mercoledì 27 aprile 2016

IL RE DEL PIANETA TERRA:" NON VOGLIO NESSUNA RELIGIONE NEL MIO MONDO ! ".


Semmai esistesse un Re a questo mondo e qualora egli fosse a capo dell'attuale NWO (Nuovo Ordine Mondiale) instaurato, sono certo che pronuncerebbe questa frase:"I don't want any religion in my world !", ovvero "Non voglio nessuna religione nel mio mondo !". Le ragioni per cui questo "fantomatico" regnante ne avrebbe ben donde, per opporsi ai credo religiosi, troverebbe risposta nel fatto che, cittadini profondamente credenti, sono tendenzialmente più impavidi e quindi più difficilmente "gestibili" rispetto agli atei ed agli agnostici.

Quando una persona non ha credo religioso e quindi non riesce ad immaginare un prosieguo della sua vita terrena dopo la morte, infatti, tenderà ad avere, consciamente o più spesso "inconsciamente" una eccessiva protezione di se stesso e della sua incolumità, rispetto al credente. Colui che non immagina una vita dopo la morte, sarà propenso a proteggere eccessivamente la sua vita su questa terra, proprio perché la riterrà l'unica "forma di esistenza" che gli è concesso di sperimentare, nel corso dell'eternità e si assumerà, quindi, meno rischi

Viceversa, colui che immagina una vita migliore nell'aldilà, non avrà alcun problema, finanche a sacrificare se stesso e la sua vita, proprio perché sarà convinto che questo passaggio terreno è semplicemente un bridge per la "vera vita ultra-terrena".

Gli esempi che testimoniano questa ipotesi sono numerosi ed attraversano tutti i periodi storici. Nel corso della seconda guerra mondiale, ad esempio, i Kamikaze Giapponesi si lanciavano con audacia inaudita, sacrificando le loro giovani vite, sulle portaerei alleate, al fine di arrecare il maggior danno possibile. In quel periodo storico, l'imperatore nipponico Hirohito era considerato dai giapponesi, non solo il capo di stato e capo assoluto militare, ma anche un vero e proprio Dio al quale sacrificare finanche la propria esistenza. 

Più recentemente, molti degli attacchi suicidi avvenuti nel mondo arabo, hanno seguito la promessa di un fiume di dolce miele e vino sacro, 72 spose vergini oltre al lasciapassare per il Paradiso per se stessi e 70 fra amici e parenti.

Insomma è chiaro che per il sovrano che volesse regnare sulla terra, sarebbe molto più comodo avere sudditi non credenti e fragili, rispetto a sudditi profondamente credenti e quindi pronti a tutto.

lunedì 25 aprile 2016

"PROPOSTA PUBBLICA AL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO ON. DARIO FRANCESCHINI !".


Chiunque attraversi viale Belforte a Varese, all'altezza della strada che porta a un ipermercato, potrà ammirare uno splendido dipinto di Caravaggio del 1602, "La cattura di Cristo". Non si tratta chiaramente dell'opera originale ma di una straordinaria riproduzione realizzata con bombolette spray dallo street artist Andrea Ravo Mattoni. Al tempo stesso un'opera d'arte e un omaggio a Caravaggio che contiene una scritta segreta: 'We will all be forgotten' (verremo tutti dimenticati). Mattoni ha deciso infatti di raffigurare proprio la Cattura di Cristo, perché è un quadro che è stato dimenticato per 400 anni e solo nel 1990 è stato riscoperto. Il murale fa parte del progetto Urban Canavas che negli ultimi anni ha permesso a decine di artisti di esprimersi sui muri della città di Varese. 


Dopo anni trascorsi all'estero e dopo avere ammirato la straordinaria bellezza di questo murales, ho pensato di presentare al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo On. Dario Franceschini la seguente proposta pubblica:

PROPOSTA PUBBLICA AL MINISTRO ON. DARIO FRANCESCHINI

Onorevole Franceschini, dopo anni trascorsi all'estero e dopo avere ammirato la bellezza del murales oggetto della presente, ho pensato che questo tipo di street art è esattamente quello che un turista straniero, che visita per la prima volta il nostro bel paese, si aspetta di trovare. L'Italia, si sa, è un museo a cielo aperto. Allora perché non "esasperare in senso positivo", questa sensazione ? Perché non reclutare, da tutto il mondo "street artist come Andrea Mattoni" o come i tanti bravi madonnari che si esibiscono in magnifiche opere d'arte, nelle strade e nelle piazze di tutto il mondo o studenti delle Accademie delle Belle Arti internazionali e mettergli a disposizione i muri delle nostre Stazioni Ferroviarie e dei nostri Aeroporti ? Cancelliamo quegli orrendi murales che ci sono adesso nelle varie stazioni FS e degli aereoporti e riempiamoli di opere d'arte del Caravaggio, Tiziano, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Giotto, Veronese, Tintoretto, Vasari etc. 

Sono certo che se lei farà una cosa del genere, cambierà il volto dell'Italia e sarà ricordato per generazioni.

Le piazze ed i giardini delle rotonde stradali, potrebbero, invece, essere affidati agli scultori esordienti di tutto il mondo. 

Rendiamo l'Italia quello che è:"Un Museo a cielo aperto" unico al mondo !

Lo faccia On. Franceschini ! La prego ! Non perda questa occasione ! Sono certo che renderà l'Italia, nuovamente, il paese più bello al mondo e torneremo ad occupare il primo posto che ci spetta, nel ranking delle destinazioni più appetibili nel panorama del turismo internazionale.


25 APRILE:" GIORNO DI FESTA O GIORNO DI LUTTO ?"


Oggi è il 25 Aprile, un giorno importante per l'Italia e per gli Italiani. A tal proposito ho deciso di postare un articolo di Diego Fusaro riportato su "Il Fatto Quotidiano". http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/25/25-aprile-un-giorno-di-festa-e-insieme-di-lutto/2667325/  che, certamente, fa riflettere.

*

"25 aprile, un giorno di festa e insieme di lutto"



Profilo blogger


Il primo compito di un pensiero critico dovrebbe consistere nella restituzione alla libera discussione razionale di ciò che abitualmente le è sottratto per le ragioni più disparate: le quali spaziano dal dogmatismo alla pressione del pensiero unico politicamente corretto. Come disse Hegel, la filosofia ha anche il dovere di rendere conosciuto ciò che è soltanto noto. Ed ecco allora che possiamo provare, sia pure per cenni e impressionisticamente, a operare in questa direzione con il 25 aprile.

Si tratta di una data che viene assunta indiscutibilmente come dì di festa, da magnificare senza se e senza ma. Eppure credo occorra riflettere seriamente, senza pregiudizi e ideologie, su tale data. A una più attenta analisi, non viziata dal dogmatismo cerimoniale, il 25 aprile dovrebbe essere un giorno di festa e, insieme, di lutto: di festa, giacché coincide con la benemerita sconfitta del nazifascismo in Italia, con tutti gli orrori a cui esso si era accompagnato; di lutto, in quanto alla liberazione seguì senza soluzione di continuità una nuova occupazione. La sacrosanta fine del nazifascismo non coincise, come sempre si dice, con ‘la’ liberazione, bensì con il transito da un’occupazione a un’altra: si passò dall’infame occupazione nazifascista all’altrettanto infame occupazione americana del territorio italiano, ridotto a colonia atlantista senza sovranità e con occupazione permanente del suolo nazionale con basi militari statunitensi. 


Non fine dell’occupazione, ripeto, ma passaggio da un’occupazione a un’altra: o, se preferite, liberazione e immediatamente nuova occupazione. Festa e subito dopo nuovo lutto.


Pubblicità
Dal 1945 ad oggi il territorio italiano è colonia americana: occorre chiamare le cose col loro nome, se si vuole – diceva Gramsci – essere rivoluzionari e non meri ‘funzionari delle superstrutture’. Anche oggi, dopo il 1989, finito ingloriosamente il comunismo storico novecentesco, il nostro territorio continua a essere occupato da più di 110 basi militari americane. Se Washington decide di attaccare Baghdad o Belgrado, Roma deve cadavericamente fare altrettanto. Ecco una delle conseguenze della nuova occupazione.
Non può esservi democrazia ove il territorio nazionale è occupato da basi militari straniere e la decisione sovrana del popolo è vanificata aprioricamente: un ateniese del tempo di Pericle si sarebbe messo a ridere se gli si fosse detto che viveva in democrazia con, supponiamo, l’Acropoli occupato da una guarnigione spartana. A noi dal 1945 non viene da ridere: accettiamo un’analoga situazione, come se fosse ovvia e naturale. E chi osa porre il problema è silenziato come ‘estremista’, ‘antiamericanista’, ‘comunista’, ecc. È anche per questo che il 25 aprile è un giorno di festa e insieme di lutto.

Se dovessi spiegarlo a un bambino, impiegherei questa narrativa, semplificante ma, credo, efficace: vi era una casa bella e serena, fintantoché una banda di mascalzoni non la occupò ‘a colpi di revolverate’ (parole di Gramsci). Arrivarono poi dei liberatori che parlavano inglese: i quali cacciarono i mascalzoni. Gli abitanti della casa festeggiarono. E però i liberatori pensarono bene di non andarsene, una volta liberata la casa: si insediarono loro stessi come nuovi occupanti, costringendo i legittimi abitanti a vivere nel sottoscala e amministrando loro la casa. Da liberatori divennero nuovi occupanti: la festa fu breve, perché la liberazione si capovolse subito nel suo contrario.

giovedì 21 aprile 2016

"FAUSTO BERTINOTTI: IL MOVIMENTO OPERAIO E' MORTO"


In una recente intervista al Corriere della Sera, l'ex segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha dichiarato che il "Movimento Operaio è Morto".


Una tale osservazione, certamente avrà fatto sorridere più di qualcuno. Come, d'altra parte, non pensare che se il Movimento Operaio è morto, una qualche responsabilità l'avrà avuta anche lui. Così come è lecito pensare a Renzi ed alla deriva "capitalistica" del suo partito. Ovviamente non è il solo e probabilmente personaggi come Lenin o Stalin si staranno rivoltando nella tomba. 


Le dichiarazioni a favore delle industrie multinazionali da parte di ex-comunisti, ormai si sprecano.



Uno di questi è Gianfranco Borghini, comunista convintissimo al punto da essere eletto Deputato dal 1983 al 1992 per il PCI, oggi presiede il comitato "Ottimisti e razionali" che si batte per il No ai Referendum abrogativi sulle trivelle


Interessante new-entry fra gli ex-comunisti, oggi liberali convinti è Antonio Caprarica, giornalista e saggista. Volto noto per le sue corrispondenze dal Regno Unito, Caprarica è stato redattore per l'Unità , organo ufficiale del PCI ed in seguito è stato condirettore del quotidiano romano Paese Sera (giornale anch'esso vicino al Partito Comunista Italiano). In una recentissima partecipazione al programma televisivo "La Gabbia" ha sentenziato, senza mezzi termini, che in Italia "serve una maggiore privatizzazione". Le aziende che oggi sono pubbliche (quelle poche rimaste), dovrebbero essere privatizzate, al fine di garantire un miglior servizio ai cittadini. Non male per uno che continua a definirsi "vecchio comunista".

AUTISMO:" Negli ultimi 20 anni si è riscontrato un aumento dell'incidenza del 600% "

AUTISMO: Negli ultimi 20 anni si è riscontrato un aumento dell'incidenza del 600%

mercoledì 20 aprile 2016

" IL DECLINO DELL'ITALIA TURISTICA E LE COLPE DELLA CLASSE DIRIGENTE ! "

 

Molti ricorderanno il celebre video promozionale di Rutelli, quando in un inglese "maccheronico" si sperticava in un elogio senza freni del nostro paese ed invitava con il suo "Pliz visit Italy", i turisti stranieri in Italia. 

 

Ebbene da quel video in poi, proseguendo sulla scia di un trend di declino inarrestabile, l'Italia, invece di guadagnare, ironicamente ha continuato a perdere, nel consuntivo globale, posizioni per numero di presenze turistiche. Nonostante le sue bellezze naturali e artistiche, infatti, il confronto con i competitors europei, anche dal punto di vista della forza lavoro creata dal settore, è impietoso

In Italia il turismo garantisce occupazione a 2,2 milioni di persone, cifra che sale a 2,3 milioni in Spagna e a 2,8 in Francia e dato ancora più allarmante, nel 2012 mentre tutti i competitors europei (Francia, Germania, Austria, Spagna, Inghilterra) hanno assistito a una crescita dei visitatori stranieri, in Italia il loro numero è diminuito.

Secondo il "World Tourism rankings 2016" stilato dalla United Nations World Tourism Organization (UNWTO), l'Italia occuperebbe soltanto il 5° posto, scalzata persino dalla Spagna.


Pensare che negli anni "80 eravamo il "primo paese", su scala internazionale, per numero di turisti accolti. Oggi dobbiamo scontrarci con la dura realtà e questa ci dice che la Francia, occupa in assoluto la prima posizione, con 83,7 milioni di turisti annui ed un numero quasi doppio di presenze, rispetto all'Italia (48,6 milioni di turisti). 

Una vergogna difficile da definire a parole se si pensa che l'Italia è il primo paese al mondo per siti Unesco; il primo paese al mondo, per patrimonio artistico culturale occidentale oltreché sede della Chiesa Cattolica, del Papa e del Vaticano ( Che da solo porterebbe qualcosa come oltre 3 milioni di turisti annui) .

Parlando da un punto di vista del "turismo balneare", l'Italia inoltre ha 8.309 Km di costa, rispetto ai 3427 della Francia. Riguardo alle ore di sole, invece passiamo dalle 2371 ore di sole annue (Napoli presa come riferimento visto che Roma -sapientemente- non è stata inserita nella classifica), rispetto alle 1662 ore di Parigi. Basta d'altra parte vedere la cartina geografica per capire che la Francia, a parte la "Costa Azzurra e la Corsica" non ha certo, neanche lontanamente, le potenzialità attrattive turistiche climatiche della nostra penisola e delle sue regioni punta Sicilia/Calabria/Puglia/Sardegna/Basilicata, senza contare la Versilia, la Riviera di Ponente e la costa Romagnola. Per non parlare dello straordinario comparto alimentare e viti-vinicolo. 

Insomma, con questi presupposti, perdere la competizione con la Francia o con la Spagna è assimilabile a come se un Hotel di bassa categoria, costruito nello scantinato di un vecchio edificio di un paesello del Gennargentu, vincesse la competzione turistica con il Savoy Hotel in Piazza Repubblica a Firenze.

Nonostante questo colossale fallimento manageriale - (perchè tale è, considerato che le responsabilità, ovviamente, non possono essere attribuibili al popolo italiano, visto che è lo stesso di 30 anni fa (nei comportamenti) ma ad  una classe dirigente affarista, spesso corrotta quando non mafiosa e poco lungimirante) - la stampa "di regime" continua a tessere le lodi della nostra 5a posizione turistica globale, piuttosto che criticare, stilando dati alla mano i fatti concreti.

Eppure chi si occupa di turismo, dovrebbe sapere che non è sull'affascinamento romantico verso l'Italia di alcuni intellettuali (l'Italianite è una parola odiosa più di petaloso) che si crea una crescita del nostro turismo, quanto attraverso una politica coordinata che ci valorizzi ed indirizzi verso la crescente domanda turistica internazionale ( oggi sempre più asiatica). Avremmo bisogno di una politica che valorizzi la nostra offerta (arte, paesaggi, cultura, stile di vita, cibo) , e le nostre strutture alberghiere e di trasporti, educando competenti addetti al settore e sviluppando una promozione coordinata e costante all'estero. 

Invece sembra che all'establishment italico, interessi di più stuprare il paesaggio con trivelle, favorire il degrado e l'insicurezza con cattiva amministrazione e l' accoglienza indiscriminata e senza regole d'immigrati, fra i quali si annidano spesso incivili e delinquenti. Favorire l'Hotellerie ad uso immigrati clandestini anziché turistico, svilire il made in Italy favorendo l'import di prodotti alimentari a basso costo e spesso di minor valore (Vedi import Olio Tunisino), svuotare l'educazione dei nostri giovani rinunciando all'arte a scuola, come se da noi non fossa una risorsa, il tutto senza mai investire in infrastrutture adeguate (non abbiamo neanche una compagnia aerea decente) né in adeguate promozioni all'estero della nostra sempre più fragile offerta. 

Da una parte, quindi, lasciamo che la Francia riceva il doppio di turisti rispetto a noi e dall'altra parte consentiamo ad una multinazionale petrolifera Francese (ed altre), di trivellare il nostro territorio, esponendoci a danni potenziali ambientali che potrebbero portare ad una ulteriore restrizione dell'indotto turistico.

Cosa fare per uscire da questa impasse ? Difficile dirlo ma di sicuro serve una "reazione energica e compatta" del popolo italiano tutto. A fronte di questo ormai evidente, tentativo di "distruzione" del nostro paese e della sua economia, del suo turismo, dell'ambiente, della salute dei suoi abitanti, serve uno scatto di orgoglio patriottico:"Mandiamo a casa questa classe dirigente e sostituiamola con persone capaci, prima che sia troppo tardi. Chi si occupa di politiche turistiche, d'ora in avanti. dovrà essere preparato, qualificato e soprattutto dovrà portare risultati

Non si capisce, infatti, perchè quando la nazionale italiana di calcio, perde una partita con una squadra inferiore sulla carta, il CT venga immediatamente sostituito con un altro e non possiamo fare lo stesso con il comparto turistico che da solo, produce oltre il 10% del PIL nazionale.

venerdì 15 aprile 2016

"IL CASO DI DOINA MATEI E LA DELEGITTIMAZIONE DEL VOLERE DEL POPOLO ITALIANO"

doina matei
La frase d'inizio, con cui ogni Giudice pronuncia una sentenza su suolo nazionale è la seguente:"In nome del popolo italiano...". Il significato di detta locuzione è profondo e sta, evidentemente, a significare che quel Giudice, quella Corte, stanno condannando o assolvendo un imputato, in nome e per conto del "volere del popolo italiano".

La stessa etimologia del termine democrazia, non a caso, lo dice: Demos (popolo) e Kratos (governo), ovvero "Governo del Popolo". Ogni istituzione nazionale quindi, opera ed agisce in nome e per conto del popolo italiano. Sembrerebbe una riflessione scontata. Eppure, nella tristissima Italia di oggi, esistono giornalisti, cittadini, politici che non sembrano essere d'accordo con i presupposti democratici, lapalissiani, appena enunciati. 

E' il caso del giornalista Luciano Tancredi che in un suo articolo dal titolo "Doina e i giudici da social network", reperibile a questo link http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/doina-matei-giudici-social/ con nonchalance invidiabile si spertica in un giudizio di condanna, quello si senza appello, nei confronti del popolo dei social network. L'illecito popolano, secondo il collega, risiederebbe nell'avere espresso una ferma critica nei confronti delle foto caricate su Facebook da Doina Matei, la donna che nel 2007 uccise nella metropolitana di Roma Vanessa Russo, di soli 23 anni, trafiggendole un occhio con un ombrello.

L'esecrabile sdegno "proletario", secondo il Tancredi,  "non dovrebbe influenzare le decisioni di chi opera nella giustizia", ovvero nello specifico la decisione del magistrato di sorveglianza di Venezia, Vincenzo Semeraro, che ha stabilito, a seguito della ondata di sdegno degli italiani, la sospensione del regime di semilibertà della Matei, condannata a 16 anni di reclusione.

I Giudici, sempre secondo il Tandredi, sono incaricati di "eseguire il Diritto" e non devono assolutamente lasciarsi influenzare nelle loro decisioni, dalla volontà e dai moti d'indignazione dei cittadini italiani.

Personalmente, quando leggo queste opinioni, rabbrividisco e mi rendo conto che sono proprio questi i modi di pensare che ci allontanano sempre di più dalla vera Democrazia; da quella Democrazia primigenia e partecipativa, che ebbe origine nella culla della civiltà ateniese e da cui deriva, oggi, il nostro sistema governativo e di giustizia.

Verrebbe da chiedere al Tancredi:" Perché allora i Giudici, pronunciano le loro sentenze citando la frase "In nome del Popolo Italiano ", se poi le loro decisioni finali dovrebbero tenere conto solo dei codici di procedura civile e penale ?. Non è un caso che, nei tribunali, in sede dibattimentale e decisionale, alla Corte "tecnica" venga affiancata anche la "Giuria Popolare" http://www.archiviopenale.it/apw/wp-content/uploads/2013/06/2012_gruppo_apa.pdf , non crede ?

Personalmente, ritengo invece, che il volere del popolo italiano (anche dei social), vada innanzitutto ascoltato (sempre) e laddove possibile "rispettato", anche in sede giuridica. Non dimentichiamoci infatti, che mentre la Matei se ne stava al mare a godersi il sole ed farsi le foto, la povera Vanessa Russo si trovava e si trova, sepolta sotto tre metri di terra. Questa non è giustizia ! Strano che nell'articolo del Tandredi, non vi siano parole di cordoglio o di vicinanza alla famiglia della vittima.

Gli italiani non sono un popolo di "giustizialisti o forcaioli". Gli italiani hanno solo un disperato bisogno di "certezza della pena" per chi delinque. In una parola sola, l'Italia ha bisogno di "Giustizia" e non mi sembra cosa di poco conto. 

Vanessa Russo

martedì 12 aprile 2016

"IN ITALIA IL SISTEMA GOVERNATIVO A "DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA PARLAMENTARE" HA FALLITO !"


Inutile girarci intorno. Il sistema "Rappresentativo Parlamentare", in Italia, ha fallito. Il vulnus è alla radice. L'Italia, per le sue caratteristiche intrinseche, non era e non è un paese adatto a questo sistema governativo e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. E' un po' come quando sbagli a chiudere il primo bottone della camicia. Anche facendo attenzione ed impegnandoti a fondo, tutti gli altri saranno comunque sbagliati.

" LE DUE ITALIE "


In Italia esistono, ormai, due Italie. Una fatta dai pochi politici, imprenditori, finanzieri e magnati che contano, spesso e "volentieri" asserviti alle grandi lobbies internazionali e l'altra fatta dal popolo che conta sempre meno. La prima decide. La seconda subisce e paga in silenzio. Quanto tempo potrà, ancora durare tutto questo ?

giovedì 7 aprile 2016

"ANDAMENTO DEL PIL ITALIANO DAL 2008 AD OGGI"


"Grafico che mostra l'andamento del PIL - Prodotto Interno Lordo" italiano, negli ultimi anni. Una catastrofe sapientemente occultata dai media di stato.

"LO SCANDALO DEL PETROLIO IN BASILICATA, FRA INQUINAMENTO AMBIENTALE E ROYALTIES AL 7%"

Così scopriamo che in Val D'Agri, sede del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Agri, nel posto dove è scoppiato lo scandalo "Tempa Rossa" che ha portato alle dimissioni del Ministro Guidi, nel sito del giacimento petrolifero più grande dell'Europa continentale, le royalties pagate dalle compagnie petrolifere alla Regione Basilicata, sono di appena il 7%, quando in Kazakistan o in Nigeria suddette royalties arrivano fino al 55 %. Una percentuale irrisoria, frutto di leggi dello stato italiano che, evidentemente, ha tutto l'interesse a mantenere alcune regioni povere, inquinate e sfruttate, nonostante il loro potenziale enorme. Non è un caso che la Basilicata, restI ad oggi, fra le Regioni più povere d'Italia, nonostante le decine di migliaia di barili di petrolio estratte giornalmente. 

Ormai esistono due Italie: l'Italia dei popoli, della gente comune che subisce e l'Italia delle istituzioni che vive ormai in contrapposizione alla prima. L'Italia delle istituzioni, grazie ad un sistema politico ( a Rappresentanza "Democratica" Parlamentare") che si è dimostrato totalmente fallimentare, vive "letteralmente" sulle spalle della seconda Italia. Vara leggi, sentenze e dispone gabelle, ignorando il volere del popolo. 

Credo e spero che questo stato di cose non duri ancora per molto ed in un modo o nell'altro sia destinato a cambiare. Deve cambiare !