venerdì 22 maggio 2020

" SARS-COV 2 E HIV - ORRIBILI CERTEZZE "


Proprio ieri, pubblicavamo sul blog questo articolo https://dralbano.blogspot.com/2020/05/video-dellintervista-montagnier-con.htmldal titolo eloquente "SARS-COV 2 E HIV ORRIBILI SOSPETTI"

Nell'articolo ponevamo a confronto le dichiarazioni del Premio Nobel Luc Montagnier sull'ipotesi che il virus Sars-Cov2 responsabile della sindrome Covid-19 e quindi dell'attuale pandemia in corso, fosse stato ingegnerizzato in laboratorio innestando frammenti genomici del virus dell'Aids HIV, con l'anomala ed improvvisa dichiarazione da parte di alcuni ricercatori americani, che il virus HIV fosse presente da secoli nell'umanità ed avesse già causato, in passato, una pandemia a cavallo fra il 1800 ed il 1900. 

Dichiarazioni, quelle dei ricercatori americani, che potrebbero lasciare intendere che a breve, i blast investigativi effettuati in  numero crescente sulla popolazione mondiale, potrebbero rivelare la diffusione del virus Hiv o frammenti di esso, fra la popolazione. Le dichiarazioni del Nobel Montagnier, in assenza di ulteriori "giustificazioni", evidentemente avrebbero la meglio. Ecco, quindi, la brillante idea di far credere al mondo che l'Aids fosse già stato pandemico oltre un secolo addietro e che quindi, quelle codifiche genetiche dell'Hiv,  fossero già oggi diffuse e presenti fra la popolazione mondiale.

Un sospetto terribile che però, sia a rigor di logica che d'intuito, riteniamo fondato.

Ad avallare la nostra ipotesi, viene in soccorso questo articolo https://www.ilmessaggero.it/frosinone/coronavirus_sistema_immunitario_hiv-5235572.html?fbclid=IwAR0fbRy7a_wM1k2Y3WWjweWT8s170Y87DnU7gDrH9DSpoCLuGpgZzGVRk7E
pubblicato recentemente sul quotidiano Il Messaggero, a firma Pierferderico Pernarella.

Nell'articolo, riportato in frame in testa al presente, si legge:

All’inizio si pensava che fosse un virus di natura polmonare, ma col tempo si è scoperto che invece il Covid-19 colpisce anche altri organi dopo aver messo fuori uso il sistema immunitario come avviene nei pazienti affetti da HIV.  Se la lotta al coronavirus ha raggiunto risultati sorprendenti nel giro di poco tempo, il merito è del gran lavoro di squadra che ha visto coinvolte numerose discipline mediche.

Successivamente viene citato uno studio condotto dal Professor Pierluigi Alò, primario del dipartimento di anatomia patologica dell'ospedale Spaziani di Frosinone, e dalla sua equipe 

In questo quadro un contributo fondamentale è arrivato dall’Anatomia patologica, branca della medicina che studia gli effetti di determinate patologie sull’organismo attraverso l’analisi di organi e tessuti.

Allo "Spallanzani" - Lo studio dei tessuti di pazienti deceduti per il Covid-19 è stato fondamentale per capire la natura del virus e come agisce quando si diffonde nell’organismo. Studio che, nel Lazio, ha visto il coinvolgimento anche della UOC di Anatomia Patologica dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone diretta dal Prof. Piero Luigi Alò.  

Il dottore Alò e la sua equipe, hanno effettuato esami autoptici su pazienti Covid deceduti presso l’istituto di malattie infettive “Spallanzani", l’unica struttura abilitata ad effettuare autopsie su pazienti ad alta contagiosità. 

«L’approccio adottato – spiega l’anatomopatologo - è stato minimamente invasivo, ossia non abbiamo effettuato la dissezione degli organi ma ci siamo limitati ad effettuare un campionamento limitato a biopsie su organi come cuore, polmoni, fegato, reni».  Non solo polmoni - Gli esami sono stati svolti sia su soggetti pre e post terapia. Cosa hanno consentito di scoprire? «Abbiamo accertato che il virus può andarsi a localizzare non solo nei polmoni, ma anche nel cuore, nell’intestino, motivo per cui in alcuni pazienti ha provocato delle diarree, oppure nei reni - spiega Alò - Nei nostri casi non l’abbiamo riscontrato, ma è verosimile che il virus possa colpire il sistema nervoso centrale e quindi determinare la perdita temporanea del gusto e dell’olfatto, ma anche come è stato detto può depositarsi anche nei testicoli».
 

Il passaggio fondamentale dell'articolo è questo:


Il midollo osseo - Una scoperta che è stata possibile solo agli esami autoptici, ma come si spiega questa alta invasività del virus nel nostro organismo? «La particolarità di questo virus è che produce un esaurimento funzionale del midollo osseo», risponde il medico.  Come si può spiegare in termini più semplici? «Quando nel nostro corpo - prosegue il primario - arriva un normale virus influenzale si producono le cellule dell’immunità che alla fine distruggono il virus. Il coronavirus al contrario è sfuggente, si camuffa ed è come se il nostro sistema immunitario andasse a cercare un oggetto nel buio: le cellule dell’infiammazione cercano di produrre sempre più anticorpi, immunoglobuline, per cercare di contrastarlo fino a quando il midollo, che è la sede produttrice delle cellule dell’immunità, non va incontro ad un esaurimento funzionale, finisce le sue scorte». 

Gli emboli - E quindi cosa succede? «La presenza di tutte queste cellule prodotte in eccesso nel sangue - prosegue Alò - fa sì che il sangue stesso si condensi formando degli emboli che ostruiscono i vasi, soprattutto quelli polmonari. Infatti i pazienti muoiono per insufficienza respiratoria. Questo eccesso di coagulazione però riguarda i vasi di tutto il corpo, ecco perché il virus porta il sangue dove non dovrebbe stare, localizzandolo in altri organi. Ma, appunto, tutto ciò è una reazione provocata da ciò che accade a livello di sistema immunitario». 

Le somiglianze - E a tale proposito Alò rivela un’altra importante impressione: «Quando ho svolto il primo esame autoptico, mi sono detto: ma questo è simile a un paziente HIV, patologia su cui ho una lunga esperienza. In effetti entrambi appartengono alla stesso gruppo, i cosiddetti virus RNA, ed entrambi agiscono sul sistema immunitario: nell’HIV viene messo fuori uso direttamente dal virus, mentre nel Coronavirus l’effetto è indotto dalla produzione esagerata delle cellule dell’immunità che non trovano il bersaglio e alla fine si esauriscono».
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Inutile dire che, qualora queste ipotesi si dovessero rivelare fondate, ci troveremmo di fronte ad uno dei più grandi crimini che la storia dell'umanità ricordi. Un Genocidio che porterà alla morte di milioni, forse miliardi di persone.

Ecco perchè, al fine di fugare ogni dubbio, voglio fare due appelli: il primo rivolto ai colleghi Biologi ed il secondo rivolto alle autorità istituzionali.

APPELLO AI COLLEGHI BIOLOGI

Cari colleghi, voi che vi occupate di ricerca medica e che avete potere decisionale su dove indirizzare gli sforzi investigativi dei vostri laboratori, vi prego di dirigere gli sforzi nella direzione di quanto ipotizzato dal premio nobel Prof. Luc Montagnier, al fine di pubblicare un lavoro scientifico che attesti la veridicità di quanto esposto, ovvero che il virus Sars-Cov2 è opera d'ingegneria genetica, ottenuto innestando sul virus della Sars, specifiche codifiche genomiche del virus Hiv.


APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Alle Istituzioni nazionali ed internazionali preposte, mi rivolgo con un appello semplice e concreto: " Consentite a Medici e Biologi, rispettivamente, le autopsie e le indagini di laboratorio ( con i dovuti consensi) sui soggetti deceduti con e per il Covid-19

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