Ciao Laura. La Bioinformatica è una
disciplina relativamente nuova che sta interessando un numero crescente di
giovani. Qual è stato il tuo approccio a essa e con quale percorso di studi ci
sei arrivata ?
Dopo aver conseguito la laurea in
Biologia, ho frequentato un Master in Tecnologie Bioinformatiche applicate alla
Medicina Personalizzata che prevedeva al termine del corso di studio uno stage
in azienda per l'elaborazione della tesi finale. Ciò mi ha consentito di
entrare nel mondo del lavoro e di mettere in pratica tutte le nozioni apprese
durante il mio corso di studi. Il Master comprendeva diverse materie che
spaziavano dalla proteomica alla farmacogenomica e mi ha fornito delle nozioni
di base su diversi aspetti riguardanti il vasto mondo della Bioinformatica. Al
termine del periodo di stage l'azienda mi ha proposto di continuare il mio
lavoro con un contratto di collaborazione e da lì è iniziata la mia avventura
in questo settore.
Spesso si sente dire che per essere un
bravo Bioinformatico serve un background formativo in Informatica e dopo
bisogna acquisire le conoscenze di tipo biologico. Altri sostengono il
contrario. Meglio studiare prima Biologia e dopo specializzarsi in
Bioinformatica. Alla luce della tua esperienza qual è il percorso più adatto ?
Alla luce della mia esperienza posso dire
che ritengo fondamentale un background biologico per poter essere un bravo
Bioinformatico perché penso sia necessario conoscere i complessi meccanismi
biologici che si studiano al fine di poter utilizzare i modelli statistici più
adeguati e di poter interpretare i risultati ottenuti. Ritengo che comunque
dipenda molto anche dal settore specifico in cui si lavora, probabilmente chi
si occupa di modellare nuovi algoritmi avrà bisogno di conoscenze informatiche
più solide.
Attualmente sono assegnista di ricerca
presso un Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e mi occupo di
statistica genetica applicata a tratti complessi e patologie multifattoriali in
isolati genetici. Ora mi trovo negli Stati Uniti presso la Johns Hopkins per un
progetto di collaborazione con un gruppo di ricerca del National Institute of
Health (NIH).
Quali sono, secondo te, al momento, le
possibilità occupazionali in Italia e all'estero, per un Bioinformatica ?
Credo che le possibilità occupazionali in
questo campo siano molte di più rispetto ad altri settori della Biologia anche
se purtroppo penso sia più facile trovare opportunità all'estero piuttosto che
in Italia. Tuttavia anche in questo caso dipende molto dal settore specifico in
cui si lavora e da una buona dose di fortuna per cui è difficile generalizzare.
Certamente ritengo che un Bioinformatico nel panorama lavorativo attuale abbia
più chance di trovare lavoro rispetto a un Biologo che si occupa per esempio di
test di laboratorio.
Cosa ti sentiresti di suggerire a un
collega Biologo/a che voglia intraprendere questa professione ?
A un collega Biologo consiglierei
senz'altro di intraprendere la professione di Bioinformatico e soprattutto di
fare un'esperienza all'estero magari proprio conseguendo fuori una
specializzazione in Bioinformatica. Questo non solo arricchirebbe il curriculum
vitae potenziando le opportunità di trovare lavoro ma permetterebbe sicuramente
di conseguire una formazione all'avanguardia. Trattandosi inoltre di una
materia molto vasta suggerirei di focalizzare su un percorso specifico in modo
da poter indirizzare al meglio il percorso formativo necessario. ( di Mario Albano )
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