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venerdì 31 gennaio 2020

TITANIC ITALIA: " AVANTI TUTTA VERSO L'ICEBERG ! "


L'Italia è ormai un paese di serie B, capace di utilizzare e comprare tecnologie avanzate, ma incapace di produrle. Il suo destino, per questo motivo, è quello del follower, incapace di competere nei settori chiave di trazione del moderno progresso economico a combustione high-tech. Un paese che si ostina a mantenere la stessa classe dirigente di sempre e che quindi si ostina a mantenere la stessa rotta e che per questo somiglia sempre di più al Titanic che punta dritto verso l'inevitabile iceberg. 

Basti pensare a come ci siamo fatti sfuggire di mano la chimica, triturando ed annientando l'Enimont, la Montedison ed un imprenditore visionario e coraggioso come Raul Gardini, l'acciaio con la cessione dell'Ilva di Taranto alla francese/Lussemburghese Arcelor Mittal, la fuga della Fiat e quindi di tutto l'indotto automobilistico, gli elettrodomestici, le principali industrie alimentari, la moda e negli ultimi anni persino l'industria Biotech

Negli ultimi 25 anni, in Italia, sono spariti 700 mila posti https://rep.repubblica.it/pwa/affari-e-finanza/2019/11/03/news/chimica_acciaio_elettromestici_cosi_l_italia_ha_perso_la_sua_industri-240145580/ per la mancanza di una politica di sviluppo delle imprese e fa ancora più sorridere, proprio per questo motivo, la storica promessa di Berlusconi - ormai ombra di se stesso, come lo è il paese ombra di se stesso - nei primi anni novanta, (durante la sua "discesa in campo") di un milione di nuovi posti di lavoro. Avrebbe dovuto precisare " in meno". 
  
LA MORTE DELL'INDUSTRIA BIOTECH ITALIANA
 
Gli Stati Uniti, ad esempio, sono al primo posto nel mondo per numero di aziende biotecnologiche, domande di brevetto PCT nonché per approvazione di trattamenti biomedici. La Spagna, secondo il rapporto OCSE del 2015 sulle statistiche biotecnologiche https://www.thebalance.com/ranking-the-top-biotech-countries-3973287  segue al secondo posto. Sempre secondo lo stesso rapporto, sarebbero 11.367 le aziende biotecnologiche negli Usa, seguite da 2.831 in Spagna e 1.950 in Francia. Seguono, nell'ordine, Corea, Germania, Regno Unito, Giappone, Messico, Nuova Zelanda e Belgio che completano la Top 10.  Italia non pervenuta !

IN ITALIA LE FACOLTA' UNIVERSITARIE CON IL PIU' ALTO INDICE DI DISOCCUPAZIONE, SONO PRORIO BIOLOGIA E BIOTECNOLOGIE

Secondo voi, a fronte di questo catastrofico fallimento, che con tutta probabilità porterà al tracollo del paese, l'Italia sta facendo qualcosa ? Chessò sta attirando ricercatori dall'estero, sta impiegando a spron battuto tutti i suoi laureati in Biologia o in Biotecnologie ? Sta riducendo il carico fiscale, di modo da favorire le start-up e l'avvio di nuove imprese ? Macché ! Secondo l'ultima indagine statistica di Almalaurea, le facoltà universitarie con maggiori difficoltà di sbocco lavorativo, in Italia, sarebbero proprio Biologia e Biotecnologie, in buona compagnia delle lauree in Storia e Filosofia https://www.infodata.ilsole24ore.com/2018/07/13/le-lauree-non-tutte-uguali-conviene-studiare-guadagnera-piu/ 

P.s. Detto fra noi, d'altra parte, non si capisce perché un laureato italiano in Biologia o Biotecnologie, privo di una qualsivoglia formazione manageriale ed imprenditoriale, dovrebbe fondare una start-up in Italia, aprire partita Iva, e fare impresa, in un paese da dove stanno scappando tutti e quelli che non sono scappati, cercano disperatamente di farlo. Un paese che non fa niente per trattenere i suoi talenti migliori e per facilitare chi fa impresa, dove persino la tanto promessa flat-tax è rimasta solo un miraggio. In un mondo globale dove puoi fare impresa da qualunque luogo terracqueo senza che questo influenzi significativamente la logistica e le vendite, se non crei le condizioni fiscali favorevoli, con il piffero che gli imprenditori investono nel tuo paese.

LAUREATI ITALIANI FUGGONO ALL'ESTERO MENTRE PER L'ITALIA SI PROSPETTA UN FUTURO DI RISTRETTEZZE E POVERTA'

Una tale difficile situazione, ovviamente, continua a spingere i laureati italiani migliori a fuggire all'estero, impoverendo ulteriormente il paese. http://dralbano.blogspot.com/2019/12/italia-decennio-20072017-i-dati-reali.html Non solo ! A tutto questo bisogna sommare i milioni d'immigrati a bassa valenza culturale e formativa, che sono stati fatti entrare, proprio in un periodo storico recessivo e di deindustrializzazione nazionale. La politica di dirottamento delle esigue risorse territoriali, verso i nuovi accolti, http://dralbano.blogspot.com/2019/11/firenze-matrigna.html piuttosto che alle imprese, ha fatto il resto, drenando ulteriormente le già esigue risorse economiche nazionali e condannando l'Italia ad un lungo futuro di ristrettezze e povertà.

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