Il sussidio di 35
euro dato dallo stato italiano “indirettamente” a ciascun immigrato, ha
innescato un focolaio di polemiche. L’Italia, infatti, è l’unico paese in
Europa, a non avere introdotto lo strumento del “Reddito Minimo Garantito” a favore e tutela dei suoi cittadini più
disagiati. Al contempo però,
accoglie centinaia di migliaia d’immigrati e li supporta, anche se
indirettamente, con cifre superiori allo stipendio medio italiano, ad esempio in ambito agricolo,
pari a 16.738 euro annui.
Non è raro, nel
corso delle varie discussioni incentrate sul tema di cui sopra, sui diversi social network, che qualche “male informato” affermi:”Eh ma guardate che quei 35 euro, non sono
mica soldi italiani. Quelli sono soldi Europei !”.
A tal proposito,
vale la pena ricordare che:” I Fondi Europei sono
soldi nostri”. L’Italia è infatti, un cosiddetto “contribuente netto
dell’Europa”, ovvero versa al bilancio
dell’Unione più di quanto riceve, ed è perciò corretto dire che i fondi europei
sono in realtà “Tasse pagate dagli italiani”.
"I fondi
europei sono stati concepiti come strumento per ridurre progressivamente il
divario tra le zone arretrate dell’Unione Europea e quelle più ricche”.
Il meccanismo
della re-distribuzione dei fondi è molto semplice. In pratica ciascun paese
membro versa annualmente, nelle casse della Comunità Europea, dei fondi in
proporzione al proprio PIL. Suddetti contributi convergono in un unico fondo da
cui vengono poi attinti e re-distribuiti ai diversi Stati, in base alle aree,
alle richieste ed alle delibere UE.
Il bilancio del «dare e avere»
dell’Italia con l'Europa !
L’Italia è il terzo contribuente netto dell'Ue,
pur essendo al 12° posto per Pil pro-capite: nel 2012 abbiamo versato 16,4
miliardi di euro e ne abbiamo ricevuti indietro, sottoforma di fondi, 10,7
miliardi, con un saldo negativo di 5,7 miliardi. L'Italia quindi, versa più di quello che riceve.
Il budget
annuale dell'Unione europea è di circa 140 miliardi di euro, ovvero poco più
dell'1% del Pil complessivo degli Stati membri. Il contributo italiano alla
formazione del bilancio comunitario è pari a circa il 12% del totale. Le
risorse versate dall'Italia all'Ue sono aumentate dai 14 miliardi di euro del
2007 ai 16,4 miliardi del 2012, mentre gli accrediti effettuati dall'Unione nel
periodo si sono aggirati intorno ai 9-11 miliardi all'anno, determinando così
un consistente saldo a nostro svantaggio: 6,6 miliardi nel 2011, 5,7 miliardi
nel 2012. Sono 12 i Paesi che versano più di quanto ricevono. Il maggiore
contribuente netto è la Germania, con un valore cumulato nel periodo 2007-2012
di 52,7 miliardi di euro e un saldo medio annuo negativo per quasi 9 miliardi.
Al secondo posto c'è la Francia, con un valore negativo cumulato pari a 33
miliardi di euro e un saldo medio annuo negativo di 5,5 miliardi. L'Italia è il
terzo contribuente netto, con 26,7 miliardi di euro cumulati nel periodo e in
media 4,5 miliardi all'anno, nonostante noi occupiamo il 12° posto in Europa in
termini di Pil pro-capite (25.600 euro per abitante rispetto ai 31.500 euro dei
tedeschi e ai 27.700 dei francesi). Nel 2012, in particolare, abbiamo versato
16,4 miliardi di euro e abbiamo ricevuto indietro 10,7 miliardi, con un saldo
negativo di 5,7 miliardi. Fra i percettori netti si collocano ai primi posti la
Polonia (con 47 miliardi di saldi cumulati nel periodo 2007-2012 e una media di
8 miliardi all'anno), la Grecia (con 27,6 miliardi complessivi e un dato medio
annuo di 4,6 miliardi), la Spagna (18,7 miliardi in totale e 3,1 miliardi in
media all'anno).
Fonti:
http://www.careerbuilder.it/articolo/cb-115-cercalavoro-stipendio-medio-italiano-quali-professioni
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