Quando
ero in Germania, un giorno nel dipartimento di Biologia
dell'Università, entrò un gruppo di una decina di ragazzi e ragazze ben
vestiti. Li ricordo come se fosse oggi:
" I maschi indossavano un
completo scuro in giacca e cravatta. Camminavano con passo allungato e
sicuro, petto in fuori e pancia in dentro. Con il volto ben rasato e lo
sguardo sicuro, reggevano nella mano destra una valigetta di pelle nera
che faceva pendant con le scarpe lucide dello stesso colore.
Le donne, belle come valchirie, vestivano un talleur scuro che faceva
contrasto con il biondo dei capelli e l'azzurro degli occhi. Anche loro,
come i maschi, camminavano con passo sicuro e fare altezzoso, mentre
sull'avambraccio, piegato quasi a simulare un involontario "gesto
dell'ombrello" rivolto verso i comuni mortali chje le ammiravano,
reggevano delle borsette firmate, dall'apparente inestimabile valore.
Il gruppetto, senza guardarsi intorno, dopo avere attraversato, con
rapido passo, il corridoio che dava sui nostri laboratori, entrò
nell'ufficio del Prof. responsabile del nostro dipartimento.
Dopo
circa una mezzoretta, la porta del Prof. si riaprì e dall'interno della
stanza fuoriuscì il gruppo di ragazzi, preceduto da risate, pacche
sulle spalle ed un vociare alto che si mescolava ad un gradevole profumo
di qualche marca d'alta moda.
Quando si furono allontanati, incuriosito, mi rivolsi al mio collega teutonico biologo.
Il ragazzo si chiamava Peter e la sua immagine era a dir poco
antipodale rispetto a quella dei ragazzi appena usciti. Perennemente
incurvato sullo schermo del computer, più grasso che lungo, da quando lo
conoscevo vestiva sempre gli stessi abiti:" Un maglione di lana verde,
comprato forse ai mercatini di seconda mano della domenica ed un jeans
sdrucito che fungeva anche da salvietta puliscimani, dopo i frequenti
spuntini che il buon Peter ingurgitava tutto d'un fiato così come una
foca inghiotte un pesce lanciatogli dall'istruttore. Per non parlare
dell'olezzo che emanava e che non era affatto un profumo d'alta moda
come quello dei ragazzi appena usciti, quanto un misto di mostarda,
ketchup e forse wrustel ben cotto".
Come stavo dicendo, mi rivolsi a lui e gli chiesi:
" - Scusa Peter, chi erano quei ragazzi appena usciti dalla stanza del Prof. ? Sono forse ispettori ?
- No, no! Rispose Peter, accennando un sorriso sotto i baffi
leggermente unti dal probabile companatico dell'ultimo panino
ingurgitato. Quelli sono studenti della facoltà di Odontoiatria. Si
vestono così perchè hanno già acquisito lo status di Dentisti.
Sai...sono prossimi alla laurea ed il nostro Prof. è coordinatore
interfacoltà !".
La sua risposta mi lasciò basito ed alquanto perplesso.
Mentre mi guardavo intorno e vedevo i miei colleghi Biologi, già
laureati, il paragone con i "quasi dentisti" appena usciti fu
inevitabile. Sembrava la saga dei "ricchi e poveri". Da una parte
c'eravamo noi biologi, pingui o smunti e malvestiti e dall'altro c'erano
loro.
La riflessione fu inevitabile ed allora capii che volente o
nolente, esistono facoltà di serie A e facoltà di serie B e non è un
fatto solo italiano. Anche nell'avanzata Germania, lo "status" è più un
fatto mentale che un traguardo fisico, economico, concreto raggiunto.
Ciò che da sicurezza ad un Uomo non è tanto quello che sta facendo in
quel momento, ma le possibilità e le prospettive che quello che sta
facendo potranno garantirgli in termini di crescita personale futura.
In
altre parole, vale più intraprendere un cammino difficile ma che sai un
giorno ti condurrà sulla vetta della montagna, piuttosto che
incamminarsi per una pianura dove sai già che, nonostante l'impegno ed i
chilometri che potrai accumulare alle spalle in decenni di carriera, ti
condurrà sempre in un altro punto di quella piatta ed insignificante
pianura.