domenica 23 agosto 2020

" IL CIRCO DEI POSITIVI "

Non passa giorno che la pletora dei media mainstream non inondi il palinsesto mediatico di notizie relative alla pandemia in corso ed ai “nuovi positivi” fra la popolazione. Solitamente i bollettini quotidiani, riportano il numero dei test effettuati, i casi di “positivi” riscontrati, il numero dei guariti e dei morti.


La massa che mediamente non ha alcuna nozione di microbiologia e di immunologia, a fronte di tali dati, mantiene alto il livello di paura e risponde al “potenziale pericolo” con timore ed incertezze crescenti.

Mantenere il distanziamento sociale, non fumare in pubblico, mettere la mascherina sempre anche all’aperto, limitare le conversazioni, quando seduti sull’autobus rivolgere lo sguardo verso il finestrino, sono solo alcune delle misure imposte alla popolazione, dai vari Stati nel mondo, Italia inclusa. 

Tuttavia, nonostante il permanere delle misure precauzionali, ormai si parla apertamente di “seconda ondata autunnale”e di nuovo lockdown. A dimostrazione di tale ipotesi si evidenzia l’incremento costante  dei positivi fra la popolazione ( peraltro strettamente correlato all'incremento del numero dei tamponi effettuati e quindi, probabilmente, in costante di proporzionalità ). Per capire il rapporto tra tamponi effettuati e percentuale di contagiati date una occhiata a questa tabella.

La tabella della proporzione tra tamponi effettuati e positivi: 

11 agosto 412 positivi su 40642 tamponi = 1,00 %   

12 agosto 481 positivi su 52658 tamponi = 0,91%  

13 agosto 528 positivi su 51188 tamponi = 1,00%   

14 agosto 574 positivi su 46723 tamponi = 1,22% 

15 agosto 629 positivi su 53123 tamponi = 1,18%  

16 agosto 479 positivi su 36807 tamponi = 1,30%  

17 agosto 320 positivi su 30666 tamponi = 1,04%  

18 agosto 403 positivi su 53976 tamponi = 0,74%  

19 agosto 643 positivi su 71095 tamponi = 0,90%  

20 agosto 845 positivi su 77442 tamponi = 1,10% 

Insomma ieri si sono registrati 845 positivi in più, ma a fronte del più alto numero di tamponi mai effettuato durante la pandemia, ben 77442.

In una recente ordinanza disposta dal Ministro Speranza, infatti, si sono resi obbligatori i tamponi orofaringei in Pcr–Sars-Cov-2, per tutti coloro che rientravano e rientrano in Italia da Spagna, Grecia, Malta e Croazia ed ai loro contatti stretti. Essendo suddette destinazioni, mete estive predilette dai giovani vacanzieri italiani, va da se che i testati siano stati prevalentemente ragazzi italiani giovani ed in buona salute. Incrementando il numero dei tamponi sui giovani, ovviamente si è avuta una impennata dei positivi in quella fascia dìetà. Ciononostante la stragrande maggioranza dei quotidiani, ha aperto con toni allarmistici. Un esempio a caso:” Il viaggio con gli amici, dopo la maturità o i mesi chiusi in casa. Ma per tanti il ritorno diventa un incubo: positivi al Covid. Negli ultimi due giorni oltre cinquanta (54)  ragazzi hanno scoperto di aver contratto il virus dopo la vacanza in Grecia, Croazia, Malta, Spagna. Dopo l’esito positivo del test è scattato il protocollo per il rintraccio degli altri componenti della comitiva e di tutte le persone con cui sono stati in contatto”. 

 

Ora, sulla reale efficacia dei tamponi, abbiamo già abbondantemente discusso qui http://dralbano.blogspot.com/2020/04/coronavirus-tamponi-per-tutti-inutile.html, tuttavia confidando nella bontà tecnica del test e  nel ritenere questi ragazzi di rientro dalle mete turistiche estive, realmente positivi e asintomatici, ovvero che nello screening molecolare della mucosa orofaringea, sia stato effettivamente individuato l’Rna appartenente al nuovo coronavirus, ebbene come dobbiamo considerare questi soggetti da un punto di vista strettamente scientifico ? Sono realmente da tacciare come pericolosi o peggio ancora come untori asintomatici e quindi perfetti vettori del nuovo coronavirus ?

Partiamo, intanto, dalle basi microbiologiche del processo infettivo virale. Innanzitutto che cos’è la carica virale ? Per carica virale si intende la concentrazione del virus nell’organismo. Per rilevare la carica virale viene analizzato l’RNA del virus, cioè il suo materiale genetico. Per essere analizzato l’RNA del virus - nello specifico del Sars Cov2 - si usa una tecnica chiamata RT-PCR, ovvero l'Rna virale viene prima trascritto a Dna e poi amplificato in una serie di cicli CT-PCR. Più è alto il cosiddetto Cycle threshold (CT) il ciclo-soglia, meno RNA virale è presente in chi ha fatto il tampone. Sotto le 100 mila copie di RNA non c’è essenzialmente rischio di contagio. Nei campioni esaminati in questi giorni in Lombardia sono state trovate meno di 10 mila copie, che corrispondono a 34-36 cicli. Ecco perché sappiamo che la carica virale é bassa. Bisognerebbe inoltre saper distinguere fra "contagiati" e "soggetti che, semplicemente, hanno incontrato il virus". Teniamo conto che il nostro organismo, quotidianamente, entra in contatto con una moltitudine di virus, ma non per questo sviluppa sintomi e malattia.

Ora se è vero come è vero che mai in passato, nelle diverse pandemie, si erano imposte misure restrittive draconiane di questo livello e la fine di suddette pandemie si è avuta quando si è raggiunta la cosiddetta “immunità di gruppo” o “immunità di gregge” ( o con il vaccino vedi ad esempio il vaiolo, oppure con la diffusione del contagio naturale) , perché oggi con il Covid-19 i positivi, seppur giovani, asintomatici ed in buona salute, vengono additati come ammalati o peggio come untori da isolare e da tracciare nei contatti avuti per isolare a loro volta familiari, parenti ed amici ? 

In realtà un virus che ha perso buona parte della sua carica virale originaria, dovrebbe essere lasciato libero di diffondersi fra la popolazione sana e quindi lasciato libero di chiudere il suo ciclo con il raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge

 

Il riquadro superiore mostra la diffusione di una malattia infettiva in una comunità dove pochi individui (in rosso) sono infetti e i restanti (in blu) sono in salute ma non immuni: la trasmissione avviene rapidamente in tutto il gruppo. Il riquadro intermedio mostra un numero ridotto di individui immuni (in giallo): quest'ultimi non si infettano, mentre i non immuni tendono a infettarsi in larga maggioranza. Nel riquadro inferiore, una larga parte del gruppo sono immuni: la presenza di quest'ultimi impedisce la diffusione della malattia anche tra gli individui non immuni.

A rigor scientifico se ne deduce che: bisognerebbe, isolare e proteggere i soggetti più deboli della società, come gli anziani, i bambini, le donne in gravidanza, gli ammalati cronici etc.e lasciare contemporaneamente che il virus si diffonda fra la popolazione giovane ed in buona salute, affinchè questi soggetti sviluppino le immunoglobuline difensive ed interrompano, naturalmente, il ciclo di contagio del virus. L'altra strada percorribile sarebbe quella del vaccino che però al momento non abbiamo. Ricordiamo che i vaccini a "patogeno indebolito" funzionano sostanzialmente mimando la "naturale diffusione del patogeno" fra quella fascia di popolazione che per caratteristiche anagrafiche ed immunitarie è da considerarsi la più forte.

Termino ricordando questa pubblicazione scientifica PubMed http://dralbano.blogspot.com/2020/05/studio-sullinfettivita-dei-portatori.html?m=1 che dimostra come un soggetto portatore asintomatico di Sars-Cov2 messo a contatto con oltre 450 persone, per ben 4 giorni continuativi, non ha contagiato nessuno.

Tutte, o quasi, le pandemie passate sono terminate con il raggiungimento dell'immunità collettiva o di gregge. Isolare ogni giovane asintomatico positivo ed in buona salute é il presupposto per impedire la naturale risoluzione spontanea ed in tempi rapidi dell'evento pandemico.

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