domenica 31 maggio 2020

EVIDENZE CHE L'ASSUNZIONE DI VITAMINA D POTREBBE RIDURRE IL RISCHIO, SIA DI CONTRARRE LA NORMALE INFLUENZA CHE IL COVID-19"


Avevamo già affrontato, seppur in maniera succinta ed essenziale, verso la metà dell'aprile scorso, ovvero in pieno lockdown nazionale, il tema dell'importanza di esporsi al sole al fine di rafforzare il sistema immunitario e contenere i rischi di eventuali infezioni alle vie respiratorie http://dralbano.blogspot.com/2020/04/sunbathing-e-lockdown.html

Oggi pubblichiamo l'abstract di un articolo scientifico che corrobora le nostre, peraltro scontate, intuizioni. Il lavoro a firma dei ricercatori William B. Grant 1,*, Henry Lahore 2, Sharon L. McDonnell 3, Carole A. Baggerly 3, Christine B. French 3, Jennifer L. Aliano 3 and Harjit P. Bhattoa 4è stato realizzato al fine di dimostrare come l'assunzione di 10.000 UI / die di vitamina D3 per alcune settimane, possa sensibilmente ridurre non solo il rischio di contrarre la normale influenza, ma anche il Covid-19. Lo studio ha dimostrato, inoltre, che un supplemento quotidiano di Vit. D3 è in grado di ridurre anche le conseguenze stesse dell'infezione da Sars-Cov2, ovvero la polmonite e la morte.
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Evidence that Vitamin D Supplementation Could Reduce Risk of Influenza and COVID-19 Infections and Deaths


ABSTRACT

Questo articolo analizza il ruolo della vitamina D nel ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio, la conoscenza epidemiologica dell'influenza e del COVID-19 e di come l'integrazione di vitamina D potrebbe essere una misura utile al fine di ridurne i rischi correlati. 

Attraverso diversi meccanismi, la vitamina D può ridurre il rischio di infezioni. Tali meccanismi includono l'induzione di catelicidine e defensine che possono abbassare i tassi di replicazione virale e ridurre le concentrazioni di citochine pro-infiammatorie che producono l'infiammazione che danneggia i polmoni, portando alla polmonite, nonché aumentando le concentrazioni di citochine anti-infiammatorie. Diversi trials e studi clinici hanno evidenziato che l'integrazione di vitamina D riduceva il rischio di influenza, mentre altri studi hanno evidenziato che ciò non accadeva. Tuttavia le prove a sostegno del ruolo della vitamina D nella riduzione del rischio di COVID-19 includono: 1) il fatto che l'epidemia si sia verificata in inverno, ovvero in un momento in cui le concentrazioni di 25-idrossivitamina D (25 (OH) D) sono più basse rispetto al resto dell'anno ; 2) che il numero di casi nell'emisfero australe, ovvero verso la fine dell'estate è stato basso ; 3) si è scoperto che la carenza di vitamina D contribuisce alla sindrome da "distress respiratorio acuto"; 4) che i tassi di mortalità per caso aumentano con l'età e con la comorbidità di altre malattie croniche, entrambe associate a una concentrazione più bassa di 25 (OH) D.

Per ridurre il rischio di infezione, si raccomanda alle persone a rischio di influenza e / o COVID-19 di prendere in considerazione l'assunzione di 10.000 UI / die di vitamina D3 per alcune settimane, al fine di aumentare rapidamente le concentrazioni di 25 (OH) D, seguite da 5000 UI / d. L' obiettivo dovrebbe essere quello di incrementare le concentrazioni di 25 (OH) D oltre 40–60 ng / mL (100–150 nmol / L). Per il trattamento di persone che vengono infettate da Sars-Cov2 e che manifestano sintomi da COVID-19, potrebbero essere utili dosi più elevate di vitamina D3. 

Dovrebbero essere condotti studi randomizzati controllati su una ampia fascia popolazione, al fine valutare queste raccomandazioni.

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