Case a un euro:” L’orrore tutto italiano !”
Era il lontano
2008 quando l'iracondo Vittorio Sgarbi, allora Sindaco di Salemi, ridente
cittadina in provincia di Trapani, affiancato nell’iniziativa dal fotografo
Oliviero Toscani ( Attivista politico per il Partito Radicale, oggi passato
nelle fila del PD), propose l'iniziativa Case a 1 euro,
con lo scopo di favorire il restauro e la ristrutturazione di vecchie
abitazioni, nonché il ripopolamento del paesello siculo. Un paio d’anni più
tardi, il consiglio comunale del sobborgo trinacrio, approvava all’unanimità
il piano di assegnazione degli immobili e ne delineava le linee guida per
la ristrutturazione degli stessi. Una volta diffusasi la notizia
dell’iniziativa, il Comune iniziò a ricevere migliaia di proposte di acquisto
da ogni angolo del globo, questo fino a quando, la Procura di Marsala, decise
di sequestrare alcuni immobili, ravvisandone il rischio di “crollo” ed
imputando al critico d’arte l’ipotesi di reato di “omissione di lavori in
edifici o costruzioni che minacciano rovina e di omesso collocamento o
rimozione di segnali o ripari”.
Nel 2016 arrivò
l'assoluzione.
Nonostante il
tormentato epilogo della vicenda, l’idea delle Case a un euro è
ancora oggi adottata anche da molti Comuni italiani.
Secondo il sito
casea1euro, sarebbero circa una ventina i comuni italiani dov’è possibile
acquistare le case a un euro e l’elenco comprenderebbe i comuni di:
- Lecce nei Marsi (L'Aquila), Abruzzo
- Zungoli (Avellino), Campania
- Patrica (Frosinone), Lazio
- Cantiano (Pesaro Urbino), Marche
- Borgomezzavalle (Verbano Cusio Ossola), Piemonte
- Carrega Ligure (Alessandria), Piemonte
- Fabbriche di Vergemoli (Lucca), Toscana
- Montieri, (Grosseto), Toscana
- Ollolai (Nuoro), Sardegna
- Nulvi (Sassari), Sardegna
- Mussomeli (Caltanisetta), Sicilia
- Gangi (Palermo), Sicilia
- Regalbuto (Enna), Sicilia
- Salemi (Trapani), Sicilia
- Sambuca (Agrigento), Sicilia
Inutile sottolineare che l’iniziativa sta avendo un discreto successo, soprattutto fra gli stranieri, increduli nel constatare che l’Italia, paese che negli anni cinquanta era leader mondiale indiscusso (la Spagna, che oggi ci supera di circa 30 milioni di arrivi turistici annui, non compariva neppure tra le prime15), https://www.ilsole24ore.com/art/se-bello-non-basta-essere-leader-AEccpq7B?refresh_ce=1 per presenze turistiche, la ex quarta potenza industriale mondiale negli anni '80 e che vede emigrare oltre 250.000 giovani preparati l’anno https://www.ilsole24ore.com/art/oltre-250mila-italiani-emigrano-all-estero-quasi-quanti-dopoguerra-AEuX6nsB, non sappia partorire altra iniziativa che quella di svendere allo straniero – visto che la maggioranza degli immobili ad 1 euro (stranamente) è andata a cittadini stranieri – i suoi borghi più belli.
Eppure basterebbe conoscere
lo spagnolo o l’inglese e farsi un giro sul web per scoprire che in altri paesi,
come ad esempio proprio la Spagna o l’Irlanda, le iniziative per ripopolare i
piccoli paesi e i borghi di provincia, sono ben altre, rispetto all’orrore
dell’iniziativa “Case a 1 euro”.
Modello Spagna
Un report
denominato “La sostenibilidad demográfica de la España vacía”, redatto
dal cattedratico Joaquín Recaño e pubblicato dal “Centro de Estudios
Demográficos de la Universidad Autónoma de Barcelona (UAB)”, indica che
circa il 60% dei comuni spagnoli aveva meno di 1.001 abitanti al 1 ° gennaio
2016, occupava il 40% dell'area e concentrava a malapena il 3,1% della popolazione
totale del paese. https://www.compromisoempresarial.com/innovacion_social/2018/08/nuevas-soluciones-para-repoblar-la-espana-rural/
I dati Eurostat per il 2015 hanno collocato 19 province spagnole, fra quelle a
minor densità abitativa, nell'Unione europea, la maggior parte delle quali
situate in Castilla y León, Castilla-La Mancha, La Rioja e Aragón.
Ad aggravare la
situazione spagnola,inoltre, ci sarebbe il fatto che la stragrande maggioranza
degli abitanti di queste aree ha più di 60 anni e quindi c'è un grande
squilibrio fra la popolazione anziana e i pochi giovani rimasti. Secondo le
previsioni del report, questa situazione porterà nel medio termine allo
spopolamento di oltre 1.800 comuni. https://elpais.com/sociedad/2019/03/28/actualidad/1553806771_541533.html
L’establishment
spagnolo tuttavia, non si è perso d’animo e piuttosto che partorire “emeriti
aborti intellettuali”, come la svendita (regalo) agli stranieri dei
comuni ad un euro, ha dato voce alle iniziative creative di alcune
associazioni, fra cui Almanatura, il cui responsabile della comunicazione e
dello sviluppo Juanjo Manzano, ha avanzato una proposta a dir poco
interessante.
L’associazione
radicata in Arroyomolinos de León, una cittadina con 900 abitanti nella provincia
di Huelva, da 20 anni dimostra che può essere intrapreso in ambiente rurale, un
piano di sciluppo basato su quattro aree di intervento: occupazione,
istruzione, sanità e tecnologia.
"Abbiamo
istituito tre tavoli di lavoro al fine di far luce su questo problema e
generare progetti comuni che perseguono gli stessi obiettivi di
rivitalizzazione delle aree rurali: ripopolamento, tecnologia, occupazione e
imprenditorialità", afferma Juan Parodi, Responsabile
dello sviluppo aziendale di Impact Hub Madrid e direttore del Rural
Innovation Laboratory, entrambe collegate ad Almanatura.
"Vogliamo
generare opportunità imprenditoriali nelle aree ad alto tasso di spopolamento e
porre fine al falso mito che coloro che ritornano alle loro origini rurali per
“fare impresa” è perché hanno fallito in città, afferma Parodi. “Vediamo molti
casi di giovani che vorrebbero intraprendere attività imprenditoriali nei loro
comuni di origine, ma che non lo fanno perché le loro famiglie vedrebbero
questo ritorno come un fallimento. Non si rendono conto invece che in città non
ci sono più tutte quelle opportunità come immaginavano all’inizio e che la
qualità della vita non è affatto migliore rispetto ai paesi, anzi la
concorrenza è feroce e le condizioni di lavoro sono molto più precarie ",
afferma Manzano.
Spagna:” Nuovi modelli d’impresa per le zone rurali in
via di spopolamento”
Oggi come oggi,
sono sempre meno i paesi spagnoli che sopravvivono grazie all'attività agricola
e zootecnica. “Hanno ancora un peso molto importante, tuttavia non sono più
le attività predominanti nelle zone rurali. Il settore che genera più
occupazione e ricchezza nei piccoli paesi di provincia è il turismo rurale
", afferma Secundino Caso, presidente di REDR”, l'organizzazione che
rappresenta e gestisce i sussidi concessi dall'UE attraverso la politica
agricola comune (PAC) per il ripopolamento dei piccoli comuni europei, da circa
25 anni. “In Spagna sono le associazioni operative locali che decidono come
gestire questi fondi. Un modello di gestione trasversale a cui partecipano
agenti sociali e politici di ciascuna regione autonoma spagnola, al fine di
decidere quali progetti possono essere più vantaggiosi per ciascuna zona ”,
sentenzia Caso.
La Spagna oggi, ha circa 235 regioni rurali e al momento ciascuna di esse ha un sussidio di circa sei milioni di euro. Oltre 1.400 milioni di euro in totale, inclusi nell'importo dell'ultima PAC, da distribuire tra il 2016 e il 2021 ( …mentre in Italia si spellano le mani per vendere le case a 1 euro) , secondo S. Caso. “Poco più del 50% di quel denaro è destinato agli imprenditori; se il progetto è interessante possiamo concedere tra il 35% e il 45% dell'investimento, fino a 200.000 euro ”.
Ciò include anche i premi assegnati ai lavoratori autonomi che sono insediati in queste aree per offrire un servizio scoperto, "come ad esempio un veterinario. Diamo tra 12.000 e 20.000 euro a fondo perduto, con l'obiettivo che la loro attività possa iniziare e prosperare ”, spiega il presidente di REDR.
Ci sono inoltre, molte altre opportunità di lavoro in ambiti più tradizionali, al fine di soddisfare le esigenze di base degli abitanti delle regioni spopolate. “Ad esempio, in tutto ciò che riguarda i servizi di assistenza sociale per gli anziani nelle loro case: fisioterapia, psicoterapia, ecc. Anche nel campo della traduzione e dell'interpretazione in ambito turistico, sono molte le opportunità, poiché i giovani che conoscevano le lingue straniere, sono tutti emigrati e non c’è nessuno che possa occuparsi di turisti provenienti da altre latitudini”. Senza contare gli artigiani tradizionali come ad es. elettricisti, idraulici, fabbri ... ”, spiega Manzano.
"D'altra parte, molti dei nuovi modelli di business che nascono nelle nostre aree rurali spagnole, hanno molto a che fare con l’agricoltura, da un punto di vista più tecnico. Ne abbiamo identificati alcuni che non avevano nulla a che fare con il turismo. Ad esempio, la biotecnologia alimentare o l'applicazione di droni nell’allevamento e nella nutrizione del bestiame su estensioni di coltivazioni ", spiega il capo di AlmaNatura.
Un esempio di questi nuovi modelli di business è la società “Hifas da Terra”, una startup biotecnologica situata nel villaggio di Portamuiños a Pontevedra, dedicata alla ricerca e sviluppo e alla produzione di supercibi a base di funghi biologici.
"Si sta
inoltre lavorando a progetti di inclusione sociale, come "Happy
Tomatoes", startup che genera opportunità di lavoro per le persone con
disabilità mentali attraverso l'agricoltura e la produzione di prodotti
alimentari in conserve", afferma Parodi.
La nascita
della piattaforma www.holapueblo.com
mirata a facilitare il trasferimento nei piccoli comuni, da parte dei cittadini
spagnoli esausti dal tran-tran e dallo stress della vita cittadina, chiude il
cerchio e dimostra che si possono fare molte cose prima di arrivare a svendere
le case dei nostri borghi allo straniero ad 1 euro.
.
Modello Irlanda
“Facciamo
rinascere i nostri borghi !!!” ( …non
svendiamo ad 1 euro i nostri borghi…). Questo è
quanto dichiarato nel 2017 da Heather Humphreys, Ministro dello sviluppo
regionale e per gli affari rurali, d’Irlanda. https://www.thejournal.ie/rural-ireland-action-plan-3193228-Jan2017/
In soli otto
mesi il ministro irlandese è riuscito a convincere il Taoiseach, ovvero il
primo ministro Enda Kenny e un certo numero di ministri di alto profilo ad
unirsi a lei a Longford per annunciare il nuovo piano d'azione del governo per
lo sviluppo rurale.
"Questo
piano riunisce molteplici idee mirate a far risorgere e far ripartire l'Irlanda
rurale". Il programma del governo, inoltre, si impegna a dare nuovo
impulso allo sviluppo rurale con l’ambizioso progetto di generare 200.000 posti
di lavoro entro il 2020, di cui 135.000 fuori da Dublino.
A settembre, il
ministro del Lavoro, dell'impresa e dell'innovazione, Mary Mitchell O'Connor,
ha dichiarato che in Irlanda c’è uno squilibrio troppo forte fra Dublino e le
zone rurali. L’obbiettivo del governo, nei prossimi anni, sarà quello di
ristabilire il giusto equilibrio di sviluppo e produttivo, fra le regioni
periferiche e la capitale.
Cosa prevede,
in concreto il piano di sviluppo e ripopolamento dei borghi del governo
irlandese ?
Gli obiettivi
sono ambiziosi e sono basati sullo sviluppo di una serie di
aree:
- Supportare le comunità sostenibili
- Supportare le imprese e l'occupazione
- Promuovere la cultura e la creatività nell'Irlanda rurale
- Massimizzare il potenziale di trasporto rurale e ricreativo
- Migliorare le infrastrutture rurali e la connettività
Il piano
d'azione coprirà un periodo di tre anni fino al 2020 e toccherà una vasta gamma
di settori produttivi in Irlanda, tra cui agricoltori, comunità di pescatori,
imprese rurali, persone in cerca di lavoro, comunità rurali e famiglie.
Il governo
prevede di offrire 135.000 posti di lavoro nelle aree rurali investendo 50
milioni di euro fino al 2020 per "approcci collaborativi alla creazione di
posti di lavoro nelle regioni periferiche".
Modello Grecia
Chiudiamo il
nostro articolo con il cosiddetto "Modello Grecia" - adottato anche
dall'Italia - ovvero, svendere in tempi di crisi il proprio patrimonio
immobiliare e terriero, a prezzi di saldi, agli amici degli amici ( quasi
sempre veri responsabili dello stesso dissesto economico generato).
Sostanzialmente
il meccanismo è semplice e si compone di pochi steps, facilmente
comprensibili:
1) Grazie alla
collaborazione di "quinte colonne" istituzionali insite nel paese
target, si provoca una forte crisi economico/finanziaria.
2) Grazie sempre
alla collaborazione di "quinte colonne" insite nel paese target, si
propone e si stimola la svendita del patrimonio immobiliare e terriero di quel
paese. Laddove possibile lo si fa tramite aste, opportunamente etero-dirette,
di modo da garantire l'assegnazione delle proprietà in svendita, ai soggetti
prescelti. https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/05/crisi-grecia-bild-atene-venda-le-isole-per-rimborsare-i-prestiti/1936631/
3) Infine si acquista
l'immobile, l'isola, il terreno, a prezzi di saldo o laddove possibile,
addirittura a gratis ( 1 euro ). Una volta acquistato tutto
l'acquistabile, si stimola - nuovamente - la crescita del paese target,
riportando i valori immobiliari ai più alti valori di mercato, di modo da poter
rivendere le proprietà a prezzi di mercato, agli stessi cittadini, vittime del
raggiro.
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