Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, fu caratterizzato da
numerosi eventi e cambi nelle società coinvolte nel conflitto. Uno di questi fu
indubbiamente il forte incremento delle nascite che segnò il periodo
post-bellico. I bambini nati fra il 1945 ed il 1964 nei paesi occidentali, ma
in maggior misura negli stati appartenenti al Commonwealth, vennero,
infatti, chiamati con l’appellativo di “baby boomer”, proprio a
sottolineare quella particolare impennata demografica che segnò il suddetto
periodo storico. L’evento, come sempre accade, portò con se altri eventi e
mutazioni nella società e nell’economia, fra cui l’aumento progressivo e
costante dei prezzi delle case, legato proprio alla maggiore domanda dovuta
all’incremento demografico. Come allora, oggi, la crisi economica
internazionale e l’invecchiamento della popolazione spingono per un cambio
significativo, però questa volta nella direzione contraria. Le previsioni sono
drammatiche. Secondo uno studio, pubblicato nei giorni scorsi dalla BRI
Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea, Spagna e Portogallo
saranno i due paesi industrializzati, dove il prezzo del mattone scenderà
maggiormente nei prossimi anni. Le stime della BRI parlano di un calo
progressivo, nel prezzo delle case in Spagna addirittura del 75% fino al 2050.
Questo in uno scenario demografico neutro. Le previsioni si fanno ovviamente
ancor più cupe qualora la popolazione spagnola dovesse subire un ulteriore calo
in termini numerici. Le previsioni della più antica istituzione finanziaria
internazionale, non sono molto più rosee per l’Italia dove la flessione progressiva
prevista nel costo delle case per i prossimi anni, si attesta al 70%. Sempre in
ambito europeo gli unici due paesi dove il prezzo del mattone segnerà la
contrazione maggiore rispetto Italia e Spagna, saranno la Germania ( 75% ) ed il
Portogallo, dove la caduta prevista supererà addirittura l’80%.
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