lunedì 13 gennaio 2020

" IL TRENO "

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Mi ha sempre affascinato osservare come ad una bella e giovane donna, passino davanti tanti "treni" e lei, per la maggior parte delle volte, si limiti ad osservarli. In pratica è come se quella donna fosse seduta sulla panchina di una assolata e polverosa stazione ferroviaria, in cui arrivano e si fermano, tanti treni. Lei non sa dove portano quei treni, ma sa che dovrà prenderne uno, a meno che non voglia invecchiare in solitudine, su quella panchina. Nella stazione non c'è nessuno, c'è solo lei e la sua valigia di ricordi e di esperienze. In quei dieci minuti, in cui ogni treno si ferma alla stazione, lei potrebbe aprire la porta di uno scompartimento a caso, osservare gli interni della carrozza, informarsi sulla destinazione chiedendo a qualche viaggiatore o al controllore, valutare il pregio dei tessuti e poi magari riscendere ed attendere il prossimo treno. Invece quella donna, come tante, preferisce sollo osservare i treni che passano, stando ferma, immobile, in silenzio su quella panchina. Allora passa il tempo, i treni si diradano, ne passano sempre meno e sono sempre meno belli, si fermano sempre di meno in quella stazione. Nella maggior parte dei casi, succede che la donna, non ce la fa più di aspettare il treno giusto ed in una decisione d'impeto salta sul primo treno che passa, senza aver neppure dato una occhiata alle carrozze o aver chiesto la destinazione. A volte il treno fa il giro della collina e la riporta sulla panchina di quella stazione assolata e polverosa. Altre volte la donna invecchia senza riuscire a prendere il treno. A volte prende il treno giusto per caso ed asciugandosi la fronte con un fazzoletto di seta bianco, pensa:" Meno male. Dovrò però imparare a dare una occhiata ai treni prima di salirci e chiedere quale sia la loro destinazione". ( Mario A.B. )

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