Potrebbe sembrare un concetto banale, eppure, di
questi tempi, pare che non lo sia affatto:" La nazione è come una
squadra di calcio, per fare gol, ovvero per vincere, bisogna essere uniti,
correre e lottare nella stessa direzione !".
Non a caso Antoine Jean Baptiste Marie Roger de
Saint-Exupéry, meglio conosciuto come Antoine de Saint-Exupéry, ovvero l'autore
dello splendido romanzo "Il piccolo principe", uno dei più
grandi pensatori del nostro tempo diceva:" “La vita ci ha
insegnato che amare non consiste nel guardarsi l'un l'altro, ma nel guardare
insieme nella stessa direzione”.
Questa frase non è valida soltanto nel rapporto di
coppia o in famiglia, ma anche e soprattutto per una nazione, ovvero per la propria
Patria. In uno Stato, infatti, possono esserci delle
differenze di vedute politiche, divergenze concettuali nella gestione della
cosa pubblica, ma questo non deve assolutamente inficiare l'obbiettivo finale,
ovvero il bene della propria gente, del proprio popolo, dei propri fratelli.
Questo significa per una nazione "fare gol".
Badate bene che il termine "fratelli" non
è stato scelto a caso. L'etimologia del termine “patria” deriva dal latino patrius,
ovvero (terra) ‘(terra) dei padri’. Vero che saremmo portati ad
affermare che la sua etimologia vada ricercata nel sostantivo maschile “pater,
patris”; in realtà, la parola latina più vicina al suo significato italiano
è l’aggettivo “patrius, patria, patrium” ritenendo sottinteso il
sostantivo “terra, terrae” oppure “tellus, telluris”: dunque, la
patria è la terra del padre, ergo i compatrioti sono i nostri fratelli.
Molti ricorderanno quella scena nel film di Ridley
Scott, Il Gladiatore, quando Massimo Decimo Meridio, si rivolge ai suoi
soldati con l'aggettivo Fratres, ovvero Fratelli !:" A tre
settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere,
perché così sarà. Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli a
cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo
perché sarete nei Campi Elisi e sarete già morti !".
D'altra
parte nell'antichità, la patria era considerata come un qualcosa di sacro. San
Tommaso D'Aquino, nella sua opera “Summa teologica”, afferma che ad essa
si deve riconoscere un senso di sacralità, ovvero alla patria si deve la “pietas”,
in altre parole un sentimento di rispetto, lo stesso che si deve a Dio e ai
genitori.
La “pietas” così intesa si manifesta quindi
attraverso il “cultus”e l’”officium”.
Per “cultus”s’intende la riverenza,
ad esempio nei confronti dell’ambiente, oppure della lingua, o ancora della
tradizione. Per “officium”, invece,
si vuole intendere il dovere, l’ubbidire a ciò che vuole la patria, alle sue
leggi. Significa, in altri termini, svolgere il proprio ruolo di cittadini
etici e consapevoli.
Il concetto di Patria, coincide quindi con il concetto di Comunità
legata da vincoli culturali, storici, linguistici, tradizionali e religiosi ad un
determinato territorio. Non a caso la Patria nasce quando i popoli abbandonano
il nomadismo basato, per il sostentamento, prevalentemente sull’attività
venatoria, per diventare stanziali e quindi dedicarsi all’agricoltura.
In un mondo che corre nella
direzione opposta, in senso dell'atomizzazione sociale, in senso involutivo del paradigma, ovvero per un ritorno al nomadismo senza radici né punti di
riferimento, la Patria rappresenta quindi un archetipo di coesione sociale, in altre parole, un principio antico e allo stesso
tempo attuale, da difendere e preservare.
Per fare questo bisogna essere
uniti, compatti e correre nella stessa direzione ( allontanando le “quinte colonne” vendutesi all’avversario ),
proprio come faremmo se fossimo i componenti di una squadra di calcio.
Come
disse Gustave Flaubert, l’autore del romanzo Madame Bovary “La patria, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando
la si perde !”.
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