BIOLOGIA MARINA
“ INTERVISTA A
MARTINA RIGHETTI ”
*****
La figura professionale
del Biologo Marino è forse la più amata ed ambita, fra le diverse
specializzazioni post laurea, che un Biologo possa intraprendere. La
possibilità di lavorare a contatto con il mare, spesso in contesti
internazionali, è una prospettiva che attrae un numero crescente di giovani.
Martina Righetti, Biologa, seppur giovanissima, sembra avere le idee molto
chiare sul suo futuro professionale ed in questa intervista, ci racconta la sua
storia e le sue aspettative di vita e di lavoro.
Ciao
Martina. Qual è attualmente, il percorso di studi ideale, per diventare Biologi
Marini ?
Ciao! Io mi sono iscritta
all’Università Politecnica delle Marche, dove è possibile intraprendere un
percorso di studi della durata di 3 anni in scienze biologiche per poi
specializzarsi in biologia marina, grazie ad una laurea magistrale della durata
di 2 anni. A mio avviso, la facoltà di Ancona è molto valida, per diventare
biologi marini. Personalmente, posso dire di avere avuto l’onore di ricevere
insegnamenti da professori di notevole spessore, sia nazionale che
internazionale. Nel percorso di studi, oltre alle normali lezioni, sono
previsti, fra l’altro, diversi laboratori pratici e seminari, che sono stati
per me spunto di approfondimenti molto utili e interessanti.
Come
nasce la tua passione per la Biologia Marina ? Raccontaci un po’ di te
La passione per la biologia marina
mi accompagna sin da bambina. Già allora ero innamorata di delfini e balene e
il mio gioco preferito, a dieci anni, era indovinare le specie di cetacei dalle
fotografie. Sentivo che erano tutto il mio mondo e da lì, la passione si
allargò al campo marino in generale; ora posso dire che vivo per questo e non
riesco a immaginare una vita diversa e più bella. Ho avuto, inoltre, la fortuna
di avere una famiglia che ha sempre appoggiato questo mio amore. A sedici anni,
feci i primi volontariati per il soccorso di delfini spiaggiati e per il
monitoraggio di delfine incinta in ambiente controllato. Presto arrivò il primo
brevetto subacqueo e i primi viaggi per il monitoraggio di delfini in libertà.
Il desiderio di iscriversi in una facoltà di biologia marina era così grande
che non vedevo l’ora di finire il liceo.
A
tuo parere quali sono le caratteristiche e gli “skills”, che un aspirante Biologo Marino dovrebbe avere ?
Dico sempre che per fare questo
lavoro bisogna essere degli spiriti liberi, non bisogna solo avere voglia di
viaggiare e di mettersi in gioco, bisogna sentirlo dentro, è un bisogno che
diventa una seconda pelle. Un vero biologo marino è una persona che non riesce
a stare troppo tempo nello stesso posto, ha bisogno di viaggiare e di conoscere
ogni angolo di questo grande oceano meraviglioso che ci circonda…e con questo, non
intendo solo posti come Maldive o Caraibi. Quando ami il mare, anche l’angolo
più remoto del pianeta è fonte di curiosità e conoscenza. Un vero biologo
marino deve mettere in conto che la propria vita non sarà mai routine. Bisogna
avere voglia di conoscere e scoprire, sempre. Avere un grande spirito di
adattabilità, avere il grande amore di vivere a contatto con la natura, il più
delle volte senza i comfort che la
vita di oggi ci offre. Ma il bello di questo lavoro, a mio parere, è proprio
questo.
So
che in qualità di Biologa Marina, hai già avuto un’esperienza lavorativa
all’estero. Vuoi parlarcene ?
Attualmente, sto completando il mio
ultimo anno di percorso magistrale, ma durante i miei anni di studio ho avuto
l’opportunità di fare la mia prima, vera, esperienza lavorativa all’estero. Ho
lavorato sei mesi in Mar Rosso, a Berenice, in un resort, come biologa marina turistica. Il mio compito era di tipo
divulgativo, organizzavo delle uscite di snorkeling e gite in barca per gli ospiti della
struttura, spiegando ciò che si poteva incontrare, come coralli e pesci del reef; inoltre tre sere a settimana,
facevo delle lezioni di biologia marina e durante il giorno, anche passeggiate
naturalistiche nella vicina foresta di mangrovie. La cosa più bella che questa
esperienza mi ha regalato è stata quella di trasmettere la mia passione a chi,
magari, si avvicinava a questo mondo per la prima volta. Vedere lo stupore
delle persone, grandi e piccini, la voglia di imparare, di capire ciò che
stavano vedendo, per me era fonte di grande gioia. Senz’altro un input e una conferma che il mare sarebbe
stato per sempre la mia vita, il tutto poi confermato dai giudizi positivi
degli ospiti. Non c’è stato giorno in cui questo lavoro sia stato un peso.
Spesso facevo più di quel che dovevo, proprio perché era semplicemente un
piacere. E’ stato meraviglioso toccare con mano ciò che si studia per anni sui
libri, vedere certi fenomeni della natura che prima potevi solo immaginare. Adesso
sono ritornata in Italia per completare gli studi, ma appena potrò, penso
proprio di fare i bagagli e ripartire.
Secondo
te quali sono le prospettive lavorative per questa professione, in Italia ?
Quali le prospettive all’estero ?
In Italia, purtroppo, gli orizzonti
non sono così rosei. Questo è un peccato, perché abbiamo un mare bellissimo di
cui conosciamo veramente poco e le risorse che si investono per la ricerca in
questo settore, sono davvero ridotte. Penso inoltre che la biologia marina, in
Italia, venga vista, ancora come un campo “nuovo” e poco esplorato. La mia
impressione è che all’estero sembrano aver compreso, prima di noi, che il mare
è un bene prezioso per tutto il Pianeta e come tale andrebbe tutelato. Basti
pensare, ad esempio, all’importante ruolo che esso ricopre nei cambiamenti
climatici. Conoscerlo e preservarlo è un compito fondamentale di tutta l’umanità.
In definitiva credo che le prospettive all’estero siano molte di più, sia in
ambito ricerca che divulgativo.
Cosa
pensi di fare una volta conseguita la laurea specialistica.
Hai già dei progetti ?
Hai già dei progetti ?
Credo che una delle ambizioni più
grandi che un biologo marino possa avere, sia quella di rimanere in ambito
universitario dopo la laurea e quindi fare ricerca. Non è così facile
purtroppo, soprattutto in Italia. Un mio sogno sarebbe quello di fare, magari,
un master post-laurea all’estero, oppure continuare a fare qualche esperienza
di tipo divulgativo, magari lavorando in un diving
center. Trasmettere la mia passione è una cosa che ho scoperto, piacermi
tantissimo. In futuro mi piacerebbe molto aprire un mio Ecolodge magari in Madagascar, terra che amo molto. Un posto dove possa
alloggiare chi veramente voglia dedicare completamente il proprio tempo al mare
e desideri trascorrere un viaggio all’insegna della scoperta e del rispetto per
la natura. Sono convinta che il rispetto per il nostro mondo nasca proprio
dalla conoscenza, e il dovere principale di noi biologi in quanto scienziati è
quello di informare, divulgare e far conoscere.
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