venerdì 15 aprile 2016

"IL CASO DI DOINA MATEI E LA DELEGITTIMAZIONE DEL VOLERE DEL POPOLO ITALIANO"

doina matei
La frase d'inizio, con cui ogni Giudice pronuncia una sentenza su suolo nazionale è la seguente:"In nome del popolo italiano...". Il significato di detta locuzione è profondo e sta, evidentemente, a significare che quel Giudice, quella Corte, stanno condannando o assolvendo un imputato, in nome e per conto del "volere del popolo italiano".

La stessa etimologia del termine democrazia, non a caso, lo dice: Demos (popolo) e Kratos (governo), ovvero "Governo del Popolo". Ogni istituzione nazionale quindi, opera ed agisce in nome e per conto del popolo italiano. Sembrerebbe una riflessione scontata. Eppure, nella tristissima Italia di oggi, esistono giornalisti, cittadini, politici che non sembrano essere d'accordo con i presupposti democratici, lapalissiani, appena enunciati. 

E' il caso del giornalista Luciano Tancredi che in un suo articolo dal titolo "Doina e i giudici da social network", reperibile a questo link http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/doina-matei-giudici-social/ con nonchalance invidiabile si spertica in un giudizio di condanna, quello si senza appello, nei confronti del popolo dei social network. L'illecito popolano, secondo il collega, risiederebbe nell'avere espresso una ferma critica nei confronti delle foto caricate su Facebook da Doina Matei, la donna che nel 2007 uccise nella metropolitana di Roma Vanessa Russo, di soli 23 anni, trafiggendole un occhio con un ombrello.

L'esecrabile sdegno "proletario", secondo il Tancredi,  "non dovrebbe influenzare le decisioni di chi opera nella giustizia", ovvero nello specifico la decisione del magistrato di sorveglianza di Venezia, Vincenzo Semeraro, che ha stabilito, a seguito della ondata di sdegno degli italiani, la sospensione del regime di semilibertà della Matei, condannata a 16 anni di reclusione.

I Giudici, sempre secondo il Tandredi, sono incaricati di "eseguire il Diritto" e non devono assolutamente lasciarsi influenzare nelle loro decisioni, dalla volontà e dai moti d'indignazione dei cittadini italiani.

Personalmente, quando leggo queste opinioni, rabbrividisco e mi rendo conto che sono proprio questi i modi di pensare che ci allontanano sempre di più dalla vera Democrazia; da quella Democrazia primigenia e partecipativa, che ebbe origine nella culla della civiltà ateniese e da cui deriva, oggi, il nostro sistema governativo e di giustizia.

Verrebbe da chiedere al Tancredi:" Perché allora i Giudici, pronunciano le loro sentenze citando la frase "In nome del Popolo Italiano ", se poi le loro decisioni finali dovrebbero tenere conto solo dei codici di procedura civile e penale ?. Non è un caso che, nei tribunali, in sede dibattimentale e decisionale, alla Corte "tecnica" venga affiancata anche la "Giuria Popolare" http://www.archiviopenale.it/apw/wp-content/uploads/2013/06/2012_gruppo_apa.pdf , non crede ?

Personalmente, ritengo invece, che il volere del popolo italiano (anche dei social), vada innanzitutto ascoltato (sempre) e laddove possibile "rispettato", anche in sede giuridica. Non dimentichiamoci infatti, che mentre la Matei se ne stava al mare a godersi il sole ed farsi le foto, la povera Vanessa Russo si trovava e si trova, sepolta sotto tre metri di terra. Questa non è giustizia ! Strano che nell'articolo del Tandredi, non vi siano parole di cordoglio o di vicinanza alla famiglia della vittima.

Gli italiani non sono un popolo di "giustizialisti o forcaioli". Gli italiani hanno solo un disperato bisogno di "certezza della pena" per chi delinque. In una parola sola, l'Italia ha bisogno di "Giustizia" e non mi sembra cosa di poco conto. 

Vanessa Russo

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