sabato 26 novembre 2022

" Potential Mechanisms for Human Genome Integration of Genetic Code from SARS-CoV-2 mRNA Vaccination "

 

 

Un recente studio scientifico, pubblicato il settembre scorso sul Journal of Neurological Disorders e qui ripreso da Authorea https://www.authorea.com/users/455597/articles/584039-potential-mechanisms-for-human-genome-integration-of-genetic-code-from-sars-cov-2-mrna-vaccination , a titolo "Potential Mechanisms for Human Genome Integration of Genetic Code from SARS-CoV-2 mRNA Vaccination" dimostrerebbe che l'integrazione nel Dna Umano, della codifica polinucleotidica di Sars-Cov2 codificante le glicoproteine Spike e veicolata dai vaccini a Rna-m anti-Covid, è possibile grazie all'azione dei retrotrasposomi LTR Long interspersed nuclear elements (LINE)-1, normalmente presenti nel Dna umano. Questa, ormai plausibile eventualità, renderebbe assolutamente urgente, si specifica nelle conclusioni del lavoro, ulteriori verifiche sulla genotossicità dei vaccini a Rna-m utilizzati durante la pandemia da Sars-Cov2.

Riportiamo di seguito la traduzione tecnica dell'Abstract.

Cite as: Anthony M Kyriakopoulos, Peter A Mccullough, Greg Nigh, et al. Potential Mechanisms for Human Genome Integration of Genetic Code from SARS-CoV-2 mRNA Vaccination. Authorea. September 01, 2022.



Abstract

Riscontri di una sequenza genomica incorporata nel DNA umano pressochè identica a una sequenza presente nel genoma di SARS-CoV-2 e l'identificazione di una plausibile integrazione dell'RNA di SARS-CoV-2 nel DNA umano, mediante l'attività endogena della trascrittasi inversa espressa dal "Long Interspersed Nuclear Element (LINE)-1, che rappresenta circa il 17% del DNA umano. (* In realtà i retrotrasposomi di questo tipo possono arrivare a rappresentare fino al 21% del patrimonio genetico umano), ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza a lungo termine della vaccinazione di massa basata sull'RNA messaggero (mRNA).


Dati recenti dimostrano, infatti, che le sequenze di RNA SARS-CoV-2 possono essere retrotrascritte, mediante retrotrasposomi, nel DNA e possono essere integrate attivamente nel genoma delle cellule umane interessate.

In alcuni campioni di pazienti infetti da SARS-CoV-2, vi è chiara evidenza dell'integrazione di una grande frazione polinucleotidica di SARS-CoV-2 e della successiva generazione di trascritti chimerici interspecifici SARS-CoV-2/Umani.

In questa review, vengono rivisti i ​​ruoli potenziali degli elementi genetici mobili, nell'eziopatogenesi delle malattie cardiovascolari, neurologiche, immunologiche e oncologiche e la possibilità di interferenza, nel DNA umano, da parte della vaccinazione a Rna Messaggero per SARS-CoV-2.

Le vulnerabili cellule staminali umane così come i gametociti possono, presumibilmente, essere i primi bersagli per l'interferenza indesiderata dell'RNAm.

Date le numerose manipolazioni genetiche di laboratorio, a cui viene sottoposto l'RNAm che codifica per la glicoproteina spike di SARS-CoV-2 nei vaccini, (manipolazioni progettate per aumentarne la stabilità e l'efficienza nella trascrizione della proteina spike), molto rimane incerto sui potenziali effetti sulla fisiologia e sulla omeostasi cellulare umana, che potrebbero derivarne. Le prevedibili conseguenze e i gravi rischi per la salute umana che ciò comporterebbe, necessitano di chiarimenti.

Conclusione

Sono urgentemente necessarie ulteriori valutazioni di tossicità sui vaccini a mRna, al fine di valutare e quantificare la potenziale comparsa di interferenze sui processi canonici del DNA umano e che potrebbero avere un impatto dannoso sulla popolazione vaccinata con mRNA.

martedì 15 novembre 2022

" RISO BASMATI: CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE E NUTRIZIONALI "


 

Un antico proverbio indiano, recita:” I chicchi di riso devono essere come due fratelli, vicini ma non appiccicati”. Così è il basmati, una varietà di riso originaria dell’India e del Pakistan, dai chicchi allungati, ricchi di gusto e che ben tengono la cottura, conservando fragranza e sgranatura.

La medicina tradizionale indiana, ovvero l’Ayurveda, considera il basmati come il “Re del riso”, capace di nutrire i tessuti del corpo senza appesantirli (Sattvic diet). Il termine Basmati, peraltro, deriva dal sanscrito Vasaymayup che significa appunto profumato, fragrante e presente sin dall’inizio (Mayup); tutti aggettivi che ben descrivono questo esotico alimento, perla del sub-continente indiano, reperibile oggi con estrema facilità anche sugli scaffali del nostri supermercati.

Iniziamo quindi, il nostro percorso nel mondo del basmati, approfondendone proprietà nutrizionali, benefici e caratteristiche.

 

Cos'è il riso basmati

Il basmati è un riso aromatico a chicco lungo, coltivato da secoli in una determinata area geografica alle pendici dell’Himalaya, fra India e Pakistan.

Le condizioni agro-climatiche della zona, nonché le modalità di raccolta, lavorazione e stagionatura, conferiscono a questo alimento caratteristiche organolettiche e nutrizionali uniche.

Oltre all’India, il basmati viene coltivato anche in Pakistan, tuttavia la sua varietà più pregiata resta quella indiana, denominata basmati di Dehradun; coltivata da secoli in una zona alle pendici dell’Himalaya, non molto distante da Nuova Delhi, in particolare negli Stati di Uttaranchal (sui pendii più scoscesi dell’Himalaya al di sotto dei 700 metri di altitudine) e di Uttar Pradesh (nelle terre pianeggianti ai piedi della catena montuosa).

Le fasi di semina e raccolta di questo tradizionale riso, seguono un approccio rigorosamente biologico ovvero non prevedono l’uso di pesticidi, anticrittogamici o altre sostanze chimiche. Anche gli attrezzi e i metodi utilizzati, sono quelli tramandati da generazioni dai contadini locali e non prevedono l’uso di macchinari d’agricoltura intensiva. I terrazzamenti sui pendii scoscesi dell’Himalaya, sono fatti con fango, erba e argilla, rigorosamente a mano, mentre l’aratura dei campi è ancora realizzata con l’aratro trainato da buoi.

Questo tipologia di riso la si trova soprattutto in due versioni: quella raffinata ovvero bianca e quella integrale, con un colore del chicco tendente al marrone. Sono tuttavia ben 43 le varietà Basmati notificate ai sensi della Sezione 5 del Seed Act, 1966 dell'India.

 

Differenza tra il riso basmati e altre tipologie di riso

 Il riso basmati, considerato il miglior riso al mondo, lo si riconosce alla vista per i suoi chicchi lisci, sottili e affusolati. L’aroma e il gusto sono unici grazie al tipico sapore di “pandan” (Pandanus amaryllifolius: pianta erbacea tipica di quelle zone, appartenente alla famiglia delle Pandanaceae, le cui foglie servono, fra le altre cose, proprio ad aromatizzare il riso), ovvero grazie alla presenza del composto aromatico 2-Acetyl-1-pyrroline (2AP). Altra caratteristica peculiare è l’allungamento dei chicchi durante la cottura. A seguito di idratazione, durante la cottura in acqua, i chicchi infatti possono addirittura raddoppiare le dimensioni originarie. L’indice glicemico è particolarmente basso.  

 

Valori nutrizionali e calorie del riso basmati

Rispetto al bianco, il riso basmati integrale è leggermente più ricco in calorie, carboidrati e fibre. Fornisce anche più magnesio, vitamina E, zinco, potassio e fosforo, inoltre è ricco in tiamina, acido folico e selenio.

Mediamente 100 grammi di basmati cotto, forniscono 121 calorie, quindi:

Una tazza (160 grammi circa) di riso basmati bianco cotto contiene:

Calorie: 210

Proteine: 4,4 grammi

Grasso: 0,5 grammi

Carboidrati: 45,6 grammi

Fibra: 0,7 grammi

Sodio: 399 mg

Folato: 24% del valore giornaliero (DV)

Tiamina: 22% del DV

Selenio: 22% del DV

Niacina: 15% del DV

Rame: 12% del DV

Ferro: 11% del DV

Vitamina B6: 9% del DV

Zinco: 7% del DV

Fosforo: 6% del DV

Magnesio: 5% del DV

 

Il riso basmati crudo, ovvero non ancora privato dell’amido, contiene circa 360 Kcal per 100 grammi. * Ricordiamo che l’amido è uno zucchero complesso, ovvero un polisaccaride costituito da diversi monomeri di glucosio.

 

Indice Glicemico: L’indice glicemico (IG) è un valore compreso fra 0 e 100 ed esprime la rapidità con cui gli alimenti contenenti carboidrati, fanno aumentare la concentrazione di glucosio nel sangue, ovvero la glicemia. I carboidrati, in altre parole gli zuccheri, per essere assorbiti e passare nella circolazione sanguigna devono essere trasformati in glucosio dagli enzimi digestivi. L'aumento della glicemia, quindi, testimonia il livello di assorbimento del glucosio alimentare.

Generalmente, alimenti che fanno aumentare la glicemia in modo rapido hanno un alto indice glicemico, mentre quelli che la fanno salire in modo più graduale, hanno un indice glicemico basso.

Con un indice glicemico compreso tra 50 e 58, il riso basmati è un alimento a indice glicemico medio-basso (Mayo Clinic).  Teniamo conto che la maggior parte dei tipi di riso, in particolare il riso bianco, hanno un alto indice glicemico (superiore o uguale ≥ di 70 ), il riso basmati pertanto è molto più basso sulla scala.

 

Come cuocere il riso basmati

Una delle caratteristiche peculiari del riso basmati, rispetto ad altri tipi di riso, è il profumo che sprigiona durante la cottura. Il modo migliore per cuocere il basmati è con acqua quanto basta in modo che non disperda i suoi aromi. Di seguito riportiamo, a mo’ di esempio, due diverse modalità di cottura.

Metodo 1: In una casseruola scaldiamo due cucchiai d'olio che ci serviranno per far soffriggere un bicchiere di riso basmati per un paio di minuti. In questo modo ridurremo l’amido di superficie, senza dover procedere al lavaggio del riso. Aggiungiamo due bicchieri d'acqua, misurati con lo stesso bicchiere che abbiamo usato per misurare il riso. Alziamo la fiamma fino a quando inizia a bollire e da quel momento l’abbassiamo al minimo, lasciando cuocere per non più di 15 minuti. Spegniamo il fuoco, mescoliamo con una spatola per separare i chicchi e lasciamo riposare per cinque minuti prima di servire. Il riso basmati deve essere leggermente al dente, ma non duro.

Metodo 2: Laviamo il riso più volte fin quando l'acqua non esce pulita. Mettiamolo a cuocere per 15 minuti a fuoco basso in una pentola coperta. Le proporzioni saranno di un misurino di riso per un misurino di acqua salata. Una volta cotto il riso, possiamo usarlo come guarnizione o come base per alcuni piatti.

Nonostante sia un riso molto aromatico che non necessita di condimento, non sempre il basmati viene cotto in purezza. Nella cucina indiana, ad esempio, è molto comune cucinarlo con noci saltate, burro chiarificato e curcuma che gli conferisce un bel colore giallo.

 

Come conservare il riso basmati

Le modalità di conservazione di un riso crudo, ben sigillato nella sua confezione di fabbrica originaria, non differiscono sostanzialmente da qualsivoglia altro cereale e solitamente sono indicate sulla confezione stessa. Ricordiamo, comunque, che per questa tipologia di alimenti, come per la pasta a lunga conservazione, viene utilizzato il TMC, ovvero il Termine Minimo di Conservazione e non una data di scadenza ben precisa. La differenza è che la data di scadenza indica il termine entro cui, tassativamente, l’alimento deve essere consumato. Oltre quella data, infatti, il prodotto potrebbe alterarsi e diventare pericoloso per la salute di chi lo consuma. La data di scadenza è utilizzata per alimenti particolarmente ricchi di acqua libera e che potrebbero andare incontro a rapida degradazione. Il Termine minimo di conservazione (TMC) invece, è una data di consumo consigliata (utilizzata prevalentemente per alimenti secchi), ovvero data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione e che tuttavia può essere consumato anche successivamente con un certo margine di sicurezza. Un basmati crudo, nella sua confezione sottovuoto, si conserva abbondantemente per oltre due anni.

Diverso il discorso quando si parla di riso cotto. Solitamente un riso cotto, dovrebbe essere consumato immediatamente dopo la cottura e soprattutto bisognerebbe evitare di lasciarlo a temperatura ambiente per ore, al fine di evitare tossinfezioni alimentari, come ad esempio da Bacillus Cereus. Lo possiamo conservare in frigo, per un giorno o al massimo per un paio di giorni, purché in un contenitore ermetico ben lavato precedentemente e ben chiuso.

 

Possibili effetti collaterali e controindicazioni del riso basmati

Il riso Basmati non ha grossi effetti collaterali ed è privo di glutine, come d’altra parte anche le altre varietà di riso e come il mais, il grano saraceno, il miglio, l'amaranto e la quinoa. Per questa sua peculiare caratteristica, il basmati può essere consumato anche dalle persone intolleranti al glutine, ovvero da chi soffre di celiachia. L’alta presenza in fibre (ancor più nel basmati integrale il cui indice glicemico può raggiungere il valore addirittura di 45), inoltre, lo rendono particolarmente indicato per le diete dimagranti al fine di anticipare il senso di sazietà, calibrare l’assunzione di grassi e zuccheri e favorire la funzionalità intestinale.