martedì 31 maggio 2016

" PILLOLE INEDITE D'IMMIGRAZIONE "


Tutto ha inizio nel dicembre 2001, quando la Cina entra nel WTO supportata dalle principali superpotenze di allora, Italia in testa, convinte che sarebbe diventata "terra di conquista e delocalizzazione low cost". Poco più tardi, esattamente nel maggio del 2004, l'Europa apre le sue porte all'ingresso di Cipro, Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Appena due anni dopo,nel 2007, entrano Bulgaria e Romania . La Croazia nel 2013. Gli anni 2000, per l'Italia e per il mondo, sono anni di pesanti cambiamenti. Le imprese italiane, sull'onda della globalizzazione di merci, uomini e capitali, iniziano a delocalizzare in Cina, India e soprattutto paesi dell'est Europa, attratte dai bassi costi di manodopera e dalla snella burocrazia. Il paese Italia s'impoverisce sempre di più. Le coppie smettono di fare figli. Siamo nel periodo in cui, il capitale mostra i suoi tentacoli più forti e nonostante il tasso di natalità diminuisca, la mortalità aumenti, la popolazione italiana, stranamente, aumenta. Grazie agli immigrati ovviamente.


La popolazione italiana, per la prima volta nella sua storia, raggiunge e supera i sessanta milioni di abitanti. Le orribili figure politiche nostrane si ergono, improvvisamente a difensori delle ondate migratorie e detrattori della salvaguardia dei diritti dei cittadini italiani residenti.

Come spiegare una tale anomalia ? Semplice:" Il Capitale ha sfruttato gli italiani, in particolare la manodopera del sud fino a quando ha potuto, spesso sottopagandola. I cambiamenti storici economici dovuti alla delocalizzazione, alla deindustrializzazione ed alla fuga di capitali verso l'estero, ha imposto un ulteriore "giro di vite" nei salari erogati, nella concessione di diritti del lavoro, contrattuali e sociali. A fronte di queste difficoltà contingenti, così come fanno tutte le specie animali in momenti di difficoltà "alimentare", anche gli italiani hanno smesso di fare figli. 

Il capitale ha deciso così di ovviare al problema, prendendo manodopera altrove ed, innescando un nuovo massivo fenomeno migratorio che ha come scopo primario il sopperimento della forza lavoro, persa a causa della denatalità e come fine secondario, la "spinta al ribasso" dell'asticella dei diritti lavorativi acquisiti fino ad allora, da parte dei lavoratori italiani.

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