giovedì 4 ottobre 2018

" INTERVISTA A LAURA PORTAS, BIOLOGA E BIONFORMATICA "

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Ciao Laura. La Bioinformatica è una disciplina relativamente nuova che sta interessando un numero crescente di giovani. Qual è stato il tuo approccio a essa e con quale percorso di studi ci sei arrivata ?

Dopo aver conseguito la laurea in Biologia, ho frequentato un Master in Tecnologie Bioinformatiche applicate alla Medicina Personalizzata che prevedeva al termine del corso di studio uno stage in azienda per l'elaborazione della tesi finale. Ciò mi ha consentito di entrare nel mondo del lavoro e di mettere in pratica tutte le nozioni apprese durante il mio corso di studi. Il Master comprendeva diverse materie che spaziavano dalla proteomica alla farmacogenomica e mi ha fornito delle nozioni di base su diversi aspetti riguardanti il vasto mondo della Bioinformatica. Al termine del periodo di stage l'azienda mi ha proposto di continuare il mio lavoro con un contratto di collaborazione e da lì è iniziata la mia avventura in questo settore.

Spesso si sente dire che per essere un bravo Bioinformatico serve un background formativo in Informatica e dopo bisogna acquisire le conoscenze di tipo biologico. Altri sostengono il contrario. Meglio studiare prima Biologia e dopo specializzarsi in Bioinformatica. Alla luce della tua esperienza qual è il percorso più adatto ?

Alla luce della mia esperienza posso dire che ritengo fondamentale un background biologico per poter essere un bravo Bioinformatico perché penso sia necessario conoscere i complessi meccanismi biologici che si studiano al fine di poter utilizzare i modelli statistici più adeguati e di poter interpretare i risultati ottenuti. Ritengo che comunque dipenda molto anche dal settore specifico in cui si lavora, probabilmente chi si occupa di modellare nuovi algoritmi avrà bisogno di conoscenze informatiche più solide. 

Dove lavori adesso e di cosa ti occupi esattamente ?

Attualmente sono assegnista di ricerca presso un Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e mi occupo di statistica genetica applicata a tratti complessi e patologie multifattoriali in isolati genetici. Ora mi trovo negli Stati Uniti presso la Johns Hopkins per un progetto di collaborazione con un gruppo di ricerca del National Institute of Health (NIH).

Quali sono, secondo te, al momento, le possibilità occupazionali in Italia e all'estero, per un Bioinformatica ?

Credo che le possibilità occupazionali in questo campo siano molte di più rispetto ad altri settori della Biologia anche se purtroppo penso sia più facile trovare opportunità all'estero piuttosto che in Italia. Tuttavia anche in questo caso dipende molto dal settore specifico in cui si lavora e da una buona dose di fortuna per cui è difficile generalizzare. Certamente ritengo che un Bioinformatico nel panorama lavorativo attuale abbia più chance di trovare lavoro rispetto a un Biologo che si occupa per esempio di test di laboratorio.
                    
Cosa ti sentiresti di suggerire a un collega Biologo/a che voglia intraprendere questa professione ?

A un collega Biologo consiglierei senz'altro di intraprendere la professione di Bioinformatico e soprattutto di fare un'esperienza all'estero magari proprio conseguendo fuori una specializzazione in Bioinformatica. Questo non solo arricchirebbe il curriculum vitae potenziando le opportunità di trovare lavoro ma permetterebbe sicuramente di conseguire una formazione all'avanguardia. Trattandosi inoltre di una materia molto vasta suggerirei di focalizzare su un percorso specifico in modo da poter indirizzare al meglio il percorso formativo necessario. ( di Mario Albano )

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