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lunedì 24 febbraio 2020
domenica 23 febbraio 2020
" TESTO DEL DECRETO DI URGENZA DEL GOVERNO SUL RISCHIO EPIDEMIA DI CORONAVIRUS IN ITALIA "
Art. 1
- Allo scopo di evitare il diffondersi di epidemie, nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio di virus, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionale all’evolversi della situazione epidemiologica.
a) divieto di allontanamento dal Comune o
dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti
nel comune o nell’area.
b) divieto di accesso al Comune o all’area interessata.
c) sospensione di manifestazioni o
iniziative di qualsiasi natura, di venti e di ogni forma di riunione in
un luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico,
sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al
pubblico.
d) sospensione dei servizi educativi
dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della
frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, salvo le
attività formative svolte a distanza.
e) sospensione dei servizi di apertura
al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di
cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di
cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché l’efficacia
delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero e gratuito a tali istituti e luoghi.
f) sospensione di ogni viaggio d’istruzione, sia sul territorio nazionale sia estero.
g) sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.
h) applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva fra gli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusa.
i) previsione dell’obbligo da parte
degli individui che hanno fatto ingresso in Italia da zona a rischio
epidemiologico, come identificate dall’Oms, di comunicare tale
circostanza al compartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria
competente per territorio, che provvede a comunicarlo all’autorità sanitaria competente per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva:
j) Chiusura di tutte le attività
commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità e dei servizi
pubblici essenziali di cui agli articoli 1 e 2 ddella legge 12 giugno
1990, 146, ivi compresi gli esercizi commerciali per l’acquisto dei beni di prima necessità;
k) previsione che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale
l) limitazione all’accesso o sospensione
dei servizi del trasporto di merci e di persone terrestre, aereo,
marittimo, ferroviario su rete nazionale o di trasporto pubblico locale,
salvo specifiche deroghe previste dal provvedimento di cui all’articolo
3:
m) sospensione delle attività lavorative
per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e
di pubblica utilità, tra cui la zootecnia, e di quello che possono
essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalitàà a distanza:
n) sospensione dello svolgimento delle attività lavorative
per i lavoratori residenti nel comune o nell’area interessata, anche
ove le stesse si svolgano fuori dal comune o dall’area indicata, salvo
specifiche deroghe previste dal provvedimento di cui all’articolo 3.
Art. 2
Le autorità competenti hanno la facoltà di adottare ulteriori misure di contenimento, al fine di prevenire la diffusione dell’epidemia anche fuori dai casi di cui all’articolo 1, comma 1.
Art. 3
Le misure di contenimento di cui agli
articoli 1 e 2 sono adottate con decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri su proposta del ministro della Salute, sentito il ministro
dell’Interno, il ministro della Difesa, il ministro dell’Economia e
delle Finanze e gli altri ministri competenti per materia, nonché il
presidente della Regione competente, nel caso in cui riguardino una sola
regione, ovvero il presidente della Conferenza dei presidente delle regioni, nel caso in cui riguardino più regioni.
lunedì 17 febbraio 2020
EUROPA 2020:" UN AGGLOMERATO ETEROGENEO DI PAESI DOVE I CITTADINI SI SPOSTANO DA UN POSTO ALL'ALTRO ALLA RICERCA, SPESSO DISPERATA, DI CONDIZIONI MIGLIORI "
Un agglomerato eterogeneo di paesi , dove i cittadini si spostano da un posto all'altro alla ricerca, spesso disperata, di condizioni migliori
Quando il francese Jean Monnet, il franco-tedesco Robert Schuman, gli italiani Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi, il belga Paul-Henri Spaak, e il tedesco Konrad Adenauer , considerati i padri fondatori del progetto europeo, dettero vita all'"Unione Europea", dubito avessero immaginato cosa sarebbe diventata l'Europa di oggi: un agglomerato eterogeneo di paesi, dove i cittadini si spostano da
un posto all'altro alla ricerca, spesso disperata, di condizioni
migliori.
L'Italia in particolare, negli ultimi anni, ha visto aumentare il numero di poveri assoluti da 1,5 ad oltre 5 milioni, mentre i poveri relativi superano ormai i 10 milioni http://dralbano.blogspot.com/2018/10/istat-2017-in-italia-aumentano-ancora.html
Il divario fra ricchi e poveri, si acuisce sempre di più http://dralbano.blogspot.com/2017/12/blog-post.html con il risultato che chi può, fugge all'estero http://dralbano.blogspot.com/2019/12/italia-decennio-20072017-i-dati-reali.html
Una situazione catastrofica, dove deindustrializzazione http://dralbano.blogspot.com/2016/12/outlook-macroeconomico-il-disastro.html ed indici macro e micro economici negativi, peggiorano di anno in anno http://dralbano.blogspot.com/2019/06/poverta-in-italia-dati-istat-2019.html e questo nonostante i tentativi "edulcoranti" di certa stampa http://dralbano.blogspot.com/2016/10/italia-aumentano-i-poveri-diminuisce-il.html
Oltre 7 milioni di persone, in Italia, vivono con meno di 500 euro al mese e questo a fronte di una Europa che c'impone, come obbligo minimo di assistenza agli immigrati, una quota di 30 euro al giorno, per un totale di 900 euro al mese ad immigrato. In alcune regioni viene, addirittura, istituito il "bonus cane" e non il bonus essere umano " http://dralbano.blogspot.com/2016/05/folle-italiaistituito-il-bonus-cane-la.html Una follia ! Accogliamo immigrati trattandoli meglio di come trattiamo i nostri stessi cittadini.
Indubbiamente stiamo andando in una direzione disastrosa, sempre più simile a quella del Titanic verso l'iceberg http://dralbano.blogspot.com/2020/01/titanic-italia-avanti-tutta-verso.html Una direzione in cui la depauperazione dei diritti sociali e della società stessa, spinge sempre più individui verso la povertà e/o all'emigrazione, privandoli dei loro diritti acquisiti verso la Polis. Un quadro che porterà, se non arrestato per tempo, ad un nuovo malthusianesimo di massa.
venerdì 14 febbraio 2020
" BIOLOGI DISOCCUPATI, MALATTIE RARE, MANCANZA DI FONDI PER LA RICERCA ED ALTRE CREDENZE POPOLARI "
Una malattia si definisce "rara" quando la sua
prevalenza, intesa come il numero di casi incidenti su una data
popolazione, non supera una soglia prestabilita.
Nell'Unione Europea, la soglia è fissata
allo 0,05 per cento della popolazione, ossia 5 casi su 10.000 persone.
Il
numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oscilla tra le 7.000
e le 8.000 unità, ma è una cifra che cresce con l’avanzare della scienza medica e,
in particolare, con i progressi della ricerca genetica. Stiamo dunque parlando non di pochi malati, ma di milioni di persone in Italia e addirittura decine di milioni in tutta Europa.
Secondo
la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese i malati rari sono circa 2
milioni: nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica.
In base ai dati coordinati dal Registro Nazionale Malattie Rare dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti e ogni anno sono circa 19.000 i nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie diffuse in tutta la penisola. Il 20% delle patologie coinvolge persone in età pediatrica (di età inferiore ai 14 anni). In questa popolazione di pazienti, le malattie rare che si manifestano con maggiore frequenza sono le malformazioni congenite (45%), le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione o del metabolismo e i disturbi immunitari (20%). Per i pazienti in età adulta, invece, le malattie rare più frequenti appartengono al gruppo delle patologie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) o del sangue e degli organi ematopoietici (18%). ( Fonte: ISS 2015)
In base ai dati coordinati dal Registro Nazionale Malattie Rare dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti e ogni anno sono circa 19.000 i nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie diffuse in tutta la penisola. Il 20% delle patologie coinvolge persone in età pediatrica (di età inferiore ai 14 anni). In questa popolazione di pazienti, le malattie rare che si manifestano con maggiore frequenza sono le malformazioni congenite (45%), le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione o del metabolismo e i disturbi immunitari (20%). Per i pazienti in età adulta, invece, le malattie rare più frequenti appartengono al gruppo delle patologie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) o del sangue e degli organi ematopoietici (18%). ( Fonte: ISS 2015)
Questo tipo di patologie quindi, non sono affatto un problema trascurabile, eppure esiste un ostacolo di fondo alla loro cura:" Le industrie farmaceutiche, normalmente preposte alla ricerca di soluzioni farmacologiche a nuove patologie, non hanno alcun interesse ad investire tempo e denaro su farmaci destinati ad una ristretta cerchia di malati, ovvero alla cura di malattie rare".
I tempi dell'immissione in commercio di un farmaco, dal momento della sua fase di progettazione alla disponibilità nelle strutture, spesso superano i dieci anni. Per un tempo così dilatato, i costi sono, ovviamente, altrettanto impegnativi e consistenti". Nessuna industria farmaceutica privata, quindi, impiegherebbe consistenti fondi, per poi non rtiuscire a coprirli con le vendite del farmaco immesso in commercio.
I tempi dell'immissione in commercio di un farmaco, dal momento della sua fase di progettazione alla disponibilità nelle strutture, spesso superano i dieci anni. Per un tempo così dilatato, i costi sono, ovviamente, altrettanto impegnativi e consistenti". Nessuna industria farmaceutica privata, quindi, impiegherebbe consistenti fondi, per poi non rtiuscire a coprirli con le vendite del farmaco immesso in commercio.
Stiamo quindi parlando di un problema "reale" per il settore privato. La domanda che dobbiamo porci è: " Lo è altrettanto per il settore pubblico ?". La risposta è: assolutamente No ! Vediamo perchè.
Cominciamo con il dare alcuni dati:" In Italia ci sono 6 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi, 5 milioni in povertà assoluta, 10 milioni in condizioni di povertà relativa http://dralbano.blogspot.com/2019/06/poverta-in-italia-dati-istat-2019.html
Incredibile a dirsi ma buona parte di questi dispoccupati, in Italia, sono laureati in Biotecnologie e Scienze Biologiche http://dralbano.blogspot.com/2020/01/titanic-italia-avanti-tutta-verso.html, ovvero proprio quelle facoltà che preparano ed immettono nel mercato quei ricercatori ad altissima preparazione bio-tecnologica, pronti per essere impiegati nella ricerca medica.
Il quandro comincia a delinearsi, giusto ? Eppure qualcuno potrebbe obbiettare:" Si abbiamo tanti bambini affetti da malattie rare, abbiamo tanti biologi e biotecnologi disoccupati che potrebbero essere impiegati in progetti di ricerca nazionali, mirati alla ricerca della cura di quelle patologie rare che affliggono quei bambini, però mancano i soldi !".
Ok ma davvero è così ?
Purtroppo no, anzi questa è una delle più grandi balle che siano mai state raccontate al popolo ed è quella
forse con le conseguenze più gravi sulla vita di milioni di essere
umani. La BCE negli ultimi anni, tanto per fare un esempio, solo per l’acquisto dei titoli pubblici, ha creato dal nulla 2,15 trilioni di euro.
Due virgola quindici trilioni di euro.
Non estratti dalle
miniere o dalle nostre tasse, tanto meno dai soldi dei pensionati
norvegesi o italiani. No! Li ha proprio stampati e/ o creati dal nulla, in formato digitale, sul display di un computer della Bce.
Detto questo, aggiungiamo il fatto che, in Italia, non mancano mattoni, ferro, cemento, materie prime da lavorare con cui costruire efficienti laboratori di ricerca. Non mancano industrie biomedicali nazionali con prodotti di altissimo livello con i quali arredare ed attrezzare i nostri laboratori. Non mancano Biologi e Biotecnologi eccellenti da impiegare nella ricerca medica e farmacologica di quei laboratori di ricerca, da destinare alla cura delle malattie rare. Insomma non manca nulla che possa giustificare tutto questo dolore e questa disperazione sia fra i disoccupati che fra i genitori dei bambini affetti da patologie rare e ad oggi incurabili.
Purtroppo, molto banalmente, si tratta solo di un modello economico fondato sulla scarsità, sulla
privazione, dal lato della domanda e sullo spreco dal lato
dell’offerta. Eppure alla bugia, alla falsa credenza della scarsità di denaro hanno, nel tempo, risposto in tanti. Come Keynes, che in un’intervista alla BBC radio del 1942,
all’intervistatore che gli chiedeva da dove provenissero i soldi
necessari, rispose:
«Vi racconterò come risposi a un famoso architetto che aveva dei
grandi progetti per la ricostruzione di Londra, ma li mise da parte
quando si chiese: ”Dov’è il denaro per fare tutto questo?”.
“Il denaro? – feci io – non costruirete mica le case col denaro?
“Il denaro? – feci io – non costruirete mica le case col denaro?
Volete
dire che non ci sono abbastanza mattoni e calcina e acciaio e cemento?”.
“Oh no – rispose – c’ è abbondanza di tutto questo.
“Allora intendete dire che non ci sono abbastanza operai ?”.
“Gli operai ci sono, e anche gli architetti”.
”Bene, se ci sono mattoni, acciaio, cemento, operai e architetti, perché non trasformare in case tutti questi materiali?”.
“Oh no – rispose – c’ è abbondanza di tutto questo.
“Allora intendete dire che non ci sono abbastanza operai ?”.
“Gli operai ci sono, e anche gli architetti”.
”Bene, se ci sono mattoni, acciaio, cemento, operai e architetti, perché non trasformare in case tutti questi materiali?”.
Lo stesso dicasi per i laboratori di ricerca e le malattie rare. Abbiamo abbondanza di mattoni e calcina e acciaio e cemento. Abbiamo abbondanza di atterrezzature biomedicali ( Vedasi il polo biomedico mirandolese, tanto per citarne uno fra i tanti ). Abbiamo abbondanza di Biologi e Biotecnologi. Perchè non trasformare tutto questo in poli di ricerca avanzati per la cura di malattie rare ?
Insomma possiamo
permetterci tutto questo e altro ancora», se solo avessimo una classe politica all'altezza della situazione !
Il premio Nobel James Tobin diceva:
«L’intero obiettivo del sistema economico è la produzione di beni
o servizi da destinare al consumo nel presente o nel futuro. Penso che
l’onere della prova debba cadere sempre su coloro che tendono a produrre
meno anziché di più, su coloro che tendono a lasciare inoperosi uomini o
macchinari o terra che potrebbero essere usati. E' stupefacente quanti motivi si riescano a trovare per giustificare tale spreco: paura dell’inflazione, disavanzi della bilancia dei pagamenti, bilancio non in pareggio, debito nazionale eccessivo, perdita della fiducia nel dollaro».
La povertà, la disoccupazione, la disuguaglianza sociale, le milioni
di vite distrutte, il futuro strappato alle nuove generazioni costrette a
emigrare. Tutte queste atrocità non sono frutto del destino infame, sono una scelta politica dettata dal tornaconto personale di pochi e dalle false credenze di molti.
P.s. Chiedo scusa ai lettori per eventuali errori di battitura ma blogger mi ha, improvvisamente, privato della funzione del correttore ortografico !
domenica 9 febbraio 2020
" LEVIUS LAEDIT, QUICQUID PRAEVIDIMUS ANTE "
In Italia sta accadendo l'irreparabile:" Le pmi stanno chiudendo https://dralbano.blogspot.com/2020/02/federcontribuenti-2019-perse-3-milioni.html e a fronte della scomparsa delle piccole e medie imprese, stiamo assistendo all'occupazione progressiva del paese, da parte delle imprese multinazionali, prevalentemente - se non interamente - a capitale estero, le quali aumentano utili e fatturato https://www.soldionline.it/notizie/economia-politica/multinazionali-estere-italia-2017
Questo fenomeno, andrebbe osservato, con estrema attenzione, in quanto all'apice della sua evoluzione, finirà per trasformare radicalmente l'economia, la società italiana ed i suoi assetti interni.
L'Italia, quel paese con industria di trasformazione basata sulle piccole e medie imprese e sui "distretti industriali", reso grande dal lavoro dei nostri nonni, alla fine di questo processo, non esisterà più così come lo conosciamo adesso. Sarà un paese completamente cambiato !
L'Italia, quel paese con industria di trasformazione basata sulle piccole e medie imprese e sui "distretti industriali", reso grande dal lavoro dei nostri nonni, alla fine di questo processo, non esisterà più così come lo conosciamo adesso. Sarà un paese completamente cambiato !
Le imprese multinazionali, d'altra parte, seguono logiche e dinamiche totalmente diverse, rispetto alla piccola e media impresa locale. Ad un attento osservatore non sarà sfuggito, infatti, che esse sono "organismi a se stanti" che tendono ad espandersi in maniera illimitata, perseguendo con cinismo, esclusivamente fatturato e profitto, perdendo ogni contatto con la realtà e quindi ogni parvenza di umanità e buon ruolo sociale. Esse, inoltre, operano in "rete" e sono espressione di poteri forti colossali, in grado d'indirizzare a loro piacimento politica nazionale e vita dei cittadini del paese in cui operano. La commistione, inoltre, fra interessi economici globali e la mole colossale d'informazioni pubbliche e private acquisite su ogni singolo cittadino del pianeta https://dralbano.blogspot.com/2020/02/le-multinazionali-del-web-ci-stanno.html, rendono la situazione estremamente esplosiva e dagli esiti imprevedibili.
Le stesse assunzioni dei lavoratori, nei prossimi anni, vedranno un capovolgimento drammatico, con preferenza, da parte delle multinazionali, degli immigrati rispetto agli autoctoni. La ragione per cui questo accadrà e in parte sta già accadendo, va ricercata innanzitutto nella "volontà di globalizzazione" e quindi in un preciso e ben definito progetto economico/sociale/geopolitico, mirato a stravolgere in maniera radicale gli attuali assetti mondiali; in seconda battuta nelle minori pretese economiche e di diritti dei lavoratori immigrati rispetto ai locali ( abbasamento progressivo dell'aticella dei salari e dei diritti ) ed infine dulcis in fundo nella volontà di polarizzazione dicotomica ricchi/poveri delle società, con annichilimento della classe media, ovvero di quel segmento della società più difficile da indirizzare, controllare e gestire.
Come scrissi ormai quattro anni fa, mai come adesso, in Italia servirebbe: " UNA LEGGE CHE GARANTISCA LA PRIORITÀ NELLE ASSUNZIONI, SIA PUBBLICHE CHE PRIVATE, DEI CITTADINI ITALIANI RISPETTO AGLI IMMIGRATI " http://dralbano.blogspot.com/2016/09/italia-2016-serve-una-legge-che.html Questi sono gli ultimi scudi di difesa rimasti e senza di essi, dinnanzi al popolo inerme abbandonato ed osteggiato dalla politica, si aprirà il cancello del mondo di Orwell, così ben descritto e preannunciato nel saggio "Teoria e prassi del collettivismo oligarchico". Levius laedit, quicquid praevidimus ante.
venerdì 7 febbraio 2020
" RANKING INTERNAZIONALE DEL QUOZIENTE INTELLETTIVO QI "
In uno studio longitudinale, condotto a cavallo fra il 2002 ed il 2006, Richard Lynn professore emerito di psicologia britannico, e Tatu Vanhanen professore finlandese di scienze politiche, stilarono una classifica internazionale del QI, ovvero del quoziente intellettivo, medio in oltre 80 paesi.
Sebbene il lavoro sia stato fortemente criticato, è difficile negare l'impatto dei soggetti ad alto quoziente intellettivo, sullo stato sociale ed economico di una nazione.
Richard e Tatu, sostennero nel loro studio, che le differenze nel reddito medio di una nazione, erano strettamente correlate alle differenze nel quoziente intellettivo medio nazionale (QI). Sostanzialmente i due ricercatori, dimostrarono in maniera scientifica, quello che tutti conoscevano, ovvero che il QI medio nazionale, incideva in maniera importante, sia nello sviluppo sociale ed economico di uno Stato e sia nel reddito medio pro-capite dello stesso.
Certo, bisognerebbe introdurre alcune variabili nell'algoritmo utilizzato dai due autori. Ad esempio, una variabile importantissima è la Meritocrazia. Inutile, ad esempio, tentare di applicare questo modello, in un paese dove le posizioni dirigenziali sono assegnate per nepotismo, clientelismo, corruzione, politica e/o apparteneza a lobbies più o meno occulte. http://dralbano.blogspot.com/2020/01/la-piramide-rovesciata.html
La mancanza di meritocrazia, solitamente correlata ad un deficit di libertà politica e decisionale, comporta la genesi di vulnus che risulta difficile eradicare. Ad esempio, quando una posizione apicale, dirigenziale, viene assegnata per demerito, solitamente il soggetto che ha assunto tale posizione di vertice, quando si troverà a scegliere un suo subalterno, lo sceglierà certamente meno intelligente, proprio per timore che un giorno "esso" possa "rubargli" il posto. Tale comportamento, tenderà ad essere ripetuto continuamente dal vertice fino alla base della piramide con conseguenze devastanti sul corretto funzionamento del "sistema".
Non è un caso che l'Italia, proprio dal 2007 in avanti, abbia perso posizioni praticamente in ogni ambito dello scibile economico internazionale http://dralbano.blogspot.com/2019/12/anno-2019-cipro-supera-litalia-per-gdp.html spingendo, contestualmente all'estero il 10% della sua popolazione http://dralbano.blogspot.com/2019/12/italia-decennio-20072017-i-dati-reali.html La cosa grave è che è stato spinto all'estero proprio il segmento della popolazione a più alto Qi, ovvero laureati e tecnici ad alta specializzazione.
*
Pubblichiamo, di seguito, il ranking dello studio condotto da Richard e Tatu, certi comunque che la posizione 102 dell'Italia oggi, andrebbe certamente rivista al ribasso, purtroppo.
IQ by Country - World Ranking of Countries by their Average IQ
Which country has the highest IQ?
What is the average IQ of your country?
Here is the average IQ of more than 180 countries: