domenica 11 ottobre 2020

" IL GUERRIERO CHE VIDE LA BELLEZZA PER LA PRIMA VOLTA "

 

Un guerriero che nella sua vita aveva conosciuto solo il male e la violenza, un giorno, lungo un sentiero di campagna, incontrò una fanciulla. La ragazza sorreggeva con entrambe le mani, una pesante cesta che portava sul capo. Quando i due si trovarono a poca distanza l’uno dall’altro, la ragazza abbassò lo sguardo e cercò di passare di lato, per proseguire il suo cammino. Il guerriero estrasse la spada e la puntò al cuore della donna.

-        -  ” Dove vai bella ragazza, tutta sola in mezzo ai campi ? chiese il guerriero

-       -   “ Porto questi panni che ho appena lavato al fiume, a casa, da mia madre”, rispose la ragazza, con voce rotta dalla paura

-        -  Il guerriero allora le disse:” Perché non mi guardi, quando ti parlo ?”

La ragazza sollevò lo sguardo ed il guerriero, rimase senza parole. Erano gli occhi più belli che avesse mai visto in tutta la sua vita. Era la prima volta che vedeva tanta bellezza. Negli occhi di quella ragazza c’era la dolcezza, la gentilezza, la forza, la nobiltà d’animo, l’onestà, l’etica, la giustizia, la generosità. Tutte virtù umane che il guerriero non aveva mai conosciuto. Chissà, forse quando era piccolo ed aveva pochi anni, ma di certo non se lo ricordava più. Egli sapeva che anche la forza non gli apparteneva. Era violento si, ma lo era diventato solo per paura, per debolezza interiore e non certo per la forza.

Allora il guerriero, accecato dall’ira per ciò che la natura gli aveva negato, afferrò la ragazza e cercò di portarla a sé. La fanciulla si divincolò e lasciando cadere la cesta di panni, iniziò a correre e ad urlare con quanto fiato avesse in gola. Purtroppo nei paraggi non c’era nessuno ed in un battibaleno, il guerriero le fu addosso. Abituato a prendere le cose con la violenza, l’uomo estrasse il pugnale e disse:” Adesso mi darai tutta la bellezza che hai. Prenderò i tuoi occhi, di modo da poterli tenere sempre con me. Tutta la tua bellezza, adesso sarà mia !”. Con un gesto fulmineo, affondò il pugnale nel volto della ragazza e ne cavò gli occhi. La fanciulla cadde a terra priva di vita.

Il guerriero avvolse gli occhi in un drappo e li ripose nella borsa che portava a tracolla, dopodiché proseguì il suo cammino. Quando la sera stanco, giunse ad una taverna, chiese un letto per dormire e qualcosa da mangiare. Dopo aver cenato, salì in camera e una volta chiusosi la porta alle spalle, accese la lampada ad olio, sedendosi alla sua luce. Qui estrasse gli occhi della fanciulla dalla borsa per poterne ammirare tutta quella bellezza che aveva visto e che pensava di aver rubato.

Forte fu la sua meraviglia quando si accorse che quegli occhi, che prima avevano mostrato così tanta bellezza al loro interno, adesso non erano altro che due pezzi di tessuto amorfo e inanimato. Nonostante li girasse e rigirasse alla forte luce della lampada, non riusciva a scorgere nessuna delle belle virtù che aveva visto quando erano vivi nel volto della fanciulla.

Mentre girava e rigirava gli occhi fra le mani, all’improvviso gli sembrò di scorgere qualcosa, nel riflesso di un occhio. Posò l’altro occhio sul tavolo ed avvicinò le mani alla fiamma della lampada.

In quell’occhio, riflesso come in un pezzo di vetro, l’uomo vide riflessi i suoi stessi occhi. Vide il mostro che aveva ucciso tanta bellezza.

Iracondo aprì la finestra e lanciò gli occhi nel buio della notte, dopodiché si sedette al tavolo, affondando il volto nelle mani. Adesso aveva compreso. In realtà, quegli occhi , erano solo una finestra sulle virtù dell’anima. La bellezza era rimasta nell’anima della ragazza, dove era sempre stata. Ecco perché quei due bulbi oculari, inanimati e sanguinolenti, erano solo due pezzi di vetro che riflettevano l’esterno.

Allora il guerriero, disperato per avere ucciso cotanta bellezza, estrasse il pugnale e se lo conficcò nel petto. La morte sopraggiunse presto e così lo trovarono la mattina successiva. Le braccia penzolanti, il pugnale conficcato nello sterno e le palpebre chiuse, quasi a cercare di impedire al mondo di vedere i suoi occhi privi di una qualsivoglia virtù umana. Due occhi che adesso non erano altro che due inanimati, pezzi di vetro. Tutto il male era rimasto nel suo petto ed anche se, inconsciamente, aveva cercato di sconfiggerlo con la punta di un pugnale, con tutta probabilità se lo era portato con sé all’inferno.

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