lunedì 14 ottobre 2019

" GENERAZIONE PERDUTA "


La cosiddetta "Forza Reazionaria" di un paese, risiede principalmente nei giovani 20/30/40enni. Esattamente quelli che hanno spinto ad emigrare all'estero, dall'Italia, a milioni, negli ultimi dieci anni, ( mediamente 250mila  giovani l'anno https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2018/08/02/fuga-dallitalia-siamo-tornati-ai-livelli-record-degli-anni-50/4532924/?fbclid=IwAR3HW2HAkvPOIEAk9AM-SdKK3mKesLY7ppNG04HCzF3q7h4yUXEnQZv0s1o ) con una sapiente opera di drenaggio, impedendo loro di trovare un qualsivoglia lavoro in patria e garantendolo invece agli immigrati, che sono arrivati in pari misura. Una sostituzione etnica sapiente e mirata a sostituire la "forza reazionaria radicata sul territorio" con una semplice manovalanza estera, disinteressata ai problemi di una nazione allogena a loro

venerdì 11 ottobre 2019

" PATRIA "




Potrebbe sembrare un concetto banale, eppure, di questi tempi, pare che non lo sia affatto:" La nazione è come una squadra di calcio, per fare gol, ovvero per vincere, bisogna essere uniti, correre e lottare nella stessa direzione !".

Non a caso Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, meglio conosciuto come Antoine de Saint-Exupéry, ovvero l'autore dello splendido romanzo "Il piccolo principe", uno dei più grandi pensatori del nostro tempo diceva:" “La vita ci ha insegnato che amare non consiste nel guardarsi l'un l'altro, ma nel guardare insieme nella stessa direzione”.

Questa frase non è valida soltanto nel rapporto di coppia o in famiglia, ma anche e soprattutto per una nazione, ovvero per la propria Patria.  In uno Stato, infatti, possono esserci delle differenze di vedute politiche, divergenze concettuali nella gestione della cosa pubblica, ma questo non deve assolutamente inficiare l'obbiettivo finale, ovvero il bene della propria gente, del proprio popolo, dei propri fratelli. Questo significa per una nazione "fare gol".

Badate bene che il termine "fratelli" non è stato scelto a caso. L'etimologia del termine “patria” deriva dal latino patrius, ovvero (terra) ‘(terra) dei padri’. Vero che saremmo portati ad affermare che la sua etimologia vada ricercata nel sostantivo maschile “pater, patris”; in realtà, la parola latina più vicina al suo significato italiano è l’aggettivo “patrius, patria, patrium” ritenendo sottinteso il sostantivo “terra, terrae” oppure “tellus, telluris”: dunque, la patria è la terra del padre, ergo i compatrioti sono i nostri fratelli.

Molti ricorderanno quella scena nel film di Ridley Scott, Il Gladiatore, quando Massimo Decimo Meridio, si rivolge ai suoi soldati con l'aggettivo Fratres, ovvero Fratelli !:" A tre settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà. Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo perché sarete nei Campi Elisi e sarete già morti !".

D'altra parte nell'antichità, la patria era considerata come un qualcosa di sacro. San Tommaso D'Aquino, nella sua opera “Summa teologica”, afferma che ad essa si deve riconoscere un senso di sacralità, ovvero alla patria si deve la “pietas”, in altre parole un sentimento di rispetto, lo stesso che si deve a Dio e ai genitori.

La “pietas” così intesa si manifesta quindi attraverso  il “cultus”e l’”officium”. Per “cultus”s’intende la riverenza, ad esempio nei confronti dell’ambiente, oppure della lingua, o ancora della tradizione. Per “officium”, invece, si vuole intendere il dovere, l’ubbidire a ciò che vuole la patria, alle sue leggi. Significa, in altri termini, svolgere il proprio ruolo di cittadini etici e consapevoli.

Il concetto di Patria,  coincide quindi con il concetto di Comunità legata da vincoli culturali, storici, linguistici,  tradizionali e religiosi ad un determinato territorio. Non a caso la Patria nasce quando i popoli abbandonano il nomadismo basato, per il sostentamento, prevalentemente sull’attività venatoria, per diventare stanziali e quindi dedicarsi all’agricoltura. 

In un mondo che corre nella direzione opposta, in senso dell'atomizzazione sociale, in senso involutivo del paradigma, ovvero per un ritorno al nomadismo senza radici né punti di riferimento, la Patria rappresenta quindi un archetipo di coesione sociale, in altre parole, un principio antico e allo stesso tempo attuale, da difendere e preservare. 

Per fare questo bisogna essere uniti, compatti e correre nella stessa direzione ( allontanando le “quinte colonne” vendutesi all’avversario ), proprio come faremmo se fossimo i componenti di una squadra di calcio.

Come disse Gustave Flaubert, l’autore del romanzo Madame Bovary “La patria, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde !”.


domenica 6 ottobre 2019

CASE A 1 EURO:" L'ORRORE TUTTO ITALIANO "





Case a un euro:” L’orrore tutto italiano !”
 

Era il lontano 2008 quando l'iracondo Vittorio Sgarbi, allora Sindaco di Salemi, ridente cittadina in provincia di Trapani, affiancato nell’iniziativa dal fotografo Oliviero Toscani ( Attivista politico per il Partito Radicale, oggi passato nelle fila del PD), propose l'iniziativa Case a 1 euro, con lo scopo di favorire il restauro e la ristrutturazione di vecchie abitazioni, nonché il ripopolamento del paesello siculo. Un paio d’anni più tardi, il consiglio comunale del sobborgo trinacrio, approvava all’unanimità il piano di assegnazione degli immobili e ne delineava le linee guida per la ristrutturazione degli stessi. Una volta diffusasi la notizia dell’iniziativa, il Comune iniziò a ricevere migliaia di proposte di acquisto da ogni angolo del globo, questo fino a quando, la Procura di Marsala, decise di sequestrare alcuni immobili, ravvisandone il rischio di “crollo” ed imputando al critico d’arte l’ipotesi di reato di “omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e di omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari”. 

Nel 2016 arrivò l'assoluzione. 

Nonostante il tormentato epilogo della vicenda, l’idea delle Case a un euro è ancora oggi adottata anche da molti Comuni italiani. 

Secondo il sito casea1euro, sarebbero circa una ventina i comuni italiani dov’è possibile acquistare le case a un euro e l’elenco comprenderebbe i comuni di:
  • Lecce nei Marsi (L'Aquila), Abruzzo
  • Zungoli (Avellino), Campania
  • Patrica (Frosinone), Lazio
  • Cantiano (Pesaro Urbino), Marche
  • Borgomezzavalle (Verbano Cusio Ossola), Piemonte
  • Carrega Ligure (Alessandria), Piemonte
  • Fabbriche di Vergemoli (Lucca), Toscana
  • Montieri, (Grosseto), Toscana
  • Ollolai (Nuoro), Sardegna
  • Nulvi (Sassari), Sardegna
  • Mussomeli (Caltanisetta), Sicilia
  • Gangi (Palermo), Sicilia
  • Regalbuto (Enna), Sicilia
  • Salemi  (Trapani), Sicilia
  • Sambuca (Agrigento), Sicilia


Inutile sottolineare che l’iniziativa sta avendo un discreto successo, soprattutto fra gli stranieri, increduli nel constatare che l’Italia, paese che negli anni cinquanta era leader mondiale indiscusso (la Spagna, che oggi ci supera di circa 30 milioni di arrivi turistici annui,  non compariva neppure tra le prime15), https://www.ilsole24ore.com/art/se-bello-non-basta-essere-leader-AEccpq7B?refresh_ce=1 per presenze turistiche, la ex quarta potenza industriale mondiale negli anni '80 e che vede emigrare oltre 250.000 giovani preparati l’anno https://www.ilsole24ore.com/art/oltre-250mila-italiani-emigrano-all-estero-quasi-quanti-dopoguerra-AEuX6nsB,  non sappia partorire altra iniziativa che quella di svendere allo straniero – visto che la maggioranza degli immobili ad 1 euro (stranamente) è andata a cittadini stranieri – i suoi borghi più belli.

Eppure basterebbe conoscere lo spagnolo o l’inglese e farsi un giro sul web per scoprire che in altri paesi, come ad esempio proprio la Spagna o l’Irlanda, le iniziative per ripopolare i piccoli paesi e i borghi di provincia, sono ben altre, rispetto all’orrore dell’iniziativa “Case a 1 euro”.




Modello Spagna 
 
Un report denominato “La sostenibilidad demográfica de la España vacía”, redatto dal cattedratico Joaquín Recaño e pubblicato dal “Centro de Estudios Demográficos de la Universidad Autónoma de Barcelona (UAB)”, indica che circa il 60% dei comuni spagnoli aveva meno di 1.001 abitanti al 1 ° gennaio 2016, occupava il 40% dell'area e concentrava a malapena il 3,1% della popolazione totale del paese. https://www.compromisoempresarial.com/innovacion_social/2018/08/nuevas-soluciones-para-repoblar-la-espana-rural/ I dati Eurostat per il 2015 hanno collocato 19 province spagnole, fra quelle a minor densità abitativa, nell'Unione europea, la maggior parte delle quali situate in Castilla y León, Castilla-La Mancha, La Rioja e Aragón. 

Ad aggravare la situazione spagnola,inoltre, ci sarebbe il fatto che la stragrande maggioranza degli abitanti di queste aree ha più di 60 anni e quindi c'è un grande squilibrio fra la popolazione anziana e i pochi giovani rimasti. Secondo le previsioni del report, questa situazione porterà nel medio termine allo spopolamento di oltre 1.800 comuni. https://elpais.com/sociedad/2019/03/28/actualidad/1553806771_541533.html

L’establishment spagnolo tuttavia, non si è perso d’animo e piuttosto che partorire “emeriti aborti intellettuali”, come la svendita (regalo) agli stranieri dei comuni ad un euro, ha dato voce alle iniziative creative di alcune associazioni, fra cui Almanatura, il cui responsabile della comunicazione e dello sviluppo Juanjo Manzano, ha avanzato una proposta a dir poco interessante. 

L’associazione radicata in Arroyomolinos de León, una cittadina con 900 abitanti nella provincia di Huelva, da 20 anni dimostra che può essere intrapreso in ambiente rurale, un piano di sciluppo basato su quattro aree di intervento: occupazione, istruzione, sanità e tecnologia.

"Abbiamo istituito tre tavoli di lavoro al fine di far luce su questo problema e generare progetti comuni che perseguono gli stessi obiettivi di rivitalizzazione delle aree rurali: ripopolamento, tecnologia, occupazione e imprenditorialità", afferma Juan Parodi, Responsabile dello sviluppo aziendale di Impact Hub Madrid e direttore del Rural Innovation Laboratory, entrambe collegate ad Almanatura.

"Vogliamo generare opportunità imprenditoriali nelle aree ad alto tasso di spopolamento e porre fine al falso mito che coloro che ritornano alle loro origini rurali per “fare impresa” è perché hanno fallito in città, afferma Parodi. “Vediamo molti casi di giovani che vorrebbero intraprendere attività imprenditoriali nei loro comuni di origine, ma che non lo fanno perché le loro famiglie vedrebbero questo ritorno come un fallimento. Non si rendono conto invece che in città non ci sono più tutte quelle opportunità come immaginavano all’inizio e che la qualità della vita non è affatto migliore rispetto ai paesi, anzi la concorrenza è feroce e le condizioni di lavoro sono molto più precarie ", afferma Manzano.




Spagna:” Nuovi modelli d’impresa per le zone rurali in via di spopolamento”


Oggi come oggi, sono sempre meno i paesi spagnoli che sopravvivono grazie all'attività agricola e zootecnica. “Hanno ancora un peso molto importante, tuttavia non sono più le attività predominanti nelle zone rurali. Il settore che genera più occupazione e ricchezza nei piccoli paesi di provincia è il turismo rurale ", afferma Secundino Caso, presidente di REDR”, l'organizzazione che rappresenta e gestisce i sussidi concessi dall'UE attraverso la politica agricola comune (PAC) per il ripopolamento dei piccoli comuni europei, da circa 25 anni. “In Spagna sono le associazioni operative locali che decidono come gestire questi fondi. Un modello di gestione trasversale a cui partecipano agenti sociali e politici di ciascuna regione autonoma spagnola, al fine di decidere quali progetti possono essere più vantaggiosi per ciascuna zona ”, sentenzia Caso.

La Spagna oggi, ha circa 235 regioni rurali e al momento ciascuna di esse ha un sussidio di circa sei milioni di euro. Oltre 1.400 milioni di euro in totale, inclusi nell'importo dell'ultima PAC, da distribuire tra il 2016 e il 2021 ( …mentre in Italia si spellano le mani per vendere le case a 1 euro) , secondo S. Caso. “Poco più del 50% di quel denaro è destinato agli imprenditori; se il progetto è interessante possiamo concedere tra il 35% e il 45% dell'investimento, fino a 200.000 euro ”.

Ciò include anche i premi assegnati ai lavoratori autonomi che sono insediati in queste aree per offrire un servizio scoperto, "come ad esempio un veterinario. Diamo tra 12.000 e 20.000 euro a fondo perduto, con l'obiettivo che la loro attività possa iniziare e prosperare ”, spiega il presidente di REDR.

Ci sono inoltre, molte altre opportunità di lavoro in ambiti più tradizionali, al fine di soddisfare le esigenze di base degli abitanti delle regioni spopolate. “Ad esempio, in tutto ciò che riguarda i servizi di assistenza sociale per gli anziani nelle loro case: fisioterapia, psicoterapia, ecc. Anche nel campo della traduzione e dell'interpretazione in ambito turistico, sono molte le opportunità, poiché i giovani che conoscevano le lingue straniere, sono tutti emigrati e non c’è nessuno che possa occuparsi di turisti provenienti da altre latitudini”. Senza contare gli artigiani tradizionali come ad es. elettricisti, idraulici, fabbri ... ”, spiega Manzano.

"D'altra parte, molti dei nuovi modelli di business che nascono nelle nostre aree rurali spagnole, hanno molto a che fare con l’agricoltura, da un punto di vista più tecnico. Ne abbiamo identificati alcuni che non avevano nulla a che fare con il turismo. Ad esempio, la biotecnologia alimentare o l'applicazione di droni nell’allevamento e nella nutrizione del bestiame su estensioni di coltivazioni ", spiega il capo di AlmaNatura.

Un esempio di questi nuovi modelli di business è la società “Hifas da Terra”, una startup biotecnologica situata nel villaggio di Portamuiños a Pontevedra, dedicata alla ricerca e sviluppo e alla produzione di supercibi a base di funghi biologici. 

"Si sta inoltre lavorando a progetti di inclusione sociale, come "Happy Tomatoes", startup che genera opportunità di lavoro per le persone con disabilità mentali attraverso l'agricoltura e la produzione di prodotti alimentari in conserve", afferma Parodi. 

La nascita della piattaforma www.holapueblo.com mirata a facilitare il trasferimento nei piccoli comuni, da parte dei cittadini spagnoli esausti dal tran-tran e dallo stress della vita cittadina, chiude il cerchio e dimostra che si possono fare molte cose prima di arrivare a svendere le case dei nostri borghi allo straniero ad 1 euro.
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Modello Irlanda
 

“Facciamo rinascere i nostri borghi !!!” ( …non svendiamo ad 1 euro i nostri borghi…). Questo è quanto dichiarato nel 2017 da Heather Humphreys, Ministro dello sviluppo regionale e per gli affari rurali, d’Irlanda. https://www.thejournal.ie/rural-ireland-action-plan-3193228-Jan2017/

In soli otto mesi il ministro irlandese è riuscito a convincere il Taoiseach, ovvero il primo ministro Enda Kenny e un certo numero di ministri di alto profilo ad unirsi a lei a Longford per annunciare il nuovo piano d'azione del governo per lo sviluppo rurale.

"Questo piano riunisce molteplici idee mirate a far risorgere e far ripartire l'Irlanda rurale". Il programma del governo, inoltre, si impegna a dare nuovo impulso allo sviluppo rurale con l’ambizioso progetto di generare 200.000 posti di lavoro entro il 2020, di cui 135.000 fuori da Dublino.

A settembre, il ministro del Lavoro, dell'impresa e dell'innovazione, Mary Mitchell O'Connor, ha dichiarato che in Irlanda c’è uno squilibrio troppo forte fra Dublino e le zone rurali. L’obbiettivo del governo, nei prossimi anni, sarà quello di ristabilire il giusto equilibrio di sviluppo e produttivo, fra le regioni periferiche e la capitale.

Cosa prevede, in concreto il piano di sviluppo e ripopolamento dei borghi del governo irlandese ?

Gli obiettivi sono ambiziosi e sono basati sullo sviluppo di una serie di aree:   


  •     Supportare le comunità sostenibili
  •     Supportare le imprese e l'occupazione
  •     Promuovere la cultura e la creatività nell'Irlanda rurale
  •     Massimizzare il potenziale di trasporto rurale e ricreativo
  •     Migliorare le infrastrutture rurali e la connettività

Il piano d'azione coprirà un periodo di tre anni fino al 2020 e toccherà una vasta gamma di settori produttivi in Irlanda, tra cui agricoltori, comunità di pescatori, imprese rurali, persone in cerca di lavoro, comunità rurali e famiglie.

Il governo prevede di offrire 135.000 posti di lavoro nelle aree rurali investendo 50 milioni di euro fino al 2020 per "approcci collaborativi alla creazione di posti di lavoro nelle regioni periferiche".


Modello Grecia
 



Chiudiamo il nostro articolo con il cosiddetto "Modello Grecia" - adottato anche dall'Italia - ovvero, svendere in tempi di crisi il proprio patrimonio immobiliare e terriero, a prezzi di saldi, agli amici degli amici ( quasi sempre veri responsabili dello stesso dissesto economico generato).

Sostanzialmente il meccanismo è semplice e si compone di pochi steps, facilmente comprensibili: 

1) Grazie alla collaborazione di "quinte colonne" istituzionali insite nel paese target, si provoca una forte crisi economico/finanziaria. 

2) Grazie sempre alla collaborazione di "quinte colonne" insite nel paese target, si propone e si stimola la svendita del patrimonio immobiliare e terriero di quel paese. Laddove possibile lo si fa tramite aste, opportunamente etero-dirette, di modo da garantire l'assegnazione delle proprietà in svendita, ai soggetti prescelti. https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/05/crisi-grecia-bild-atene-venda-le-isole-per-rimborsare-i-prestiti/1936631/

3) Infine si acquista l'immobile, l'isola, il terreno, a prezzi di saldo o laddove possibile, addirittura a gratis ( 1 euro ). Una volta acquistato tutto l'acquistabile, si stimola - nuovamente - la crescita del paese target, riportando i valori immobiliari ai più alti valori di mercato, di modo da poter rivendere le proprietà a prezzi di mercato, agli stessi cittadini, vittime del raggiro.