venerdì 14 agosto 2015

"GLI ITALIANI E L'EROSIONE PIANIFICATA DEL RISPARMIO"


Nel 1947 i postumi di un conflitto bellico di proporzioni mondiali, si fecero sentire anche nel settore finanziario. La svalutazione della lira fece segnare il suo picco storico, tanto che il valore di 100 Lire si ridusse a sole 2 Lire. Una vera tragedia per chi aveva messo da parte, consistenti risparmi in depositi bancari. A supportare e ridare vigore al risparmio privato, fortunatamente, l'anno successivo, fu la nascita della Carta Costituzionale che riportava all'articolo 47:"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina coordina e controlla l'esercizio del credito". Negli anni 70, col progressivo miglioramento economico e retributivo delle famiglie italiane, aumentò progressivamente la quota di famiglie in grado di risparmiare. L'Italia rappresentava all'epoca un caso virtuoso: la propensione al risparmio riguardava il 24% del reddito a fronte del 12% dei maggiori paesi europei. Propensione al risparmio che perdurò fino agli anni "80, quando l'Italia si aprì al "Risparmio gestito" ed ai Fondi d'investimento.

Ancora oggi siamo l'unico paese in Europa a vivere il paradosso delle due Italie: "Una ricchezza privata record a 4mila miliardi di euro e debito pubblico ai massimi storici con 2200 miliardi di euro.

Come ricavare "profitto economico politico" da una tale situazione ?

Ecco allora la "mossa strategica" della politica italiana. Otto milioni d'immigrati circa, sono giunti nel nostro paese dal 1989 ad oggi. La "tela di ragno" che controlla tutti i gangli vitali dell'industria e dell'economia italiana, ha distribuito i suoi "pizzini". L'ordine nel pubblico e nel privato ( per le aziende affiliate) è quello di assumere immigrati. Alle poste, negli ipermercati, nelle grandi aziende, nelle partecipate. Tutta la disoccupazione italiana, dovrà essese spostata sugli italiani ed in particolar modo sulla fascia giovanile italiana, che guarda caso oggi detiene il tasso record del 44,2%.

La "mossa strategica" della politica italiana, spostando tutta la disoccupazione sugli italiani, assumendo prioritariamente gl'immigrati, raggiunge in un colpo solo, tre obbiettivi:

1) Sicurezza di Polizia. Una tale mole d'immigrati (ancora oggi ne giungono circa 800 al giorno), può essere gestita efficacemente, solo con l'assorbimento degli stessi, nel tessuto lavorativo nazionale. Quindi primo obbiettivo raggiunto "Sicurezza sociale".

2) "Erosione del risparmio privato" e spostamento di buona parte dello stesso, sul pubblico. Spostando infatti tutta la disoccupazione sugli italiani, si costringe infatti - soprattutto in tempo di forte crisi economica, come l'attuale - le famiglie italiane a "mantenere" i propri figli, dando fondo ai risparmi accumulati. Il consumo così prodotto genera pil e quindi ricchezza pubblica. Secondo obbiettivo raggiunto "Erosione risparmio privato italiani e spostamento ricchezza sul pubblico"

3) Gli stessi 'immigrati impiegati, che non avevano risparmio, contribuiscono alla ricchezza pubblica con il lavoro, anche di quello che poteva essere degli italiani oggi disoccupati. Terzo obbiettvo raggiunto "Contribuzione degli immigrati alla ricchezza pubblica ed all'incremento del pil, con le tasse pagate".
 

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