"Give me liberty, or give me death!" ("Datemi la libertà o datemi la morte"), sentenziava, in un suo storico discorso, l'americano già primo governatore dello stato della Virginia fra il 1776 e il 1779, Patrick Henry.
Vero, noi italiani, abbiamo perso la "grande guerra" e di fatto, d'allora siamo un paese occupato, tuttavia nessuno, avrebbe mai potuto immaginare, che gl' italiani avrebbero seguito, a distanza di circa due secoli e mezzo, forse un po' troppo alla lettera, le parole di Henry.
La libertà è senza ombra di dubbio un valore fondamentale nella vita di un Uomo e oggi, gl' italiani, sia uomini che donne, sembrano volerla ricercare ed applicare in ogni ambito della propria esistenza, matrimonio incluso.
Gli ultimi dati Istat, a proposito di connubi, fotografano la situazione di un paese in radicale e profonda trasformazione. Basti pensare che negli ultimi 20 anni le unioni di lunga durata in Italia sono diminuite quasi di un quarto; per la precisione, la quota di divorzi, relativa ai cosiddetti matrimoni di lunga durata (vale
a dire quelli uguali o superiori a 17 anni) è passata dall’11,3 per
cento del 1998 al 23,5 per cento registrata a fine 2017.
Per quanto riguarda i divorzi, infatti, si nota una
spinta molto forte, grazie anche all’approvazione della
cosiddetta legge del “divorzio breve” approvata nel corso dello stesso
2015, con la quale si riducono in maniera drastica i tempi che devono
intercorrere obbligatoriamente tra il provvedimento di separazione e quello effettivo di divorzio, dai 52.355 divorzi
riscontrati nel 2014 si è giunti nel 2015 alla registrazione di 82.469
casi.
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In pratica, in un solo anno 2014-2015, le pratiche di divorzio sono aumentate di 30.000 unità. Questi dati, relegano ovviamente, agli ultimi posti nel ranking mondiale delle unioni matrimoniali, il nostro paese. In sostanza l'Italia non è solo un paese, dove ci si sposa di meno ma anche dove i matrimoni, durano di meno in assoluto. Diciamo che le parole del buon vecchio Henry, agl'italiani, gli fanno un baffo.
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Per non parlare dei dati sui single, ovvero dei celibi e nubili, insomma dei fortunati, volendo utilizzare un neologismo applicabile ai tempi moderni e all'indirizzo "ammeregano", che il nostro paese, inevitabilmente, sembra avere intrapreso ormai da anni.
Il verdetto è di quelli inappellabili e che non lasciano adito ad interpretazioni di sorta:" Nella classe di età fra i 45 e i 54 anni, quasi un uomo su quattro, non si è mai sposato mentre è nubile quasi il 18% delle donne.
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Il verdetto è di quelli inappellabili e che non lasciano adito ad interpretazioni di sorta:" Nella classe di età fra i 45 e i 54 anni, quasi un uomo su quattro, non si è mai sposato mentre è nubile quasi il 18% delle donne.
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Nella fascia d'età fra i 55 e i 64 anni, i divorzi rispetto all'anno 1991, sono più che quadruplicati.
Al 1° gennaio 2018 i celibi hanno in pratica raggiunto i coniugati (15-64 anni): 47,7% contro 49% della popolazione totale; Le coniugate, invece, continuano a prevalere sulle nubili (55% contro il 39%).
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Insomma se è vero che il matrimonio è un artefatto creato dall'uomo e mai voluto dal creatore, almeno in Italia, siamo sulla buona strada per portarlo a completa estinzione.
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Il dubbio, a questo punto, che è lecito porsi è:" Siamo proprio sicuri che l'incremento dei single nella società, sia un fenomeno casuale e non voluto ? ".
Il dubbio, a questo punto, che è lecito porsi è:" Siamo proprio sicuri che l'incremento dei single nella società, sia un fenomeno casuale e non voluto ? ".
SpeedDate.it, il portale che offre ai single, il modo per
incontrare nella vita reale gente nuova e potenziali partner, ha diffuso
uno studio in cui emerge che, rispetto a chi è in coppia, le persone
che scelgono di vivere senza l'altra metà, affrontano un costo della vita superiore in media del 69%.
Per i single il costo per l'abitazione è doppio: in media 700 euro mensili contro i 350 euro di chi vive in coppia, anche perché gli appartamenti di piccolo taglio sono proporzionalmente più costosi di quelli più grandi. Così come spendono di più per il cibo e per le bevande: in media 540 euro mensili contro i 250 euro di chi vive in coppia.
Sostanzialmente, diciamocela tutta, i single , sono funzionali alla società del capitale. Una coppia, infatti, ha bisogno di un solo frigorifero, di una sola TV, di una sola lavatrice, di un solo appartamento etc. Una coppia scoppiata, ovviamente avrà bisogno di due frigoriferi, due TV, due lavatrici, due appartamenti etc.
Non solo, la spinta a far sposare i cittadini, dovrà essere accompagnata, negli anni successivi al matrimonio, ad una altrettanta spinta a favorire i divorzi. Solo in questo modo si massimizzeranno le spese, i costi e quindi l'indotto economico, apportato al bilancio della società.
Direi a questo punto di terminare con una frase di Confucio: “ Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine, Per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale, Per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori.”
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