sabato 9 luglio 2016

FIRENZE:" LA GRANDE BELLEZZA "


Ieri sera, casualmente, sono passato da Piazza Signoria. Una folla di turisti e residenti si era raggruppata proprio di fronte alla gradinata prospiciente Palazzo Vecchio. L'Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Quarrata, diretta dal bravo Maestro Alessandro Cini, aveva già iniziato ad intonare le prime note. Arie di Verdi, Puccini, Rossini si libravano da quel luogo superbo, come un fluido celestiale e risalivano verso il cielo stellato. La bellezza armonica delle composizioni si mescolava alla magnificenza di una delle Piazze più belle al mondo. Osservavo i volti estasiati dei turisti. Quei sorrisi, così difficili da vedere sui volti degli italiani, in questo difficile momento storico, si allargavano in espressioni di pura gioia. 

Uno dei momenti più commoventi della serata è stato quando l'Orchestra ha intonato il "Nessun Dorma" tratto dalla Turandot, cantato dal Tenore Sauro Casseri. Le note del geniale maestro lucchese Giacomo Puccini, così ricche di pathos, eseguite in un contesto d'ineguagliabile bellezza, si sono aperte un varco nel cuore di ciascuno dei presenti, liberandosi alla fine dell'esecuzione, sotto forma di un lungo applauso liberatorio.

La bellezza era ovunque in quel luogo. Negli occhi del David di Michelangelo che sembrava osservare autorevole lo spettacolo sulla piazza, nei profumi di una Firenze baciata da un fresco vento primaverile, nei suoni della Filarmonica che accarezzavano l'udito dei presenti. Era troppo, troppo anche per me, che a Firenze ho vissuto tutta la vita o quasi. Ormai ero preoccupato più come Biologo, per il probabile svenimento di qualcuno dei presenti a causa della "Sindrome di Sthendal" che di altro. 

L'apice è stato raggiunto quando la bravissima Soprano Veronica Senserini, ha eseguito le note di "O mio babbino caro", di Giacomo Puccini. Sembrava che le concezioni di tutto ciò che è "materia", fossero svanite in un istante. Le leggi universali rivelate. Una signora brasiliana, accanto a me aveva gli occhi lucidi. Poco più di due minuti di scale, arpeggi, acuti e melodie struggenti, bellissime, meravigliose, intonate alla perfezione. Non un calo di tonalità, non un errore. Magnifica. Un talento straordinario, che non tarderà a farsi notare sia in Italia che all'estero.

Sarei voluto rimanere lì per sempre, nella mia città, nel mio paese, eppure sapevo che questo non sarebbe stato possibile. Non bastava tutta quella bellezza, tutto quell'amore. Non sarebbe bastata una laurea in Scienze conseguita a pieni voti presso l'Unifi, cinque lingue parlate e scritte correttamente, un Master in Management, un Tesserino da Giornalista in tasca ed un passato da Chitarrista sui palchi più importanti d'Italia. No, non sarebbe bastato tutto questo, perché io appartengo a quei 4/5 milioni d' italiani che vivono e lavorano all'estero. No, non sarebbe bastato perché dall'Italia, oggi, gli italiani tentano di scappare tutti, mentre il Governo accoglie ed offre lavoro ad altri.

Mi trovavo nel mio paese, nella mia città, nel posto più bello al mondo, fra la mia gente, nella mia terra, con la mia musica, le mie radici eppure sapevo che presto, per poter lavorare, sopravvivere dignitosamente, sarei dovuto ritornare all'estero. Tante volte ho pensato di strappare tutti i documenti, il certificato di Laurea, la tessera da Giornalista, andare a Lampedusa e mescolarmi fra gl' immigrati, al fine di avere un minimo di considerazione lavorativa e professionale, in Italia.

Veronica Senserini in quel momento, terminava di cantare. Sarei voluto andare lì ad abbracciarla ed a ringraziarla per le emozioni che ha saputo donarmi. Un lungo applauso ha interrotto i miei pensieri. Sono ritornato con i sensi, in quella piazza meravigliosa ed ho iniziato ad applaudire anch'io. In quegli istanti non vi era spazio per la tristezza e per le ingiustizie. In quei momenti vedevo e sentivo, solo bellezza.



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