfazione del piacere, ma nel riuscire ad accordare perfettamente il proprio comportamento ai propri valori. Ovvero ad essere, quanto più possibile aderenti al proprio "Sè" recondito. In parole semplici, essere quanto più possibile "se stessi". 

P.s. Altro punto è l'essere a posto con la propria coscienza, ovvero essere intimamente convinti che si è agito e si agisce, secondo criteri di giustizia e non solo secondo criteri di convenienza o opportunismo". L'ingiustizia perpetrata nella società, sia in forma cosciente che sub-conscia, ai danni del prossimo, lede il proprio "io", rendendoti infelice.

venerdì 23 settembre 2016

"ITALIA:"DAL 2004 AD OGGI, LE RAPINE IN ABITAZIONE SONO PIU' CHE RADDOPPIATE"


Analizzando i dati del Ministero dell'Interno, una delle cose che salta maggiormente all'occhio è l'incremento spropositato dei furti nelle abitazioni; uno dei crimini che provoca maggior paura nella popolazione.

La differenza fra la situazione attuale e quella di cinquanta anni fa, è "grottesca". L'incremento dei "furti domestici" è praticamente decuplicato. Le rapine in abitazione, per cui disponiamo di dati a partire dal 2004, sono più che raddoppiate.


martedì 20 settembre 2016

NUOVO MESSAGGIO DA BLOGGER !


Oggi 20 Settembre 2016

L' ITALIANISTAN ? E' COSA FATTA !



Oltre il 50% degli alunni: figli di immigrati. L’Italianistan è cosa fatta !

 
Dire che la scuola sia diventata multietnica è un eufemismo. Il 50% degli alunni è composto da figli di immigrati. E’ il segnale di una società non solo che cambia ma che è già radicalmente cambiata. Secondo i dati forniti dal Report statistico diffuso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nel precedente anno scolastico 2013-2014, nelle scuole di ogni ordine e grado si erano registrati 802.785 alunni figli di migranti, 16.155 in più rispetto al 2012/2013. Di questi 167.591 hanno frequentato la scuola dell`infanzia, 283.233 la primaria, 169.780 la secondaria di I grado, 182.181 quella di II grado.

Se il 50% degli studenti parla straniero a casa e i numeri in tendenza sono destinati a crescere anno dopo anno, si pone una domanda: ma a questi ragazzi, e alle loro famiglie, che interessa il tema dell’indipendenza, dell’autodeterminazione? Fino ad oggi lo Stato ha erogato servizi che hanno garantito nella fruizione dei servizi le categorie economicamente più svantaggiate, e che hanno premiato il peso demografico familiare. Si vede.

Gli alunni con cittadinanza non italiana sono il 9% del totale. Ma è soprattutto la quota di quelli nati in Italia ad essere in forte crescita. Nel 2013/2014, si legge nel report, gli alunni stranieri nel loro complesso sono cresciuti del 2,1% rispetto all’anno precedente, i nati in Italia hanno avuto un incremento dell`11,8%. Ma il dato di fatto è che gli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese rappresentano ormai il 51,7% del totale degli alunni figli di migranti. E sono aumentati quest`anno anche gli alunni entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano: sono il 4,9% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana rispetto al 3,7% dell`anno precedente e al 4,8% di due anni fa.

Da dove arrivano? Ecco la classifica: ai primi posti, Romania, Albania, Marocco, Cina, Filippine, Moldavia, India, Ucraina e Perù.

E dove sono, più di tutti? In Lombardia, con 197.102 presenze; in Emilia Romagna invece gli studenti con cittadinanza non italiana sono il 15,3% del totale. A ruota, ancora, Lombardia e Umbria con il 14%.

E dove sono più concentrati? Hinterland milanese: Pioltello, con oltre il 30%. I comuni di Campi Bisenzio, Cologno Monzese, Arzignano e Prato vanno oltre il 22%. Il 10% degli studenti con cittadinanza non italiana frequenta una scuola non statale contro il 13,3% degli alunni italiani.

Altre cifre inteerssanti dal report del ministero: Alle superiori i percorsi scolastici più opzionati sono quelli professionali e tecnici. Gli alunni figli di migranti che sono nati in Italia scelgono un indirizzo professionale nel 29,2% dei casi, quelli nati all’estero nel 39,5%. La scelta dell’istruzione tecnica riguarda il 41,1% degli alunni figli di migranti nati in Italia e il 38,1% per i nati all’estero. Le ragazze preferiscono gli indirizzi liceali, con in testa l’ex Istituto magistrale. A seguire Liceo Linguistico e Liceo Classico.

Ma, detto questo, la politica si è posta la questione dell’integrazione, dell’impatto sul futuro del Paese? O la scuola, specialmente nell’area del centrodestra, è un capitolo che mai merita attenzione?
Ci si preoccupa di creare percorsi politici verso l’indipendenza delle regioni del Nord, con tempi che non saranno affatto brevi. I futuri stranieri diciottenni, che rappresentano il futuro della prossima classe dirigente, che ne sanno e che ne pensano di uno Stato diverso da quello che li ha accolti?
Non solo siamo un Paese per vecchi, ma siamo soprattutto un Paese che non è più se stesso. L’Italianistan è cosa fatta. ( Articolo di Bruno Detassis - Link )