![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBUZ3qr03ejjrd4r-dRhM-fK0yAvtkHFmbmF5U0OvSV1cBc4LBACHGoayKFrE1dUsIZEnZh8izwgX-JK1SqH490LnhkT46BhYj3pmhFZeVZ0T-OGIai4yA07A-TpXCCtyBheC3KO3ZTe8/s400/1.jpeg)
Amit
Lotan, dottore in scienze biologiche presso l’università di Gerusalemme, ha
trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita lavorativa, nella messa a punto
di una formulazione farmaceutica in grado d’inibire gli effetti delle punture
di medusa. Dopo aver fondato la start-up “Nidaria Technology ltd” è riuscito a
canalizzare le sue conoscenze
accademiche, prima in un concetto e poi in un prodotto, testandolo in numerosi
studi clinici di respiro internazionale. Grazie a finanziamenti ottenuti dal
Ministero per l’ambiente israeliano, dall’Onu e dalla Marina degli Stati Uniti,
la Nidaria Technology Ltd ha così elaborato, una serie di formulazioni in grado
di proteggere contemporaneamente, dalle scottature solari e dalle punture di
medusa. Disponibili con diversi fattori di protezione solare, i prodotti sono
acquistabili in crema, gel, spray o aerosol. Il meccanismo di azione è
interessante, poiché la formulazione interferisce sia con la capacità del
tentacolo di aderire alla pelle e sia inibendo il meccanismo di puntura della
medusa, fino a bloccarne i processi infiammatori successivi. Brevettato, in ben
quindici paesi, fra i quali Stati Uniti, Israele, Svezia, Filippine, Corea,
Thailandia, Singapore e Spagna, il “Sunscreen Jellyfish Sting Protection” è oggi disponibile anche in Italia. Il dr.
Lotan, ideatore del preparato, ce ne parla in questa intervista.
Dr. Lotan, come nasce l’idea di sviluppare
un prodotto in grado d’inibire il meccanismo di puntura delle meduse ?
Ho
studiato all'Università di Gerusalemme e lavorato con la Israel Nature Society, questo mi ha consentito di acquisire una vasta conoscenza in alcuni
ambiti della zoologia animale, biologia cellulare e chimica. Un master sui
meccanismi molecolari dell’RNA cellulare, mi ha fornito inoltre, gli strumenti
necessari per approfondire lo studio delle cellule urticanti presenti nei
tentacoli delle meduse. Il progetto di ricerca, durato sei anni è stato
finanziato dalle Nazioni Unite e dal Ministero dell'Ambiente israeliano; questo
grazie anche alla sensibilizzazione sul “problema meduse”, presente in
territori che si affacciano sul Mediterraneo, quali l’Egitto, la Siria, il
Libano, la Grecia, l’Italia, la Slovenia e Malta. Il dibattito internazionale
generatosi, ha sottolineato, la necessità di sviluppare strumenti atti a
prevenire le punture degli cnidari nei bagnanti. I problemi di salute pubblica
scaturiti nel dibattito e le profonde conoscenze scientifiche acquisite, hanno giocato
un ruolo importante nello sviluppo del
prodotto. I risultati della mia ricerca sul meccanismo urticante delle
meduse sono stati pubblicati sulla rivista Nature.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-nCOtGq6yNBsuHLCPB6v2Di3oq7Wx-pzoOeJwIyXOywJ1NOLKTTfRKoxlGkvfF8jhkzV-qy4SElUBfdyXz1yVRTyUQ2kLUxfxe8Ac3JU59zqi4vP9oT7IBbNnOHQP3cx_Iup_coM6aXQ/s400/2.png)
Come è riuscito a trasformare le sue
conoscenze accademiche in un farmaco ?
Ho
trascorso diversi anni di ricerca negli Stati Uniti e in Israele, esplorando e
definendo inibitori che potessero bloccare, a livello cellulare, il meccanismo
urticante della medusa. La ricerca verteva su alcune specie di pesci e lumache
in grado di gestire e prevenire, naturalmente, le punture. Il famoso pesce
pagliaccio Amphiprion frenatus, ad esempio, è un pesce dai colori sgargianti,
che suole nascondersi all'interno dei tentacoli delle anemoni di mare (
che hanno lo stesso meccanismo di puntura delle meduse) ed è immune alle cellule urticanti delle sue nematocisti. Il
comportamento simbiotico del pesce pagliaccio mi ha portato a pensare che
doveva esistere un meccanismo in natura atto a prevenire le punture di
medusa.
Pesce
pagliaccio - Amphiprion frenatus
Tornato
in Israele, ho fondato la mia azienda e sviluppato una lozione in grado di
prevenire e inibire questo tipo di punture. Nella fase iniziale, abbiamo
studiato le abitudini dei bagnanti e compreso che le creme solari potevano
essere una buona base per combinare la tecnologia atta a evitare le punture di
medusa con un prodotto di largo consumo. Ci sono voluti, tuttavia, diversi anni
per ottenere la formula di protezione solare compatibile con gli inibitori
delle punture di medusa e garantire, al contempo, la resistenza del prodotto
all'acqua marina. Una volta che la crema solare, con annessa protezione meduse,
era pronta, la marina degli Usa ha sostenuto il progetto per testare il
prodotto su larga scala. Grazie all'interessamento del Ministero della Difesa
degli Stati Uniti, Safe Sea è stato testato in tutto il mondo su
diverse specie di meduse presenti nelle acque del Giappone, Oceano Atlantico,
Oceano Indiano e Pacifico, nonché nel Mediterraneo e nel Mar Baltico.
Quali sono le caratteristiche di questo
prodotto ?
Bisogna
partire dal presupposto che i sintomi della puntura di medusa sono variabili e
vanno da una sgradevole sensazione di bruciore irritante a eruzioni cutanee
dolorose, fino a condizioni di risposta allergica sistemica grave che, in
alcuni casi, può portare anche alla morte.
Durante la scarica di cellule urticanti, si verificano diverse fasi. La prima fase è quella della
stimolazione di particolari recettori presenti sulle nematocisti tentacolari
delle meduse, da parte delle proteine o degli zuccheri normalmente secreti
dalle ghiandole sudoripare esocrine, normalmente presenti nel derma dell’uomo. Seconda fase: la cellula urticante è
composta da una capsula, all'interno della quale si trova un "filamento
urticante" ripiegato a spirale, su se stesso. La pressione idrostatica
all’interno della capsula è altissima, ben 150 atmosfere che si sviluppano per
stimolazione dello cnidociglio, poco prima della puntura. Terza fase: Il filamento estroflesso, chiamato bargiglio, penetra
nella pelle di un essere umano o di un'altra "preda" con una forza
simile a quella di un proiettile sparato da una pistola. Le accelerazioni, nel
processo di estroflessione del filamento urticante, arrivano fino a 40.000
volte la forza di gravità. Tutto questo accade in frazioni di secondo. Le
punture di meduse, infatti, si annoverano fra gli eventi meccanici, più veloci
di tutta la biologia cellulare conosciuta. Le meduse sono dotate di milioni di
queste cellule urticanti, simili ai micro-iniettori high-tech.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu1Pn3SWKgn0xO5GghY_vgOXpzDwXimEfYX9nav1760F24eUhD9wsTHPq-www470N3WytbryIquAjLhhjMW6L8sNt0xSvso-ZESWTLeJNHplTjkYq5t7hZ2whEfz6Du8Fbew29tnM-qg4/s400/Nuova+immagine+%25282%2529.png)
La
nostra comprensione della morfologia e della biochimica di questi organuli, ci
ha consentito di identificare le sostanze chimiche alla base del meccanismo di
attivazione della capsula urticante, e quindi, in definitiva, di sviluppare un
prodotto in grado di interferire sia con i segnali cellulari sia con l’incremento
di pressione osmotica interna alle nematocisti.