venerdì 21 giugno 2019

” DALL' UNIVERSITA' DI ISRAELE LA PROTEZIONE SOLARE ATTIVA CONTRO LE PUNTURE DI MEDUSA "


 




Amit Lotan, dottore in scienze biologiche presso l’università di Gerusalemme, ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita lavorativa, nella messa a punto di una formulazione farmaceutica in grado d’inibire gli effetti delle punture di medusa. Dopo aver fondato la start-up “Nidaria Technology ltd” è riuscito a canalizzare le sue  conoscenze accademiche, prima in un concetto e poi in un prodotto, testandolo in numerosi studi clinici di respiro internazionale. Grazie a finanziamenti ottenuti dal Ministero per l’ambiente israeliano, dall’Onu e dalla Marina degli Stati Uniti, la Nidaria Technology Ltd ha così elaborato, una serie di formulazioni in grado di proteggere contemporaneamente, dalle scottature solari e dalle punture di medusa. Disponibili con diversi fattori di protezione solare, i prodotti sono acquistabili in crema, gel, spray o aerosol. Il meccanismo di azione è interessante, poiché la formulazione interferisce sia con la capacità del tentacolo di aderire alla pelle e sia inibendo il meccanismo di puntura della medusa, fino a bloccarne i processi infiammatori successivi. Brevettato, in ben quindici paesi, fra i quali Stati Uniti, Israele, Svezia, Filippine, Corea, Thailandia, Singapore e Spagna, il “Sunscreen Jellyfish Sting Protection” è oggi disponibile anche in Italia. Il dr. Lotan, ideatore del preparato, ce ne parla in questa intervista. 


Dr. Lotan, come nasce l’idea di sviluppare un prodotto in grado d’inibire il meccanismo di puntura delle meduse ?

Ho studiato all'Università di Gerusalemme e lavorato con la Israel Nature Society, questo mi ha consentito di acquisire una vasta conoscenza in alcuni ambiti della zoologia animale, biologia cellulare e chimica. Un master sui meccanismi molecolari dell’RNA cellulare, mi ha fornito inoltre, gli strumenti necessari per approfondire lo studio delle cellule urticanti presenti nei tentacoli delle meduse. Il progetto di ricerca, durato sei anni è stato finanziato dalle Nazioni Unite e dal Ministero dell'Ambiente israeliano; questo grazie anche alla sensibilizzazione sul “problema meduse”, presente in territori che si affacciano sul Mediterraneo, quali l’Egitto, la Siria, il Libano, la Grecia, l’Italia, la Slovenia e Malta. Il dibattito internazionale generatosi, ha sottolineato, la necessità di sviluppare strumenti atti a prevenire le punture degli cnidari nei bagnanti. I problemi di salute pubblica scaturiti nel dibattito e le profonde conoscenze scientifiche acquisite, hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo del  prodotto. I risultati della mia ricerca sul meccanismo urticante delle meduse sono stati pubblicati sulla rivista Nature.


Come è riuscito a trasformare le sue conoscenze accademiche in un farmaco ?

Ho trascorso diversi anni di ricerca negli Stati Uniti e in Israele, esplorando e definendo inibitori che potessero bloccare, a livello cellulare, il meccanismo urticante della medusa. La ricerca verteva su alcune specie di pesci e lumache in grado di gestire e prevenire, naturalmente, le punture. Il famoso pesce pagliaccio Amphiprion frenatus, ad esempio, è un pesce dai colori sgargianti, che suole nascondersi all'interno dei tentacoli delle anemoni di mare ( che hanno lo stesso meccanismo di puntura delle meduse) ed è immune alle cellule urticanti delle sue nematocisti. Il comportamento simbiotico del pesce pagliaccio mi ha portato a pensare che doveva esistere un meccanismo in natura atto a prevenire le punture di medusa. 

 Pesce pagliaccio - Amphiprion frenatus

Tornato in Israele, ho fondato la mia azienda e sviluppato una lozione in grado di prevenire e inibire questo tipo di punture. Nella fase iniziale, abbiamo studiato le abitudini dei bagnanti e compreso che le creme solari potevano essere una buona base per combinare la tecnologia atta a evitare le punture di medusa con un prodotto di largo consumo. Ci sono voluti, tuttavia, diversi anni per ottenere la formula di protezione solare compatibile con gli inibitori delle punture di medusa e garantire, al contempo, la resistenza del prodotto all'acqua marina. Una volta che la crema solare, con annessa protezione meduse, era pronta, la marina degli Usa ha sostenuto il progetto per testare il prodotto su larga scala. Grazie all'interessamento del Ministero della Difesa degli Stati Uniti, Safe Sea è stato testato in tutto il mondo su diverse specie di meduse presenti nelle acque del Giappone, Oceano Atlantico, Oceano Indiano e Pacifico, nonché nel Mediterraneo e nel Mar Baltico.


Quali sono le caratteristiche di questo prodotto ?

Bisogna partire dal presupposto che i sintomi della puntura di medusa sono variabili e vanno da una sgradevole sensazione di bruciore irritante a eruzioni cutanee dolorose, fino a condizioni di risposta allergica sistemica grave che, in alcuni casi, può portare anche alla morte.  Durante la scarica di cellule urticanti, si verificano diverse fasi. La prima fase è quella della stimolazione di particolari recettori presenti sulle nematocisti tentacolari delle meduse, da parte delle proteine o degli zuccheri normalmente secreti dalle ghiandole sudoripare esocrine, normalmente presenti nel derma dell’uomo. Seconda fase: la cellula urticante è composta da una capsula, all'interno della quale si trova un "filamento urticante" ripiegato a spirale, su se stesso. La pressione idrostatica all’interno della capsula è altissima, ben 150 atmosfere che si sviluppano per stimolazione dello cnidociglio, poco prima della puntura. Terza fase: Il filamento estroflesso, chiamato bargiglio, penetra nella pelle di un essere umano o di un'altra "preda" con una forza simile a quella di un proiettile sparato da una pistola. Le accelerazioni, nel processo di estroflessione del filamento urticante, arrivano fino a 40.000 volte la forza di gravità. Tutto questo accade in frazioni di secondo. Le punture di meduse, infatti, si annoverano fra gli eventi meccanici, più veloci di tutta la biologia cellulare conosciuta. Le meduse sono dotate di milioni di queste cellule urticanti, simili ai micro-iniettori high-tech. 


La nostra comprensione della morfologia e della biochimica di questi organuli, ci ha consentito di identificare le sostanze chimiche alla base del meccanismo di attivazione della capsula urticante, e quindi, in definitiva, di sviluppare un prodotto in grado di interferire sia con i segnali cellulari sia con l’incremento di pressione osmotica interna alle nematocisti.

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